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Estratto dal documento (cito):
Danni neurologici associati all’infezione da SARS-Cov-2 e alla formazione di proteine prioniche:
“[…] Mentre i sintomi più comuni da COVID-19 all’inizio della malattia includono febbre, affaticamento, tosse secca, mialgia
e dispnea, altri sintomi meno comuni sono mal di testa, dolore addominale, diarrea, nausea e vomito.
Inoltre, è stato riscontrato che la maggior parte dei pazienti lamenta anche una compromissione della percezione sia olfattiva che gustativa, e questi sono considerati marker precoci dell’infezione da COVID-19.
Sebbene ci siano prove di lunga data che i coronavirus umani, compreso il SARS-CoV-2, possono diffondersi al cervello dalle vie respiratorie, il verificarsi di sintomi gastrointestinali suggerisce che l’apparato gastrointestinale è una possibile via di invasione e trasmissione al sistema nervoso enterico (ENS). Mentre gli effetti di COVID-2019 sulla percezione olfattiva e gustativa possono essere transitori, la possibilità che il SARS-Cov-2 e altri agenti infettanti possano essere l’eziologia iniziale di malattie neurologiche e neurodegenerative è ben documentata, secondo un meccanismo definito da “immuno-eccitotossicità” come descritto nella seguente immagine, in cui agenti infettivi (virus, batteri, prioni) e sostanze tossiche (es. adiuvanti vaccinali) possono portare all’attivazione della microglia, la componente macrofagica del sistema nervoso centrale, e all’instaurazione di un
circolo vizioso infiammatorio che porta alla degenerazione del tessuto nervoso in cui si innesca.
[…]
Il dott. J. Patrick Whelan, uno specialista pediatrico che ha seguito bambini con la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C) da COVID-19, ha inoltrato il 09.12.2020 all’FDA una lettera in cui sottoponeva all’attenzione dell’agenzia alcuni fattori di rischio di particolare rilievo, in particolare riguardo la possibilità che i nuovi vaccini volti a creare immunità contro la proteina spike SARS-CoV-2 (compresi i vaccini mRNA di Moderna e Pfizer) abbiano il potenziale di causare danni microvascolari a cervello, cuore, fegato e reni in un modo che attualmente non sembra essere valutato negli studi sulla sicurezza di questi farmaci.