news-LiquidFeedback

Oggi è il 28 gennaio 2019, ore 10.45

La pagina attuale è dedicata a mostrare come _tutti_ possano utilizzare i nuovi strumenti della democrazia _diretta_.

In molte parti del mondo sono state tentate diverse piattaforme e forum per connettere tra di loro le persone, negli anni che vanno dal sorgere di indignados, occupy wall street, movimento 5 stelle, pirati in germania, etc.

La stessa sperimentazione di deep web (che potrete vedere in un pagina particolare sul blog attuale) mostra alcuni strumenti per fare arrivare le informazioni ad un vasto pubblico, anche quando il governo di una nazione si opponga alla libertà di espressione che noi identifichiamo che non sia APOLOGIA DI REATO.

Ma in particolari situazioni non è facile risolvere il “PROBLEMA DI SOCRATE”: e cioé se le leggi vadano sempre rispettate anche quando fossero contro la verità.

Socrate infatti era accusato di depravare i giovani, ma ciò era falso, poiché il filosofo affermava che egli non ti poteva indicare la verità, ma poteva solo porre delle domande che ti aiutassero a cercarla, e quindi questa era l’arte maieutica, che significa farti “partorire” la verità, la tua verità, quella per cui era indispensabile anche la tua idea che non andava imposta, ma solo offerta alla comunità.

Al giorno di oggi i mezzi di pressione sui governi sono divenuti di una capacità di cambiare di molto le “PROMESSE ELETTORALI”.

Per esempio in Italia il ministro della salute del movimento 5 stelle _prima_ delle elezioni dichiarava che era per consigliare i vaccini (metodo della “raccomandazione” nella foto che segue), come anche noi siamo per consigliarli, purché siano veramente vaccini.

Quel consiglio, però NON era una coercizione, NON era un obbligo.

E ciò era nel rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, poiché deve essere la persona “in grado di intendere e di volere”(o il suo tutore: il genitore nel caso dei minorenni) che deve dire la ultima parola sul fatto se deve assumere farmaci, poiché un vaccino è un farmaco che potrebbe causare “reazioni avverse”.

Sto accennando a questa questione per mostrare come un movimento (m5s) può partire con giuste promesse elettorali e – una volta al potere – comportandosi ad implementare la tesi opposta: poiché -oggi- in Italia vi è l’obbligo di assumere 10 vaccini.

Per evitare equivoci di interpretazione metto la foto dal sito del ministro Giulia Grillo di ciò che affermava prima delle elezioni, e poi si potrà consultare il sito del ministero per verificare se Giulia Grillo abbia o non abbia confermato il decreto della Lorenzin che la precedeva in detto ministero della sanità.

la foto estratta dalla fonte, il 15-11-2018 segue:
http://www.giuliagrillo.it/fermeremo-decreto-lorenzin/

Noi siamo per pressioni legittime sui governi che siano

  • NON violente
  • Nel rispetto della Costituzione Italiana

Dunque ci chiediamo dove ha fallito il metodo della delega della rappresentanza del volere popolare se il m5s diceva che la “LINEA POLITICA” del m5s la decide la BASE degli iscritti?

Ha fallito nel NON dotarsi di una vera piattaforma  come quella dei pirati tedeschi, ad esempio, in cui la gestione della piattaforma non è affidata a una società privata come CASALEGGIO che introduce una politica di ereditare un movmento politico da Casaleggio Padre a Casaleggio figlio come in Corea del Nord.

Infatti se uno strumento di collegamento della formazione del pensiero politico è realmente DEMOCRATICO, non possono esistere “i più uguali di Orwell” (si legga la fattoria degli animali per capire il concetto di “più uguali” secondo Orwell.

Il romanzo di Orwell è qui di seguito mostrato in un video per chi volesse una consultazione diretta:

Quindi ogni movimento deve _potenzialmente_ disporre di tutti gli strumenti per il CONTROLLO del voto elettronico e quindi cambiare “chi controlla il controllore”.

Il problema di “chi controlla il controllore” è un problema molto noto nella teoria dei CONTROLLI che io già studiavo nel mio corso di studi.

L’unico sistema che garantisca la soluzione è la ARCHITETTURA NEURALE:

Anche il web, come il cervello umano, è una architettura neurale.

Il concetto è che ogni cellula del cervello, oppure un “nodo” di una rete come il web, può essere esclusa dal passaggio delle informazioni se è guasta.

Quindi la soluzione è nel dialogo.

Se una cellula non dialoga, significa che è GUASTA.

Se è guasta, allora, sappiamo che non sta trasferendo informazione e quindi va esclusa dal compito di fare sapere la verità.

Un solo capitolo crea una eccezione:

Le informazioni che possano attentare alla “salute pubblica”.

Infatti sarebbe compito di una società veramente democratica curare la sicurezza di coloro che accedono a particolari informazioni come -ad esempio- gli ingegneri, o i chimici, o i laureati in fisica, etc, che entrano in contatto con informazioni “sensibili”.

Tali persone per il ruolo che svolgono devono essere “monitorate” al fine che non  possano attentare alla sicurezza della società divulgando informazioni che potrebbero diffondere (magari perché sotto ricatto) , ma che sarebbero utilizzate a fini “distruttivi” anziché a fini di miglioramento della società senza ledere _nessuno_.

Il monitor -anche questo- non può essere “verticale” poiché basterebbe corrompere il “super visore” per danneggiare la struttura.

Anche qui serve una struttura neurale, che possa indicare se una cellula della architettura sta avendo un comportamento anomalo.

Quindi la attività POLITICA è una attività ALTA, che farà la differenza tra la possibilità che il genere umano possa avere un futuro, oppure no.

Se si cederà alle pressioni di “verticalizzare” la delega delle responsabilità personali la politica di aggiottaggio delle strutture “piramidali” (secondo i più uguali di Orwell) creeranno una legislazione che sia a due livelli:

  1. il livello di coloro che sono esterni alla elite (il 99%)
  2. il li vello di cloro che sono interni alla elite (1%)

Tale modalità porterà al collasso della architettura per saturazione delle risorse.

Infatti una struttura che si propone la “crescita” come sentiamo incessantemente in ECONOMIA nei mezzi di informazione, porta alla saturazione delle risorse disponibili e quindi allo stato finale di non avere cibo per tutti, e spazio espressivo per tutti.

La dinamica va riorganizzata -dunque- nella politica degli ECO-sistemi.

Gli eco-sistemi sono in onda da miliardi di anni nel nostro pianeta, e consentono la vita di tutte le specie viventi senza dovere introdurre politiche di riduzione della popolazione, ma organizzando la possibilità di vivere, anziché studiare come dare la morte.

Dopo questo lunga introduzione, spiego brevemente il seguito.

Nel seguito mostrerò come si installa un sistema detto

LiquidFeedback

Lo scopo è lasciare documentazione a chi voglia offrire la sua disponibilità a svolgere una attività di monitoraggio condiviso sugli strumenti di democrazia diretta.

Supponiamo che dopo una ricerca sul web abbiamo trovato dove scaricare la piattaforma per la democrazia diretta (magari per volerla sperimentare, poiché ne esistono di vari tipi).

Cosa sia la e-democracy:
https://it.wikipedia.org/wiki/E-democracy

.. il link del software scelto da noi per il download della piattaforma e-democracy:

https://www.public-software-group.org/liquid_feedback

Il problema, però, è che questi software non sono di facile configurazione.

Infatti mentre un semplice sito web (statico o dinamico) è realizzabile in locale e poi trasferibile “in remoto” (in remoto: “presso un provider di spazio host”, ovvero del computer che rimarrà on line 24 ore su 24) ..

Non è immediato trasferire la nostra piattaforma sviluppata “in locale” (a casa nostra) su un server remoto.

Quindi ci è molto utile, ad esempio, il seguente link (del 30 nov 2013) che propone il metodo della “virtual machine“.

http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

premetto ..

che il m5s -per esempio in Sicilia- aveva sperimentato il “liquid feedback” come si ha conferma dal link seguente:

Ma ..

  1. il video precedente è relativo ad una piattaforma già installata e quindi ne spiega solo l’uso.
  2. non è sufficiente capire l’uso di una piattaforma per dire che la organizzazione politica sia realmente “ORIZZONTALE” visto che oggi il m5s NON usa quella sperimentazioneavendola trovata “troppo” democratica.
  3. tutti devono capire “_tutte_ le fasi di creazione della piattaforma” .. affinché 1=1 veramente (1=1 significa UNO vale UNO .. e non vi siano i più uguali di Orwell).

Quindi torniamo al link che nel 2013 proponeva un metodo di creazione della piattaforma ..

http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

Come si può leggere serve una “virtual machine” ..

se si fa una ricerca di cosa sia una “virtual machine”=VM si troverà ampia letteratura a riguardo, e -riassumo- si tratta di un software che consente di creare la nostra piattaforma _dentro_ la  VM e poi trasferire ciò in remoto.

Dunque scarico la virtual machine dal link seguente:

https://www.virtualbox.org

Anzi, per meglio dire, facendo click sul pulsante di download si apre la seguente pagina:

https://www.virtualbox.org/wiki/Downloads

A questo punto ci sono delle scelte da fare:

io scelgo linux distributions

e si apre la pagina seguente:

https://www.virtualbox.org/wiki/Linux_Downloads

scelgo ubuntu 16.04

ma anziché scaricare facendo click sulla scritta “ubuntu 16.04”

vado su un computer dove ho già installato il sistema operativo “ubuntu 16.04”

come è consgliato dal link ultimo qui sopra

++
cit on 1
++

To install VirtualBox, do

sudo apt-get update

sudo apt-get install virtualbox-6.0

++
cir off 1
++

Il problema è che il sistema operativo si rifiuta di eseguire la istruzione e restituisce il seguente messaggio ..

lino@lino-Precision-5530:~$ sudo apt-get install virtualbox-6.0

Lettura elenco dei pacchetti… Fatto

Generazione albero delle dipendenze

Lettura informazioni sullo stato… Fatto

E: Impossibile trovare il pacchetto virtualbox-6.0

E: Impossibile trovare alcun pacchetto tramite il glob “virtualbox-6.0”

E: Impossibile trovare alcun pacchetto tramite l’espressione regolare “virtualbox-6.0”

lino@lino-Precision-5530:~$

grazie al seguente video:


andava scritto solo virtualbox senza numeri.

da linea di comando di ubuntu:

“prima sperimentazione”(start)

lino@lino-Precision-5530:~$ sudo apt-get install virtualbox

Nota Bene: nel seguito sono esposte -CONTEMPORANEAMENTE- 2 sperimentazioni:

  1. quella su ubuntu 16.04 detta “prima sperimentazione” e riconoscibile con tale etichetta
  2. quella su kali-linux e riconoscibile per la etichetta “kali”

Il perché sono esposte in “parallelo” è per verificare se si potesse utilizzare kali-linux anziché ubuntu che era già dedicato ad altro scopo.

Poiché -come si vedrà kali-linux ha problemi di cambio di configurazione per consentire la installazione di una virtual machine, dopo la attuale sperimentazione, saremo costretti a utilizzare ubuntu che non necessita di cambio di configurazione del sistema operativo nella fase di installazione di una vm.

“seconda sperimentazione”(start)

(i=1) kali
cambio sistema operativo: (ora passo a kali-linux)
da konsole:

sudo apt-get update
sudo apt-get install virtualbox

in circa 60 secondi è avvenuto download ed installazione

“prima sperimentazione”

per aprire la virtual box da linea di comando  (come si vede dal video) digitare:

virtualbox

“seconda sperimentazione”

(i=2) kali

root@kali-lino-nome-rete-host:~# virtualbox

ok si è aperta

salvo una foto:

“prima sperimentazione”1:

ok ora si deve creare una nuova macchina virtuale

premo “nuova

la chiamo: VM-1

scelgo: sistema operativo: linux 64 bit

scelgo: versione ubuntu 64 bit (16.04)

(i=3) kali

Nota Bene:

La fase del download di un sistema operativo (e dovesse essere ubuntu 16.04) ad uso e consumo della sola virtual box che è descritto nel seguito va anticipato a _prima_ della creazione del primo esperimento di virtual box: ciò perché stiamo costruendo un “ambiente” che deve avere un sistema operativo per operare da konsole dentro la vm.

Ma se vogliamo “saltare” la attuale fase di sperimentazione, e prendere atto che il download della piattaforma ha già un diverso tipo di sistema operativo incorporato che è debian, ci possiamo evitare di creare la vm di prova e passare direttamente alla creazione della vm di debian (vedi i=4 nel seguito!)

“prima sperimentazione”2:

domanda:

seleziona la quantità di memoria (RAM) che sarà allocata per la macchina virtuale?

“prima sperimentazione”3:

risposta:

mi dice che la dimensione consigliata è da 4 MB vs 1024 MB

ma un max di 16 GB

come primo esperimento metto 1024 MB

“prima sperimentazione”4:

[v ] crea un disco virtuale?

domanda:
la quantità di memoria (Disco fisso) che sarà creata?

“prima sperimentazione”5:

risposta:
mi dice che la dimensione consigliata è 10 GB

confermo

“prima sperimentazione”6:

domanda:

il tipo?

VDI (v)
VMDK
VHD

VDI è il formato consigliato

confermo

“prima sperimentazione”7:

domanda:

1) ad accrescimento dinamico fino alla dimensione max =10GB?

2) ad occupazione fissa 10GB?

Nota Bene:

quello dinamico ha il pregio di crescere solo sulle dimensioni reali, ma non decresce.

Quello fisso ha il pregio di essere più veloce ma ci vuole più tempo per crearlo.

“prima sperimentazione”8:

risposta:

scelgo quello dinamico.

“prima sperimentazione”9:

nome cartella dove sarà il disco fisso virtuale?

Mi da come predefinita la seguente:

VM-1; (sperimentazione kali: VM-kali)

che era il nome già indicato per la macchina virtuale!

Indirizzo completo:

/home/lino/VirtualBox Vms/VM-1

Salvo una foto della videata .. la VM è spenta ..

“prima sperimentazione”10:

premo il pulsante “avvia” ..

chiede di leggere il sistema operativo! .. che dovrà eseguire il software sulla macchina virtuale!

Per ora faccio dal menù (successivo ad avvia) _prima_ “spegni senza salvare lo stato” perché avevo fatto click solo su “avvia”

_poi_ dal menù in alto “esci”

“prima sperimentazione”11:

Come 2° sperimentazione – dopo avere fatto leggere il sistema operativo – (come segue) converrà salvare lo stato ..

“prima sperimentazione”12:

Quindi il software detto virtuale machine si aspetta di leggere il sistema operativo (ubuntu 16.04 che avevo impostato come preferito) da una cartella in cui lo andrà a leggere e che può anche essere cambiata come cartella di origine.

Però devo prima disporre del sistema operativo (ubuntu 16.04) in formato immagine.

Poiché ubuntu 16.04 è un software gratuito, contrariamente ad altri sistemi operativi, come i sistemi “windows”

posso cercare sul web ..

http://releases.ubuntu.com/xenial/

faccio click sul link dove dice:

64-bit PC (AMD64) desktop image

inizia il download di un file in formato immagine denominato

ubuntu-16.04.5-desktop-amd64.iso

dimensione 1,5 GB

che sarà scaricato in circa 10 minuti

“prima sperimentazione”13:

Ora ho il sistema operativo in formato immagine da dare alla VM.

vado nella konsole di ubuntu e scrivo

sudo virtualbox

mi compare le videata già vista la prima volta (come già sopra esaminato)

ma *non* mi da la macchina virtuale che avevo già creato ..

rimuovo i tentativi precedenti e faccio “nuova” e salvo in

/home/lino/VirtualBox Vms/

salva lo stato prima di uscire

(in  questo modo salva le modifiche operate, compresa la associazione di usare ubuntu, nella versione fly).

“prima sperimentazione”14:

come si può leggere al link seguente:

https://sourceforge.net/projects/lqfbvm/

ESISTE UN TASTO DOWNLOAD (VERDE)

scaricherà il seguente file:

LQFB_VM v0.0.1(alpha) – 20131130.zip

è quindi una versione di liquid feedback che abbiamo già trovato al link:

http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

Poiché è un file zippato (zip)

dobbiamo decomprimerlo ..

servirà un software di decompressione ..

(lo metto su una usb e mi sposto su un computer che ha un sistema di decompressione)

quindi dovremo installarlo nella nostra vm.

ok

abbiamo -dopo la decompressione-

circa 1 GByte di file decompressi.

Il file principale è un file “ova”=Open Virtualisation Archive.

come si può leggere al link seguente:

https://www.element14.com/community/thread/18083/l/ova-file-raspberrypi-development-vm-v08ova?displayFullThread=true

si tratta di un archivio per macchine virtuali.

(i=4) kali

vado al link seguente:

https://sourceforge.net/projects/lqfbvm/

faccio il download :
Piattaforma LiquidFeedBack (v2.2.5) per l’E-Democracy pronta all’uso

nota bene va premuto il tasto “verde”! al link precedente!

ore 11.19 del 31 gen 2019 inizio del download di file zip chiamato:

*.zip che va nella cartella “download” (Scaricati)

c’è da aspettare la fine del download prima di operare ..

ore 11.26 terminato il download:

LQFB_VM v0.0.1(alpha) – 20131130.zip

699,6 MB

Creo una cartella separata in download e con tasto destro > “estrai qui” (direttamente da kali-linux)

si scompatta il file creando una cartella di scompattamento automaticamente detta:

LQFB_VM v0.0.1(alpha) – 20131130

in essa vi è:

  • LQFB_VM v0.0.1.ova
  • cartella: “LQFB_VM – Leggimi_files”
  • cartella: “LQFB_VM – Leggimi.htm”

“prima sperimentazione”15:

come si può leggere al link seguente:

https://www.aranzulla.it/come-usare-virtualbox-1054804.html

ma anche al link seguente:

http://lug.uniroma2.it/2015/05/05/guida-sul-come-importare-unimmagine-di-una-macchina-virtuale/

il formato “ova” può essere importato nella vm.

(i=5) kali

Ora, disponendo del file “ova” ancora _prima_ di fare

“nuova” (nella macchina virtuale) (vedi foto)

che mi chiederebbe il sistema operativo su cui funzionare! ..

INVECE ..

vado a scegliere ..
file > “importa applicazione virtuale”

vado a cercare con click su “cartella” il percorso del mio file “ova”

“apri” > successivo > importa > avviene il caricamento nella vm

crea la prima vm senza macchina di prova come era avvenuto nella 1° sperimentazione

BENSI’ ..

direttamente la sola vm di dembian come si vede nella foto seguente

stop ore 13.31 del 31 gen 2019

“prima sperimentazione”16:

in Vm “file”  > “importa applicazione virtuale” > selezionare il percorso desiderato aprendo la icona “cartella”

“prima sperimentazione”17:

ho importato tutto tramite la selezione del file “LQFB_VM v0.0.1.ova” mentre era aperta la prima macchina virtuale da me creata (VM-1)

risultato?

Ha creato una nuova macchina virtuale!

Il nome è LQFB_VM come si vede in figura seguente ..

premo “avvia” sulla nuova macchina virtuale .. ma ottengo il seguente messaggio

++
cit on
++

impossibile avviare la macchina virtuale LQFB_VM poiché le seguenti interfacce fisiche non sono state trovate

Controller Realtek PCIe GBE Family (adapter 1)

puoi cambiare le impostazioni di rete della macchina o fermarla

“pulsante: cambia le impostazioni di rete”
“pulsante: copia”
“pulsante: chiudi VM”
++
cit off
++

premo chiudi

(i=6) kali

stiamo (lo ricordo) ripercorrendo il “percorso” di prima sperimentazione, ma sotto la scritta “kali” (come ora) siamo alla seconda implementazione!

Dunque con kali dobbiamo verificare se il nostro sistema su vm funziona:

da konsole di kali abilito la vm scrivendo virtual box

mi compare il seguente testo:

++
cit on
++

root@kali-lino-nome-rete-host:~# virtualbox
WARNING: The character device /dev/vboxdrv does not exist.
Please install the virtualbox-dkms package and the appropriate
headers, most likely linux-headers-amd64.

You will not be able to start VMs until this problem is fixed.
root@kali-lino-nome-rete-host:~#
++
cit off
++

da una ricerca sul web (siamo nella vm di kali-linx):

https://askubuntu.com/questions/927788/cant-run-virtualbox-the-character-device-dev-vboxdrv-does-not-exist

sudo apt-get install virtualbox-dkms

When it asks you to continue or not, press “y” (for yes) and then press Enter.

Do the same with

sudo apt-get install linux-headers-generic

(i=7) kali

implemento la prima installazione da terminale kali ..

risposta:

++
cit on
++

root@kali-lino-nome-rete-host:~# virtualbox
WARNING: The character device /dev/vboxdrv does not exist.
Please install the virtualbox-dkms package and the appropriate
headers, most likely linux-headers-amd64.

You will not be able to start VMs until this problem is fixed.
root@kali-lino-nome-rete-host:~# sudo apt-get install virtualbox-dkms
Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
Generazione albero delle dipendenze
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
virtualbox-dkms è già alla versione più recente (5.2.22-dfsg-1).
È stato impostato virtualbox-dkms per l’installazione manuale.
Il seguente pacchetto è stato installato automaticamente e non è più richiesto:
libunbound2
Usare “sudo apt autoremove” per rimuoverlo.
0 aggiornati, 0 installati, 0 da rimuovere e 1324 non aggiornati.
root@kali-lino-nome-rete-host:~#
++
cit off
++

riguardo alla seconda installazione cambio il testo come segue:

old:

sudo apt-get install linux-headers-generic

new:

sudo apt-get install linux-headers-amd64

risposta:

++
cit on
++
root@kali-lino-nome-rete-host:~# sudo apt-get install linux-headers-amd64
Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
Generazione albero delle dipendenze
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
linux-headers-amd64 è già alla versione più recente (4.19+101+kali1).
È stato impostato linux-headers-amd64 per l’installazione manuale.
Il seguente pacchetto è stato installato automaticamente e non è più richiesto:
libunbound2
Usare “sudo apt autoremove” per rimuoverlo.
0 aggiornati, 0 installati, 0 da rimuovere e 1324 non aggiornati.
root@kali-lino-nome-rete-host:~#
++
cit off
++

rilancio la richiesta di virtualbox da konsole di kali-linux ..

risposta:

poiché sia _prima_ e anche _dopo_ le aggiunte di installazione il messaggio del codice di errore NON è cambiato .. va identificato quali sono le cause:

  1. ciò non succedeva con ubuntu (nella prima sperimentazione: ma avevamo creato una VM-1 di prova da cui avevamo importato debian & C)
  2. nella sperimentazione con ubuntu c’era un problema similare (vedi seguito nella prima sperimentazione) a causa
    • sia del non accesso al web con cavo dalla rete fisica (anziché il collegamento wifi)
    • sia del fatto che il pacchetto della macchina virtuale non era esteso con la usb che avevo provvisoriamente disabilitato
    • sia c’erano ugualmente dei problemi di mettere on line la vm poiché ci si aspettava un server tipo apache che ne consentisse la messa on line.

Cercando di individuare un problema per volta stacco il collegamento wifi e collego il sistema operativo kali-linux da cavo fisico e verifico se mi consente di aprire la vm.

Poiché la questione non si sblocca uso il metodo di

  • creare macchina virtuale di prova
  • importare con la vm di prova quella di debian

(i=8) kali

elimino la vm di debian attuale

entro in vm da terminale di kali scrivendo:

virtualbox

tasto destro sulla vm debian (spenta) > rimuovi > “elimina tutti i file” > menù > file > esci

nuova

nome: VM-kali

tipo: Linux

versione: ubuntu 64

(sin noti che il so = ubuntu 64 glielo dovremo fornire _noi_ tramite immagine)

“prima sperimentazione”18:

ora da una ricerca:
https://www.dell.com/support/home/it/it/itbsdt1/drivers/driversdetails?driverid=531kt

si capisce che essendo collegato sul pc dell in wifi la maachina virtuale non riesce a vedere il collegamento hardware alla rete.

  1. mi collego alla rete tramite cavo fisico.
  2. mi scollego dal wifi
  3. verifico accesso al web
  4. rilancio la macchina virtuale rif LQFB

nuovo messaggio:

++

cit on

++

Implementation of the USB 2.0 controller not found!

Because the USB 2.0 controller state is part of the saved VM state, the VM cannot be started. To fix this problem, either install the ‘Oracle VM VirtualBox Extension Pack’ or disable USB 2.0 support in the VM settings.

Note! This error could also mean that an incompatible version of the ‘Oracle VM VirtualBox Extension Pack’ is installed (VERR_NOT_FOUND).

Codice ‘uscita: NS_ERROR_FAILURE (0x80004005)
Componente: ConsoleWrap
Interfaccia: IConsole {872da645-4a9b-1727-bee2-5585105b9eed}

++

cit off

++

“impostazioni” > usb > disabilito usb

ore 15.19 del 29 gennaio 2019

la macchina virtuale si collega al web e mi da la seguente situazione:

++

cit on

++

Debian GNU/Linux 7 lfvm tty1

lfvm login..

++

cit off

++

riandiamo al link seguente:

http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

faccio login come amministratore:

root

ottengo la situazione seguente:

quindi -cari amici- siamo dentro il sistema “liquid feedback” installato su un sistema operativo fisico ubuntu 16.04 detto “host”

ma che è in una macchina virtuale con sistema operativo debian (detto client).

sempre studiando il link:

http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

il comando ifconfig sulla vm non mostra l’indirizzo:

quindi ..

NON è vero che l’indirizzo si può sapere dalla vm, ma si può sapere dalla konsole di ubuntu (sistema host=sistema fisico) come si vede dal link seguente:

Ora -noto tale parametro- andiamo alla configurazione  ..

++

cit on

++

si ottiene che l’IP assegnato alla VM nella rete è, nell’esempio, 192.168.1.5. L’absolute_base_url nella configurazione del frontend deve fare riferimento a tale indirizzo IP.

Dalla shell dei comandi dell’utente root con un editor di testi aprire il file di configurazione myconfig.lua

root@lfvm:~# pico /opt/liquid_feedback_frontend/config/myconfig.lua

scorrere fino a raggiungere la riga per la configurazione dell’ absolute_base_url e correggere con  l’IP della VM (nel caso in questione 192.168.1.5)

-- Absolute base url of application
-- ------------------------------------------------------------------------
config.absolute_base_url = "http://192.168.1.5/lf/"

Per una veloce verifica basta raggiungere dalla rete esterna, ad es. con un browser dalla macchina host, l’indirizzo http://192.168.1.5/lf/

++

cit off

++

Nel nostro caso -quindi- il link sarà diverso (e sarà diverso ogni volta che si cambia la macchina su cui si implementa) e andiamo a vedere se la vm ci consente di apportare le modifiche che stiamo trattando ..

studio delle modifiche myconfig.lua:

  1. entro nella konsole di ubuntu
  2. abilito la modalità superammnistratore sudo -s
  3. invoco la virtual machine con “virtualbox”
  4. si apre la videata che mi mostra 2 macchine virtuali
    1. la macchina creata da me per prova
    2. la macchina creata dal file di cui abbiamo fatto prima il download del file ova e poi l’acquisizione
  5. nella macchina virtuale ova (debian) la seleziono
  6. tasto destro sulla selezione > avvio normale
  7. mi chiede di loggarmi con log (root) e pw (lqfb); tali valori -naturalmente- andranno cambiati prima di mettere la macchina on line nella sperimentazione su server.
  8. mi compare la presentazione del progetto e poi il software attende istruzioni.
  9. se scrivo ..
  10. pico /opt/liquid_feedback_frontend/config/myconfig.lua
  11. funziona anche con nano (editor) di debian (già preinstallato nella vm)
  12. abbiamo -quindi- un editor simile a “nano” che si chiama pico in cui dobbiamo arrivare alla riga seguente
  13. config.absolute_base_url = “http://192.168.1.5/lf/”
  14. che però va cambiata con il vero valore tratto da ifconfig (come abbiamo fatto sopra nella nostra sperimentazione).
  15. cambio il vecchio valore con il nuovo
  16. per spostarmi uso le “->” da tastiera
  17. per “uscire” (dopo le modifiche) la guida dice ^x (che significa premere il tasto “control=^” e contemporaneamente la x minuscola)
  18. affinché la uscita salvi le modifiche ci viene chiesto: “salvare il file modificato?” premere S per dire sì.
  19. nome del file salvato? (se si modifica anche il nome del file e la locazione andrebbe precisato, ma nel nostro caso non serve) .. basterà non aggiungere nulla e premere enter.
  20. per fare delle prove (preventive alle modifiche) -INTERNAMENTE ALLA MEMORIA VIRTUALE DELLA STESSA VM!- (dalla  konsole della vm) mettersi in home (cartella /home) .. creare un file di “prova” ad esempio nella cartella /home/lino/prova
  21. entrando con cd /home
  22. si può fare mkdir lino
  23. oppure direttamente mkdir /home/lino (nel qual caso non è necessario cambiare directory)
  24. con “touch prova” si crea il file vuoto “prova”
  25. quindi entrare in prova con
  26. pico /home/lino/prova
  27. si potrà uscire anche con exit dalla modalità amministratore
  28. si deve salvare lo stato della macchina virtuale dopo chiudi rif. alla vm.

La questione del server (per esempio Apache) che è lo “strumento” per mettere on line un sito web?

Il software che stiamo studiando sta sottointendendo che ci sia aspetta che il server (per esempio apache) sia configurato su www-data!

si veda

3.1) Configurazione del DB

Se così NON fosse .. il criterio di visualizzazione proposto (tramite il server) .. non visualizzerà il software (LQFB) che stiamo configurando!

Quindi un computer può osservare “se stesso”! .. anche senza un “nome di dominio assegnato” dalla autorità competente .. ma tale “specchio” sarà raggiungibile solo dal computer stesso! .. e non da altri computer se non dopo la assegnazione delle tabelle di corrispondenza tra i codici numerici e quelli alfa numerici.

Da cui dovrò spostarmi su un computer configurato ad hoc diverso da quello che sto usando ora (a causa del fatto che NON voglio modificare apache su quello attuale).

Infatti pur avendo -qui- un software apache, NON è nella configurazione ipotizzata da LQFB.

In realtà utilizzerò una diversa partizione dello stesso computer a cui si può accedere come se fosse un computer diverso.

Reimpostazione:

1 febbraio 2019, ore 12.35

il punto della situazione è il seguente dopo avere creato un VM-kali

++
cit on
++

Kernel driver not installed (rc=-1908)

The VirtualBox Linux kernel driver (vboxdrv) is either not loaded or there is a permission problem with /dev/vboxdrv. Please reinstall virtualbox-dkms package and load the kernel module by executing

‘modprobe vboxdrv’

as root.

where: suplibOsInit what: 3 VERR_VM_DRIVER_NOT_INSTALLED (-1908) – The support driver is not installed. On linux, open returned ENOENT.
++
cit off
++

da una ricerca sul web:

https://askubuntu.com/questions/920689/how-to-fix-modprobe-vboxdrv-error-in-virtualbox

https://askubuntu.com/questions/920618/cant-make-machines-in-virtualbox?noredirect=1#comment1453750_920618

https://askubuntu.com/questions/762254/why-do-i-get-required-key-not-available-when-install-3rd-party-kernel-modules

Dunque, dalla lettura dei link precedenti .. ed in particolare dell’ultimo .. si capisce che kali-linux “blinda” alcune modifiche -in particolare- che impediscono la configurazione della vm.

Per superare questo problema necessita entrare nel sistema detto UEFI

si tratta di un nuovo tipo di bios e cioé del software che precede la installazione del sistema operativo.

  1. entrare in grub (nella mia macchina è il nome del software che implementa UEFI)
  2. The easiest way to fix this issue is to disable Secure Boot in UEFI (BIOS) settings.

ore 14.38 del 1 feb 2019:

esiste una voce etichettata:

“security boot” > security boot mode >

old:
[v] Deployed mode (può bloccare)
[  ] Audit mode (NON può bloccare)

new:

[  ] Deployed mode (può bloccare)
[v] Audit mode (NON può bloccare)

dopo questa modifica vado a ripetere la sperimentazione sulla vm.

il problema rimane! .. poiché la architettura di kali-linux richiede un modo particolare di configurare la acquisizione della virtual machine: la soluzione (al 2018, ma non(!) al 2019) è al link seguente ..

REIMPOSTAZIONE DELLA CONFIGURAZIONE SUL SISTEMA OPERATIVO KALI-LINX:

https://computingforgeeks.com/how-to-install-latest-virtualbox-on-kali-linux-rolling/

Però _prima_ è consigliabile la dis-installazione di quanto abbiamo caricato ed installato!

old:

sudo apt-get install virtualbox-dkms

When it asks you to continue or not, press “y” (for yes) and then press Enter.

Do the same with

sudo apt-get install linux-headers-amd64 

new (ore 15.44 del 1 feb 2019)

sudo apt-get remove --purge virtualbox-dkms

sudo apt-get remove --purge linux-headers-amd64

ma prima si deve entrare nella virtual machine come segue ..

cancello la mia virtual machine di prova .. entrando con

virtualbox

rimuovi > elimina tutti i file

old:

sudo apt-get install virtualbox

new:

sudo apt-get remove –purge virtualbox


DAL LINK CHE STIAMO STUDIANDO:

https://computingforgeeks.com/how-to-install-latest-virtualbox-on-kali-linux-rolling/

root@kali-lino-nome-rete-host:~# wget -q https://www.virtualbox.org/download/oracle_vbox_2016.asc -O- | sudo apt-key add –
OK
root@kali-lino-nome-rete-host:~# wget -q https://www.virtualbox.org/download/oracle_vbox.asc -O- | sudo apt-key add –
OK
root@kali-lino-nome-rete-host:~# echo “deb [arch=amd64] http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian $(lsb_release -sc) contrib” | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/virtualbox.list
deb [arch=amd64] http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian kali-rolling contrib

sudo apt update
Scaricamento di:1 http://kali.download/kali kali-rolling InRelease [30,5 kB]
Scaricamento di:2 http://kali.download/kali kali-rolling/main amd64 Packages [17,0 MB]
Ignorato:3 http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian kali-rolling InRelease
Errore:4 http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian kali-rolling Release
404 Not Found [IP: 2.22.92.152 80]
Scaricamento di:5 http://kali.download/kali kali-rolling/non-free amd64 Packages [187 kB]
Scaricamento di:6 http://kali.download/kali kali-rolling/contrib amd64 Packages [98,3 kB]
Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
E: Il repository “http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian kali-rolling Release” non ha un file Release.
N: L’aggiornamento da tale repository non può essere eseguito in modo sicuro ed è quindi disabilitato come impostazione predefinita.
N: Consultare la pagina man apt-secure(8) per la creazione di un repository e la configurazione utente.
root@kali-lino-nome-rete-host:~#

root@kali-lino-nome-rete-host:~# sudo apt install linux-headers-$(uname -r) dkms Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
Generazione albero delle dipendenze
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
E: Impossibile trovare il pacchetto linux-headers-4.18.0-kali2-amd64
E: Impossibile trovare alcun pacchetto tramite il glob “linux-headers-4.18.0-kali2-amd64”
E: Impossibile trovare alcun pacchetto tramite l’espressione regolare “linux-headers-4.18.0-kali2-amd64”
root@kali-lino-nome-rete-host:~#

root@kali-lino-nome-rete-host:~# sudo apt install virtualbox virtualbox-ext-pack
Lettura elenco dei pacchetti… Fatto
Generazione albero delle dipendenze
Lettura informazioni sullo stato… Fatto
I seguenti pacchetti sono stati installati automaticamente e non sono più richiesti:
dkms libunbound2 linux-compiler-gcc-8-x86 linux-headers-4.19.0-kali1-amd64
linux-headers-4.19.0-kali1-common linux-kbuild-4.19
Usare “sudo apt autoremove” per rimuoverli.
I seguenti pacchetti aggiuntivi saranno inoltre installati:
virtualbox-qt
Pacchetti suggeriti:
vde2 virtualbox-guest-additions-iso
I seguenti pacchetti NUOVI saranno installati:
virtualbox virtualbox-ext-pack virtualbox-qt
0 aggiornati, 3 installati, 0 da rimuovere e 1330 non aggiornati.
È necessario scaricare 12,5 kB/25,5 MB di archivi.
Dopo quest’operazione, verranno occupati 107 MB di spazio su disco.
Continuare? [S/n] S
Scaricamento di:1 http://kali.download/kali kali-rolling/contrib amd64 virtualbox-ext-pack all 5.2.22-1 [12,5 kB]
Recuperati 12,5 kB in 1s (18,5 kB/s)
Preconfigurazione dei pacchetti in corso
Selezionato il pacchetto virtualbox non precedentemente selezionato.
(Lettura del database… 360069 file e directory attualmente installati.)
Preparativi per estrarre …/virtualbox_5.2.22-dfsg-1_amd64.deb…
Estrazione di virtualbox (5.2.22-dfsg-1)…
Selezionato il pacchetto virtualbox-ext-pack non precedentemente selezionato.
Preparativi per estrarre …/virtualbox-ext-pack_5.2.22-1_all.deb…
License has already been accepted.

#commento: con tasto “Esc” > enter su ok

Estrazione di virtualbox-ext-pack (5.2.22-1)…
Selezionato il pacchetto virtualbox-qt non precedentemente selezionato.
Preparativi per estrarre …/virtualbox-qt_5.2.22-dfsg-1_amd64.deb…
Estrazione di virtualbox-qt (5.2.22-dfsg-1)…
Elaborazione dei trigger per mime-support (3.61)…
Elaborazione dei trigger per desktop-file-utils (0.23-4)…
Elaborazione dei trigger per menu (2.1.47+b1)…
Configurazione di virtualbox (5.2.22-dfsg-1)…
vboxweb.service is a disabled or a static unit, not starting it.
Job for virtualbox.service failed because the control process exited with error code.
See “systemctl status virtualbox.service” and “journalctl -xe” for details.
invoke-rc.d: initscript virtualbox, action “restart” failed.
● virtualbox.service – LSB: VirtualBox Linux kernel module
Loaded: loaded (/etc/init.d/virtualbox; generated)
Active: failed (Result: exit-code) since Fri 2019-02-01 16:39:37 CET; 6ms ago
Docs: man:systemd-sysv-generator(8)
Process: 15057 ExecStart=/etc/init.d/virtualbox start (code=exited, status=1/FAILURE)

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host systemd[1]: Starting LSB: VirtualBox Linux kernel module…

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host virtualbox[15057]: Loading VirtualBox kernel modules…No suitable module for running kernel found … failed!

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host virtualbox[15057]: failed!

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host systemd[1]: virtualbox.service: Control process exited, code=exited status=1

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host systemd[1]: virtualbox.service: Failed with result ‘exit-code’.

feb 01 16:39:37 kali-lino-nome-rete-host systemd[1]: Failed to start LSB: VirtualBox Linux kernel module.

Elaborazione dei trigger per systemd (239-10)…
Elaborazione dei trigger per man-db (2.8.4-2+b1)…
Elaborazione dei trigger per shared-mime-info (1.10-1)…
Elaborazione dei trigger per gnome-menus (3.13.3-11)…
Elaborazione dei trigger per hicolor-icon-theme (0.17-2)…
Configurazione di virtualbox-qt (5.2.22-dfsg-1)…
Configurazione di virtualbox-ext-pack (5.2.22-1)…
removing old virtualbox extension packs
virtualbox-ext-pack: downloading: http://download.virtualbox.org/virtualbox/5.2.22/Oracle_VM_VirtualBox_Extension_Pack-5.2.22.vbox-extpack
The file will be downloaded into /usr/share/virtualbox-ext-pack
WARNING: The character device /dev/vboxdrv does not exist.
Please install the virtualbox-dkms package and the appropriate
headers, most likely linux-headers-amd64.

You will not be able to start VMs until this problem is fixed.
License accepted.
0%…10%…20%…30%…40%…50%…60%…70%…80%…90%…100%
Successfully installed “Oracle VM VirtualBox Extension Pack”.
Elaborazione dei trigger per menu (2.1.47+b1)…
root@kali-lino-nome-rete-host:~#

Quindi sebbene il 17 ottobre 2018 l’autore del manuale:

https://computingforgeeks.com/how-to-install-latest-virtualbox-on-kali-linux-rolling/

abbia verificato che anche su kali-lnux era installabile la virtual machine,

INVECE .. oggi 1 febbraio 2019 ..

la nuova versione di kali-linux CONTINUA  a creare problemi di “autorizzazioni” a implementare una virtual machine.

Siamo convinti che i progettisti di kali-linux avranno chiaro come configurare per creare un tunnel di autorizzazione. Ma non ci sembra che le esigenze di max sicurezza di kali-linux si prestino alla nostra sperimentazione .. poiché -MAGARI- tra pochi mesi cambierà ancora la procedura per potere accedere alla VM!

Ci eravamo spostati sulla attuale partizione con il sistema kali, poiché il s.o. ubuntu lo avevamo dedicato alla sperimentazione onion.

TUTTAVIA siamo dell’idea che ubuntu sia la piattaforma ideale per completare la sperimentazione sulla VM, ed infatti eravamo riusciti ad entrare nella configurazione interna(!) alla vm, e ci eravamo fermati solo per un problema di configurazione di apache.

Da cui necessiterà impostare i seguenti passaggi per completare la nostra sperimentazione su ubuntu:

  1. ripristinare grub di kali da audit -> deployed (v=fatto)
  2. disinstallare la vm da kali e anche le altre 2 installazioni di dkms & headers
    • entro in virtual machine con konsole kali > elimino la macchina > tasto destro sulla vm > rimuovi > elimina tutti i file file > esci (v)
    • dal terminale kali:sudo apt-get remove --purge virtualbox-dkms(v)sudo apt-get remove --purge linux-headers-amd64(x)
    • sudo apt-get remove –purge virtualbox (non accettata) (v)
    • sudo apt-get remove virtualbox (ok: 107 MB di spazio liberato) (v)
    • exit (dal terminale konsole di kali-linux) (v)
  3. rientrare in ubuntu e azzerare onion (ne esiste un manuale su questo blog in particolare ultima alla lezione https://6viola.wordpress.com/2019/01/17/fix_n2-tors-white_list/
    • t1: ci scolleghiamo dal web
    • t2: sudo service apache2 stop
    • t3: sudo service tor stop
    • t4: vim /etc/apache2/envvars
      scambio tra www-data & debian-tor :wq
    • t5: sudo chown R www-data:www-data /var/{lock,log}/apache2 /var/www (nota bene: /var/www è “staccato” dall’indirizzo che lo precede)
    • t4′: vim /etc/apache2/apache2.conf (dobbiamo entrare per eliminare <FilesMatch “private_key”> “Require all denied” lo facciamo aggiungendo il #) :wq
    • t6: vim /etc/tor/torrc (anziché con cat)
      #HiddenServiceDir /var/lib/tor/hidden_service/
      #HiddenServicePort 80 127.0.0.1:80 :wq
    • t7: entriamo nella directory che una volta non era accessibile per cancellare ..
      /var/lib/tor
    • t8: esempio di cancellazione “rm /var/lib/tor/state” (ho cancellato tutti i rami sotto la directory “tor”)
  4. configurare apache in modo ordinario per visualizzare la vm: vedi sopra .. ora posso prima collegarmi al web
    • sudo service apache2 start
    • abilito wi-fi
  5. ora debbo dis-installare wm che era già su ubuntu? no! faccio un tentativo di visualizzare .. (infatti, ora il server apache NON è più dedicato ad altro, ma alla virtual machine)
  6. ok, la virtual machine è on line come si vede dalla foto seguente
  7. inoltre sono entrato come amministratore ed ho cambiato log & pw
  8. sulla questione dell’indirizzamento sicuro:
    si può leggere (ad esempio) il link seguente una volta che si prenota un ISP:
    https://flavioweb.net/come-passare-sito-da-http-a-https/

5 feb 2019:

stiamo studiando il link seguente:
http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

ed in particolare la sezione che cito:

2.1.2) Setup di Exim per l’utilizzo di un server SMTP esterno

  1. +avvio la virtual machine (nota bene: mettersi in modalità superamministratore)
  2. +cioé scrivo “virtualbox” nella konsole di ubuntu
  3. +LQFB_VM mi compare spenta e la devo avviare: tasto destro > avvia > avvia normale
  4. +mi compare una shell con su scritto:
  5. +lfvm login: _
  6. +scrivo log & pw
  7. +compare presentazione .. poi terminale .. root@lfvm .. in cui scrivere dpkg .. vedi seguito ..
  8. root@lfvm:~# dpkg-reconfigure exim4-config
  9. +dopo “enter” della istruzione precedente .. compare la fig.1 seguente .. che salvo dal menù “visualizza >cattura schermata > ok (tramite enter)” e poi metto qui di seguito:
    +fig.1
  10. +Grazie al tasto “tab” si deve evidenziare “<ok>” quindi premere il tasto “enter” ..
  11. +nella fig.2 (segue) che si mostra dopo il passo precedente (passo precedente=fig.1) selezioniamo (con il tasto “tab”) ” SMTP” seleziona il sotto_tipo ..
    • 1op.posta inviata tramite uno «smarthost»; ricevuta via SMTP o fetchmail? (nota bene: significa che stiamo scegliendo di volere inviare e ricevere la posta grazie -per esempio- al “servizio gmail” che andrà configurato per funzionare “NON come pop3”, ma bensì come “imap“!)

    • 2op.posta inviata tramite uno «smarthost»; niente posta locale? (è una tipologia che non userebbe il “servizio gmail”)

    • 3op.solo consegna locale; non in rete
    • 4op.nessuna configurazione per il momento (segue la foto) ..
      fig.2
  12. +quindi ho scelto come indicato nelle istruzioni la “1op” (tramite tasto “tab” compare “ok” e quindi invio con “enter”)
  13. +dopo enter mi compare una nuova schermata (vedi fig.3) .. è già preimpostato “lfvm.test” lascio il valore preimpostato.
  14. +fig.3
  15. +ho lasciato nella fig.3 (precedente) “mailname=lfvm.test” .. mi sposto tramite tab su ok e quindi enter
  16. nuova schermata (vedi fig.4 che segue) .. la scritta seguente è preimpostata
    Indirizzi IP sui quali attendere connessioni SMTP in ingresso: 127.0.0.1 ; ::1
    
  17. +fig.4
  18. +lascio il valore preimpostato (lascio quindi 127.0.0.1_;_::1) > tab > fino ad ok > enter
  19. +nuova schermata come nella foto seguente  (fig.5) .. in cui è preimpostato “lfvvm.test” (preimpostato)
    fig.5
  20. +lascio il valore “lfvm.test” .. mi sposto con il tasto “tab” > “enter”
    e si visualizza fig. 6 (seguente):
  21. +Sistemi per i quali fare il «relay»: lascio <vuoto> segue ..
    +fig.6
  22. +al solito da fig. 6 .. con tab ed enter (avendo lasciato il campo da compilare “vuoto”) .. seleziono ok e quindi si ha fig.7 che segue:
  23. +fig.7:

http://guide.debianizzati.org/index.php/Impostare_Exim_per_inviare_tramite_GMail

  • Indirizzo IP o hostname per lo «smarthost» in uscita: smtp.gmail.com::587
  • http://www.debianizzati.org/phpbb/viewtopic.php?f=19&t=39941
  • https://aiuto.libero.it/articolo/mail/nuova-configurazione-per-client-di-posta-imap-e-smtp/
  • +dalla mia sperimentazione: si deve scrivere “465” non solo rif. a libero.it, ma anche con gmail.com! (ciò è tratto dal riconoscimento automatico di thunderbird in riferimento all’avere creato una casella di prova su gmail.com!)
  • +-quindi devo entrare nella videata precedente! (fig.7)
    e “sostituire al numero 587 -> 465
  • +-“procedura sulla virtual machine” (per realizzare la modifica): con il tasto  “<-” (cancella già posizionato sull’ultima cifra) cancello 587 .. quindi scrivo il numero 465
  • +-mi sposto con tab su ok e poi premo “enter”
  • +-mi compare fig.8 (segue) in cui si dice: “l’intestazione dei messaggi in uscita può essere cambiata .. attualmente è lfvm.test” .. […].. “omettere il mail name nei messaggi in uscita?” lascio la configurazione preimpostata su “no” .. premo enter .. lascio i valori pre-impostati come si vede nelle foto seguenti ..
  • +fig.8:
  • fig.9
  • fig.10
  • fig.11
  • fig.12
  • fig.13 (ripete la fig.12 ed in più aggiunge il reload)
  • +chiedeva il reload che eseguo in fig.13 ..
    root@lfvm:~# /etc/init.d/exim4 reload
  • fig.14
  • +nel seguito è citata la guida (al solito link) che si propone la configurazione al link /etc/exim4/passwd.client
  • +cito la guida:
  • (il seguito NON è stato ancora verificato)

++
cit on
++

  • “Exim risulta quindi configurato per instradare i messaggi di posta elettronica attraverso un server SMTP esterno e  per completarne la configurazione occorre impostare il nome utente e la password che si devono utilizzare per l’accesso a tale servizio”. “Dalla shell dei comandi dell’utente root con un editor aprire il file di configurazione/etc/exim4/passwd.client” 

-*root@lfvm:~# pico /etc/exim4/passwd.client

  • “e modificare i parametri evidenziati in grassetto”
    # password file used when the local exim is authenticating to a remote
    # host as a client.
    #
    # see exim4_passwd_client(5) for more documentation
    #
    # Example:
    ### target.mail.server.example:login:password
    nome_smarthost:user:password

    dove nome_smarthost è quello indicato nella precedente configurazione di Exim e user password sono quelli da utilizzare per il login al servizio. Nel caso ad es. di Gmail risulta funzionante la seguente configurazione:

    ### target.mail.server.example:login:password
    gmail-smtp.l.google.com:user:password
    *.google.com:user:password
    smtp.gmail.com:user:password
  • Per la verifica, eseguire il reload di Exim
    root@lfvm:~# /etc/init.d/exim4 reload

    inviare una mail di prova

    root@lfvm:~# echo 'ok' | mail -s 'Exim4 - SMTP Relay Test' amministrazione.libera@gmail.com

    e verificare nel log di Exim

    root@lfvm:~# tail -f /var/log/exim4/mainlog

    che non siano presenti errori

    2013-11-26 17:48:49 1VlLoc-0001BO-DO => amministrazione.libera@gmail.com R=smarthost T=remote_smtp_smarthost H=gmail-smtp-msa.l.google.com [74.125.136.108] X=TLS1.2:RSA_ARCFOUR_SHA1:128 DN="C=US,ST=California,L=Mountain View,O=Google Inc,CN=smtp.gmail.com"
    2013-11-26 17:48:49 1VlLoc-0001BO-DO Completed

    Se sono stati completati correttamente i passaggi precedenti allora dalla rete reale è possibile raggiungere l’interfaccia WEB di LQFB e riceverne le comunicazioni via MAIL.

++
cit off
++

more info:
https://manpages.debian.org/jessie/exim4-config/exim4-config_files.5.en.html

/etc/exim4/passwd.client
contains account and password data for SMTP authentication when exim is authenticating as a client to some remote server.
The file should contain lines of the form

target.mail.server.example:login-user-name:password
which will cause exim to use login-user-name and password when sending messages to a server with the canonical host name target.mail.server.example. Please note that this does not configure the mail server to send to (this is determined in Debconf), but only creates the correlation between host name and authentication credentials to avoid exposing passwords to the wrong host.
Please note that target.mail.server.example is currently the value that exim can read from reverse DNS: It first follows the host name of the target system until it finds an IP address, and then looks up the reverse DNS for that IP address to use the outcome of this query (or the IP address itself should the query fail) as index into /etc/exim4/passwd.client.
This goes inevitably wrong if the host name of the mail server is a CNAME (a DNS alias), or the reverse lookup does not fit the forward one.
Currently, you need to manually lookup all reverse DNS names for all IP addresses that your SMTP server host name points to, for example by using the host command. If the SMTP smarthost alias expands to multiple IPs, you need to have multiple lines for all the hosts. When your ISP changes the alias, you will need to manually fix that.
You may minimize this trouble by using a wild card entry or regular expressions, thus reducing the risk of divulging the password to the wrong SMTP server while reducing the number of necessary lines. For a deeper discussion, see the Debian BTS #244724.
password is your SMTP password in clear text. If you do not know about your SMTP password, you can try using your POP3 password as a first guess.
This file must be readable for the Debian-exim user and should not be readable for others. Recommended file mode is root:Debian-exim 640.

traduzione:

/etc/exim4/passwd.client
contiene i dati dell’account e della password per l’autenticazione SMTP quando exim esegue l’autenticazione come client su un server remoto.
Il file dovrebbe contenere linee del modulo

target.mail.server.example: login-nome-utente: Password
che farà sì che exim utilizzi login-nome utente e password durante l’invio di messaggi a un server con il nome host canonico target.mail.server.example. Si noti che questo non configura il server di posta da inviare a (questo è determinato in Debconf), ma crea solo la correlazione tra il nome host e le credenziali di autenticazione per evitare di esporre le password all’host sbagliato.
Si noti che target.mail.server.example è attualmente il valore che exim può leggere dal DNS inverso: segue dapprima il nome host del sistema di destinazione finché non trova un indirizzo IP, quindi cerca il DNS inverso per quell’indirizzo IP per utilizzare il risultato di questa query (o l’indirizzo IP stesso in caso di esito negativo della query) come indice in /etc/exim4/passwd.client.
Ciò è inevitabilmente sbagliato se il nome host del server di posta è un CNAME (un alias DNS) o se la ricerca inversa non si adatta a quella diretta.
Attualmente, è necessario cercare manualmente tutti i nomi DNS inversi per tutti gli indirizzi IP a cui punta il nome host del server SMTP, ad esempio utilizzando il comando host. Se l’alias smarthost SMTP si espande su più IP, è necessario disporre di più linee per tutti gli host. Quando l’ISP cambia l’alias, dovrai correggerlo manualmente.
È possibile minimizzare questo problema utilizzando una voce con caratteri jolly o espressioni regolari, riducendo così il rischio di divulgare la password al server SMTP sbagliato riducendo al contempo il numero di righe necessarie. Per una discussione più approfondita, vedere Debian BTS # 244724.
la password è la password SMTP in chiaro. Se non conosci la tua password SMTP, puoi provare a usare la tua password POP3 come prima ipotesi.
Questo file deve essere leggibile per l’utente Debian-exim e non dovrebbe essere leggibile per altri. La modalità file consigliata è root: Debian-exim 640.

nota bene il sito web sarà visualizzabile solo se la vm è attiva: cioè da konsole va lanciata con la scritta “virtualbox” > apri.

Sempre studiando la guida al seguente indirizzo:
http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

vi sono le istruzioni per la programmazione del data base interna alla virtual machine.

C’è da dire -in conclusione dello studio attuale alcune cose fondamentali:

  1. la sperimentazione della vm avviene sul nostro computer e quindi in “locale”.
  2. l’utilizzo della vm, terminata la sperimentazione locale, avverrà in “remoto”, e quindi su un computer su cui collocare la virtual machine.
  3. per “entrare” in una virtual machine in remoto? .. al link seguente è mostrato che ciò è possibile a prescindere delle “risorse” normalmente messe a disposizione di una configurazione con data base separati come ad esempio in joomla!
    https://www.giuseppefava.com/attivare-laccesso-remoto-virtualbox/
  4. rimane il fatto -però- che l’attuale sistema con virtuale machine potrebbe essere implementato con strumenti distinti (php, sql, etc) e quindi in modo più flessibile ed efficiente.
  5. Inoltre la “presentazione” del sito web non ha facilità né di presentare le news, e né separatamente i sistema degli argomenti di discussione e votazione.
  6. Da cui riteniamo più efficiente l’uso di una configurazione vm solo come sperimentazione in locale ed eventualmente applicarla a una configurazione siti dinamici di tipo joomla! .. e simili.
  7. stop

link di rif.:
http://amministrazionelibera.org/?page_id=101&i=1

ultimo aggiornamento:

14 febbraio 2019, ore 17.46