Parlamento e Consiglio Ue hanno finalmente trovato un accordo sul Multiannual financial framework (Mff), il bilancio pluriennale dell’Unione europea per il periodo 2014-2020
E’ notizia di oggi -28-06-2013- la firma del MFF, ossia l’accordo su cosa prevederà il bilancio della UE (unione Europea) nel periodo 2014-2020.
Dato che il modo migliore per espropriare una popolazione della sovranità popolare è non rendere comprensibili i fatti e in seconda istanza le leggi, laddove la deriva sia verso una élite che agisce in modo autoritario e senza il consenso popolare, il blog attuale, del movimento VIOLA, proverà a spiegare in poche righe di cosa stiamo parlando poiché tale materia è di una semplicità disarmante e sono i media, i mass media, che si caricano l’onere e la responsabilità di renderla incomprensibile per intelligenza con la élite.
Dunque, come in un condominio di un fabbricato di più famiglie in cui ciascuna famiglia occupa un appartamento, così in una qualunque collettività, e quindi anche nella unione degli stati che partecipano all’euro (compresa la Gran Bretannia che non adotta questa moneta, ma finanzia la BCE, la Banca Centrale Europea), può programmare un finanziamento ad un fondo europeo e quindi decidere quei soldi versati a chi andranno e per fare cosa.
Quindi la prima cosa da capire è che il fondo europeo non è un regalo, ma sono soldi anche dell’Italia che spesso non riesce a utilizzarli perché non si attrezza a rispettare le clausole di utilizzo dei fondi europei.
Si dice questa modalità anche una “partita di giro” in cui chi agisce come uno stupido mette i soldi in un fondo cassa, ma poi non ne usufruisce, magari perché si lascia corrompere da coloro che invece ne usufruiscono in modo maggiore a quanto hanno effettivamente versato.
C’è ancora da dire che il termine “bilancio” discende dalla parola “bilancia”.
Come una bilancia con due piatti sta in equilibrio se il peso su ciascun piatto è uguale .. così in un bilancio economico se le entrate corrispondo alle uscite la contabilità è in perfetto bilancio.
Nel caso attuale che stiamo trattando -invece- vi sono circa 11 miliardi di euro che sono mancanti ai programmi concordati, e vi saranno ulteriori incontri tra i rappresentanti dei capi di stato e di governo per trovare un accordo, poiché con il trattato di Lisbona non decide il Parlamento Europeo, ma l’elite che non ha un mandato democratico, se non in modo indiretto.
Ora che abbiamo capito l’abc del fatto che nessuno ci sta regalando niente e che il fondo cassa europeo è circa 1% del PIL degli stati, si può più facilmente capire che i fondi promessi all’Italia per favorire l’occupazione e quindi il lavoro sono bruscolini sia perché sono spalmati dal 2014 al 2020 e sia perché non è direttamente dai fondi che si ha un libertà di utilizzo.
Tali fonti sono un approccio morbido a una direttiva di “commissariamento”.
Se quindi non si richiederanno per i capitoli per cui sono stati stanziati e non si rispetteranno le clausole a cui sono sottoposti i fondi -pur presenti- non saranno erogati.
Prendiamo un caso semplice:
La deindustrilizzazione o desertificazione industriale dell’ITALIA.
Nel caso di Alcoa vi era una fabbrica, in Italia, che produceva alluminio e che aveva le commesse.
La proprietà della fabbrica decide di chiudere perché il costo dell’energia elettrica, in Italia, è tra i più alti del mondo (pur essendo la fabbrica in attivo).
Cosa ha fatto il governo?
Ha permesso che Alcoa chiudesse e non ha rilevato gli impianti, auspicando che un nuovo acquirente si faccia avanti, mentre finanzia la disoccupazione -provvisoriamente- delle maestranze che sono state buttate in mezzo ad una strada.
Cosa si poteva fare?
Basta costruire -a carico dello Stato Italiano- una centrale ad energia solare, o a forno solare in prossimità della fabbrica.
Rendere competitiva l’Alcoa, eventualmente privatizzarla dopo averla risanata, avendo preso possesso -preventivamente- degli impianti di coloro che hanno spostato l’attività all’estero.
Si possono usare i fondi europei per questo?
NO, poiché come è stata distrutta la Grecia la linea di tendenza è permettere al nord Europa di finanziarsi al tasso dell’1% e ai paesi del sud Europa al tasso, nel 2011, del circa 7% per l’Italia e fino al 35% della Grecia e quindi distruggere economicamente il sud Europa, e procedere alla svendita dei Beni Pubblici comprati a costi irrisori.
Ora metterò in coda alcuni documenti per chi voglia approfondire gli argomenti sopra trattati:
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[1]
Da dove provengono le risorse
(che creano il fondo europeo)
http://europa.eu/about-eu/basic-information/money/revenue-income/index_it.htm
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[2]
i capitoli di spesa del fondo europeo
(quadro storico)
http://eur-lex.europa.eu/Notice.do?
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[3]
Aggiornamento al 27-06-2013
sull’accordo della destinazione dei fondi UE
http://www.eunews.it/tag/bilancio-ue
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[4]
Specificazione di quale è l’ordine di grandezza della quota dei fondi UE per Italia
cit:
Lavoro. “Nell’accordo finale è stata aggiunta una disponibilità di 3 miliardi di euro oltre ai 6 di prima”, ha spiegato il premier in conferenza stampa, così che Bruxelles attribuisce “una quota complessiva di 9 miliardi”, per la lotta alla disoccupazione. La quota di competenza dell’Italia, ha detto Letta, è di 1,5 miliardi per rilanciare l’occupazione giovanile (1 miliardo nel prossimo biennio).
Commento:
Come si vede una cifra irrisoria e per di più spalmata su 6 anni.
Questa Europa può solo funzionare se si applicano le stesse tasse e si offrono gli stessi servizi. In mancanza di questo con uno Stato Italiano che spende miliardi di euro per gli aerei da combattimento F35, o il ponte sullo stretto, o fare un buco inutile con la TAV, siamo destinati a chiamare Italia una area geografica senza più la speranza di occupazione e di vita civile per le persone oneste che vogliano vivere del loro lavoro.
Serve un governo di persone che sappiano risolvere i problemi, e non di dilettanti allo sbaraglio che peggiorino la crisi dando la colpa sempre a qualcun altro del risanamento promesso e non presente alla prova dei fatti.
La Grecia è lì a dimostrare cosa sia la ricetta della “rana bollita” e del concetto di uscire dalla crisi aumentando le tasse.
Un ulteriore corso base di economia spiegato in modo semplice a cura dell’economista Ioppolo:
grazie, continuate con l’informazione, il vostro lavoro è molto importante…..