Lezioni di Economia: n1
Introduzione alle questioni di MACROECONOMIA (video):
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Note Biografiche sull’autore Ing. Lino Tufano del video precedente:
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Altre video-interviste:
https://6viola.wordpress.com/lino_cibernetico_video/
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inizio
del documento citato nel video
“La truffa del debito pubblico”
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Partiamo dall’esame della seguente fonte
Meccanismi di collocamento dei titoli di Stato:
http://it.wikipedia.org/wiki/Meccanismi_di_collocamento_dei_titoli_di_Stato
La prima fonte ci consente anzitutto di capire che la modalità principale è -per uno Stato- di utilizzare il meccanismo delle aste per offrire (1) «nuovi titoli», oppure (2) «rinnovo di titoli in scadenza», a secondo che il quantum del debito pubblico sia nella politica di essere -rispettivamente- incrementato (nella nuova emissione) o rifinanziato (nel senso che i vecchi acquirenti possono decidere di rinnovare -per un ulteriore periodo- il prestito allo Stato, oppure no).
Necessita infatti chiarire per coloro che stanno seguendo questa esposizione senza una cultura specifica sui fatti di macro economia, che il “titolo di Stato”, anche detto “moneta a debito”, è un contratto in cui chi emette il titolo (in genere uno Stato) si obbliga (ed è questa ragione per cui a volte si parla di “obbligazioni”) a pagare un interesse, un beneficio in genere percentuale, su un prestito ottenuto da chi faccia il versamento in denaro per l’acquisto del titolo, da cui anche il nome di “moneta a debito” visto che è lo Stato che contrae un debito rispetto alla emissione di “titoli di Stato”.
Il valore di questo beneficio associato alla emissione dei titoli di Stato, oltre che la restituzione di quanto versato, è una tipologia normata a secondo del nome che si da al titolo. Può quindi avvenire alla sottoscrizione, in itinere, alla scadenza, ed in altre molteplici modalità che si evincono dalla lettura del contratto che norma la emissione.
Ad esempio nei titoli detti BOT: la forma contrattuale è accreditare su un conto ad hoc, prima della asta, il valore in denaro e poi la disponibilità del controvalore dei titoli, maggiorati dell’interesse. I vincoli sono principalmente nel fatto che il denaro associato ai titoli non è utilizzabile se non alla scadenza, con la ulteriore specifica che alcuni operatori possono ri-contrattare la collocazione della “titolarità dei titoli” e quindi un passaggio di proprietà anticipato, prima della effettiva scadenza.
Secondo alcuni economisti questa ultima clausola, laddove sia presente, potrebbe “turbare” la caratteristica non solo del titolo stesso, ma del mercato sia rispetto alle precedenti, che alle attuali, che alle future emissioni.
Infatti, se esaminiamo l’andamento della emissione dei titoli della Grecia dal 1993 al 2012 si vede che i tassi di interesse sono saliti anche fino a quasi 35% con un apice alla fine del 2011(vedi link: http://www.dirittobancario.it/sites/default/files/allegati/finanza_e_economia_reale a pag 4 documento del prof. Minenna Università Bocconi di Milano) proprio perché la manifestazione degli speculatori di volersi disfare dei titoli greci ne ha dato due tipologie di valore:
i) il valore ufficiale contrattato al momento della acquisizione nelle aste deputate a ciò.
ii) il valore ufficioso influenzato dalla propensione degli speculatori di accontentarsi di una sottovalutazione del prezzo ufficiale per sfiducia che il governo greco fosse in grado di onorare le “obbligazioni” assunte, per esempio per caso di dichiarare fallimento (in inglese: default).
In particolare le due tipologie di valore sono contrattate su due diversi “mercati” detti mercato primario e mercato secondario. Un approfondimento al link seguente: http://www.economiaepolitica.it/index.php/primo-piano/leccezione-tedesca-nel-collocamento-dei-titoli-di-stato/
Attorno a tale materia, recentemente è affiorata una inusitata congerie di attività non chiaramente normate che vedono iniziative di titoli di supporto: i cosiddetti swaps:
http://it.wikipedia.org/wiki/Credit_default_swap
Negli swaps si possono vedere delle forme contrattuali in cui ad alcuni soggetti si possono offrire di coprire una sorta di assicurazione a che una operazione possa andare a buon fine. Nello specifico che stiamo esaminando: il fatto che a fronte di un corrispettivo di denaro, colui che acquista titoli di Stato possa essere garantito dalla eventualità che tali titoli diventino carta straccia (perché lo Stato che li ha emessi dichiari fallimento).
Sul caso della Grecia chi abbia voglia di documentarsi troverà molta documentazione di come si sia organizzato di non fare fallire la Grecia, promettendo nuovi acquisti di titoli di Stato, e quindi liquidità per le necessità di cassa della Grecia, per avere le risorse almeno di pagare gli impiegati pubblici e le spese correnti, ma la richiesta di assolvere a svendita del patrimonio pubblico, e richiesta di ridurre i servizi erogati come sanità, assistenza sociale, farmaci esenti alle persone disagiate, norma sul mercato del lavoro, del sistema pensionistico, etc.
Quindi la elite degli speculatori, tramite la leva finanziaria, è ufficialmente uscita allo scoperto di volere condizionare la politica economica degli Stati, salvo lasciarli fallire con un meccanismo semplice:
1) prima comprare i titoli pubblici dello Stato sotto attacco.
2) subito dopo non rinnovare fiducia che si sarebbe rinnovato l’acquisto alla scadenza.
3) perturbare il mercato che -per l’effetto bisonte- avrebbe seguito il corso di vendere i titoli sotto attacco o manifestare la intenzione di vendere creando la tendenza di volere disfarsi dei titoli prima della scadenza ed accettare un valore minore a chi si offrisse di acquistarli (contrattazioni prima della scadenza sul mercato secondario).
4) recuperare il controllo della tendenza al default riproponendo acquisti in presenza di promesse del governo del paese sotto attacco sulla politica economica e finanziaria.
5) impedendo che lo stato fallisca prima di avere venduto agli speculatori tutti i beni pubblici a prezzi irrisori anche facendo squalificare le azioni delle società ex-pubbliche con l’uscita di documenti di corruzione, ruberie, malversazioni e quindi imporre una politica dei saldi, oltre il fatto che non si sarebbero pagati gli swaps perché non sarà mai permesso alla Grecia di fallire, ma bensì solo di andare sul lastrico, di una desertificazione industriale e azzeramento conseguente della occupazione, verso le condizioni che favoriscano la guerra civile per ottenere l’ulteriore risultato di potere reprimere le ribellioni verso il modello dell’economista Malthus, ossia una diminuzione della popolazione mondiale: http://it.wikipedia.org/wiki/Malthusianesimo
Anticipo che a tutto ciò c’è una facile soluzione democratica e pacifica: non votare coloro che facciano parte dei club di speculatori come il club Bilderberg, teoreti della competizione. Anche se, in verità, le élite non sono solo quelle ora indicate ed è compito di ciascuna persona una azione di controllo democratico in ogni forza politica. Anzi, pretendere che il reale sia solo in bianco e nero, buoni e cattivi è sbagliato. Come movimento viola consigliamo una opera di informazione e dialogo in ogni forza politica.
More info (maggiori informazioni) al link:
Competizione e crescita, per i NEO_LIBERISTI, significa che chi non è competitivo sarà lasciato morire e chi non cresce sarà lasciato all’inedia fino all’estinzione dei poveri, favorendo solo i ricchi.
La ricchezza non è un dis-valore, poiché potrebbe essere accumulo di risorse lecitamente acquisite. Ma in una società che elegga i suoi rappresentanti la collettività si deve porre il problema se l’accesso ad una posizione dominante sia lecito che sia esercitato in modo leonino, ossia sovvertendo -in un continuum- le regole grazie al battere il pugno sul tavolo che valga “la legge del più forte”.
Nelle organizzazioni democratiche la sovranità spetta al popolo che la delega o la esercita direttamente consentendo la scrittura di leggi “erga omnes”, ossia che valgano per tutti, alla stessa maniera, dove “ognuno vale uno”, o anche che “la legge è uguale per tutti”.
Quindi la lettura di come le leve finanziarie consentano di sovvertire la volontà popolare facendo pressioni sulla linea politica dei governi legittimi indicati dal voto popolare è un fatto da studiare per questioni di ARCHITETTURA che consenta l’esercizio della DEMOCRAZIA.
In grandi linee in quanto già detto vi sono tutte le linee principali di come siamo in una nuova fase in cui il governo non è più ai rappresentanti del popolo, ma alle elite finanziarie.
Ci sono poche cose da aggiungere ma che tutti dovrebbero avere presente:
A.
I mezzi di informazione sono sotto schiaffo e quasi completamente colonizzati dai poteri forti e quindi non consentono alle informazioni di BASE che permettano di capire le CAUSE della crisi. Ma la crisi è talmente epocale
i) da vedere la chiusura della tv Greca:
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2013/06/12/grecia_tv_stato_chiusa_ert_sciopero_manifestazioni.html
ii) da vedere alcuni titoli di giornali che riportano che -secondo alcuni speculatori finanziari (JP Morgan)- il sud Europa si dovrebbe disfare delle costituzioni nate dall’antifascismo:
https://6viola.wordpress.com/2013/06/21/jp-morgan-alleurozona-sbarazzatevi-delle-costituzioni-antifasciste-fonte-wall-street-italia-on-line/
B.
Le forze politiche attuali non possono essere delegate -sic et simpliciter- alla tutela dei Beni Comuni amministrati a nome della collettività poiché potrebbero ricevere pressioni che non siano in grado di gestire, e quindi il cittadino deve farsi carico di partecipare alla vita pubblica tenendosi informato, condividendo le info, facendo delle proposte di ARCHITETTURA istituzionale che consentano la soluzione della degenerazione patologica di questi tempi di fine impero.
C.
Quindi che non è impossibile una convivenza civile, ma le piattaforme di modelli espansivi e con gestione dei temi di eco-sostenibilità vanno esaminati come da molte parti sono proposti: Si vedano i lavori del matematico Lyapunov nella teoria del controllo, e i lavori di Vandana Shiva (premio nobel per la fisica) sulla eco-sostenibilità.
Manca ancora un tema non banale per avere un quadro sufficientemente completo sulle tematiche di base:
La questione della moneta a debito e della moneta a credito e del come funziona la funzione di “prestatore di ultima istanza di un governo”.
Qui accenniamo solo che si dice moneta a credito quella emessa direttamente da uno Stato a moneta Sovrana, come era anche l’Italia prima di perdere la sovranità monetaria nei trattati euro senza avere ancora -ad oggi- una vera banca centrale che assolva ai suoi obblighi di essere prestatore di ultima istanza, sotto le direttive del ministero del tesoro di uno Stato a moneta sovrana.
Sarà oggetto della prossima lezione entrare nei dettagli di come nasce sul piano storico la moneta a credito e quella a debito.
Anticipiamo solo che la moneta a credito è frutto della emissione diretta: ve ne sono esempi storici nella moneta greenback di Abramo Lincoln,
nelle AM Lire della fine delle seconda guerra mondiale in Italia ..
e recentemente nelle 500 lire di Aldo Moro..
http://www.nocensura.com/2012/09/aldo-moro-morto-per-500-lire.html
i titoli argentieri di J F Kennedy..
https://www.facebook.com/notes/informare-per-resistere/ordine-11110-la-sovranita-monetaria-uccise-jf-kennedy/414543796266
http://it.wikipedia.org/wiki/Ordine_Esecutivo_11110
Anche il dottor Auriti propose alcuni anni fa la proposta di legge di re-introdurre la moneta a credito, ossia accreditata direttamente allo Stato, senza alcun controvalore, ma ad oggi siamo nel metodo della moneta a debito, quindi ottenuta tramite la emissione dei titoli di Stato.
https://6viola.wordpress.com/auriti_giacinto_signoraggio/
Cosa succcede quindi se vi è il meccansmo storico, ordinario, tuttora presente in tutti gli Stati sovrani monetariamente come USA, Giappone, Inghilterra, etc?
Che la Banca Centrale è incaricata di emettere i titoli di Stato su un mercato detto primario. Se tali titoli saranno contrattati prima della scadenza ciò avverrà sul mercato secondario, eccettuate alcune deroghe che a volte si riconoscono a chi esercita un potere leonino, come la Germania:
http://www.economiaepolitica.it/index.php/primo-piano/leccezione-tedesca-nel-collocamento-dei-titoli-di-stato/
(Si noti che alla sola Germania è stato consentita una ricapitalizzazione max del fondo MES pari a 198 miliardi di euro, e non agli altri Stati, violando con ciò l’articolo 11 della Costituzione italiana, laddove dice -in particolare- che le cessioni di sovranità nazionale sono possibili solo in condizioni di “parità” con gli altri Stati).
Ma esponiamo con calma avvalendoci della definizione base di
“prestatore di ultima istanza”:
http://it.wikipedia.org/wiki/Prestatore_di_ultima_istanza
Il “prestatore di ultima istanza” adempie quindi ad un obbligo che è farsi garante di un acquisto prestando denaro a chi non ne abbia disponibilità.
Nei dettagli di come ciò avvenga sta la vera questione centrale.
In un sistema monetario con moneta a credito, basterà che il ministero del tesoro ordini di stampare denaro e ciò produrrà svalutazione della massa monetaria pre-esistente almeno “al momento della emissione e per un certo lasso di tempo successivo alla nuova emissione” con il vincolo di verificare se questa nuova emissione abbia prodotto investimenti produttivi e quindi una rivalutazione, oppure no.
In un sistema monetario con moneta a debito, l’acquisto dei titoli da parte di una banca centrale è un acquisto puramente virtuale poiché abbiamo che lo stesso soggetto a cui è affidata la emissione è il compratore della aliquota dell’invenduto.
Si potranno allora verificare varie eventualità:
O, come nel caso delle accuse alla Bundesbank, la collocazione avverrà anche sul mercato secondario e diluita nel tempo per recuperare prezzi di vendita con tassi di interessi più bassi (per garantire lo Stato che ha emessi quei titoli da pagare interessi sostenibili).
Oppure -in ipotesi di assenza di acquirenti anche fino alla scadenza dei titoli- la spesa dovrà essere coperta dalla Banca centrale, tramite le proprie riserve, e poi rivalersi sullo Stato per avere il corrispettivo con una nuova emissione.
Ciò apre un altro capitolo: da cosa sono coperti i prestiti erogati dalle banche?
Le banche prestano soldi non di loro proprietà, ma dei clienti, che li potrebbero anche volere indietro contemporaneamente.
Alla tutela della stabilità bancaria assolve il meccanismo della “riserva frazionaria” (una parte dei depositi deve obbligatoriamente rimanere a riserva) che è abbastanza efficiente per consentire una liquidità ordinaria e in presenza quindi non di condizioni di panico.
Ma evidentemente le banche non sono garantite da anomalie che turbino il flusso della normale liquidità e con le ultime norme di prestito agli istituti bancari nazionali la BCE ha inserito una clausola che nel caso che le banche non siano in condizioni di restituzione dei prestiti, ciò sarà fatto dagli Stati.
Non è questo equivalente a creare moneta .. ma distribuirla solo al circuito bancario?
Inoltre chi ci garantisce che le banche non creino moneta e la prestino, e come la prestino, se non vi è una trasparenza sui flussi?
Il primo problema da risolvere è quindi: “chi controlla il controllore?”
Nella teoria dei controlli, la piramide che si forma è irrisolvibile eccettuato che a tutti sia data la stessa quantità di informazione e quindi la rete sia in grado di autocontrollarsi per trasparenza diffusa che in presenza di anomalie abbia sufficienti segnalazioni sia per malversazioni o semplici errori di rispetto della legalità.
Gli organi deputati al rispetto della legalità potrebbero essere colonizzati ed eterodiretti, ma la mancanza di applicazione delle norme, in un sistema giuridico trasparente e in cui le leggi sia comprensibili e consultabili in modo chiaro, ne risulterebbe facilmente dis-velato.
Un ultimo documento:
L’audit del senatore Bernie Sanders, dello Stato del Vermont in riferimento alla Fed (vedi pag.131):
http://www.gao.gov/new.items/d11696.pdf
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fine
del documento citato nel video
“La truffa del debito pubblico”
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il formato file “pdf” per il download (190 K Bytes):
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dal canale youtube in cui ci sono le risposte al video iniziale mi scrive il primo navigante per qui mari ..
Grazie per la introduzione ad un tema decisamente fondamentale. Ritengo che la creazione di monete sintetiche decisamente sopravvalutate rispetto al mercato reale di beni e servizi sia la madre di tutti i mali che attualmente ci affliggono. Fare denaro con il denaro alla fine crea squilibri estremamente pericolosi e la globazione senza regole con un liberirsmo spregiudicato porta a mio sommesso parere averi disastri planetari
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Gli rispondo:
Ho aggiornato il documento sul mio blog e ne ho fatto anche una versione in formato pdf che è scaricabile (download) con 190 KBytes per potere leggerla anche off line.
Ecco il link
Il denaro -a mio avviso- non va demonizzato, in quanto è porsi il problema se vogliamo rinunciare alla nostra memoria, su carta, digitale, su un qualche supporto. E’ rinunciare (con il rinunciare al denaro) -quindi- alla nostra capacità di tenere traccia che Ciccio mi ha dato una mucca, e io gli ho promesso un certo quantitativo di patate.
Il problema avviene quando uno dei giocatori immette fiches senza un controvalore.
Tipicamente questo avviene quando lo Stato emettesse in modo diritto moneta, detta moneta a credito, in quanto direttamente accreditata come soldi a favore delle casse statali, per la spesa pubblica.
Nel gioco del poker, se uno dei giocatori (su 4 giocatori tot) non paga (poiché aveva scritto un assegno scoperto nel ritirare le fiches) il valore complessivo delle fiches si svaluta del 25% quando si assoda che il 25% delle fiches non sono coperte (a fine partita, al ritorno alla cassa che cambia le fiches con i contanti).
Ma non si riflette che il valore della massa monetaria ha un andamento variabile con il tempo [può quindi s-valutarsi (diminuire di valore), o ri-valutarsi (aumentare di valore)].
Se il giocatore che ha usufruito del 25% del valore della massa monetaria pre-esistente alla nuova emissione (lo Stato) usufruisse di quei soldi per “investimenti produttivi” come comprare strumenti per estrarre petrolio e poi in tal modo creare un valore reale, petrolio, molto maggiore del “prestito”?
.. bene il valore della massa monetaria complessiva ..
–nel caso di investimenti_produttivi_–
..addirittura si rivaluterebbe(!) perché l’unico giocatore a cui questo è consentito non è un privato ma colui che stampa per il “bene pubblico” .. quindi per tutti .. ed io non mi devo comprare i farmaci, o la assistenza sanitaria, o spendere per le strade, o pagare molto la benzina per auto, etc.
Ogni forza politica deve esporre -la politica economica e finanziaria- nel suo programma elettorale: ad esempio .. può dire .. “sarà aumentata la spesa pubblica di 400 miliardi in 5 anni, ma ciò sarà destinato a sanità, istruzione, salvaguardia del territorio, etc. E voi (popolo dei votanti per i vostri delegati alla amministrazione ai Beni Comuni) non ne avrete un danno, ma ciò produrrà maggiore ricchezza per tutti, perché anziché impoverirvi per pagare cifre assurde per medicinali, e cibo, i generi alimentari -e ogni merce e servizio alla collettività- sarà a buon mercato, a causa del fatto che tutti avranno lavoro o assistenza e le fabbriche non saranno costrette a chiudere per mancanza di acquirenti”.
Il capitolo trascurato nel documento è anche ..
- *il controllo statale sui prestiti bancari e la tracciabilità dei flussi di capitali*,
- *nonché una tassazione semplificata e sostenibile*
Ad esempio se fosse intorno al 10% su i reali ricavi meno costi
G=R-C
dove:
sia G il “guadagno”
sia R il “ricavo” (o introito, o input alle casse personali)
sia C il “costo” (o uscite, o output dalle casse personali)
.. in cui agli introiti deve essere possibile detrarre qualunque spesa e quindi tassare solo la reale liquidità del denaro, e non dei beni acquistati..
.. se quindi avessi, a fine anno, (pagando le tasse a posteriori e non in modo presuntivo, come avviene oggi per le imprese) 100 mila euro sul conto corrente .. dovrei dare 10 mila euro allo stato (in ipotesi di pagare il 10% di G).
Mentre se con i 100 mila euro compro un terreno di 90 mila euro, immobilizzo la liquidità e sul residuo di 10 mila euro si pagherà solo mille euro di tasse.
Solo se ri-monetizzassi, vendendo il terreno, dovrei pagare sul contante.
Ciò porterebbe ad una politica di investimenti (il privato tenderebbe a non trattenere la liquidità ma ad investirla e farla circolare) e che lo Stato chiedesse tasse solo sul denaro liquido, cioé tenuto sul conto corrente, a favore -quindi- di una movimentazione della economia di cui si interessa la cosiddetta “teoria circuitista”.
Vi do un link sulla teoria circuitista:
Grazie del dialogo.
link articolo origine:
https://6viola.wordpress.com/2013/06/21/la-truffa-del-debito-pubblico
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Aggiornamento del 4 luglio 2013, ore 12:10
Si chiama “AUDIT” la richiesta del rendiconto sul debito pubblico di cui vi sono alcuni punti interrogativi .. come segnalato nell’articolo seguente, in riferimento al debito pubblico italiano:
http://spiegalevele.blogspot.it/2013/07/litalia-paga-34-miliardi-di-dollari.html?spref=fb
Ma è una procedura possibile come dimostra l’articolo seguente in cui è stato chiesto un AUDIT sul debito pubblico USA:
Il caso USA:Una truffa da 16 mila miliardi di dollari!
cit: L’attenzione dell’opinione pubblica internazionale è concentrata sull’accordo autolesionista firmato tra Barack Obama e il Congresso mediante il quale il presidente s’impegna ad attuare un duro programma di aggiustamento fiscale, centrato sul taglio delle spese sociali (sanità, educazione, alimentazione) e infrastrutturali per 2.500 miliardi di dollari ma preservando, come esige il Tea Party, il livello attuale della spesa militare e la sua eventuale espansione. In cambio, la Casa Bianca ha ricevuto l’autorizzazione per elevare l’indebitamento degli Stati Uniti fino a 16.400 miliardi di dollari (ndr: totali), cifra superiore di circa duemila miliardi al PIL di questo Paese. Con questo si spera -confidando nella “magia dei mercati”- di superare la crisi del debito pubblico e riattivare la depressa economia nordamericana. Questa ricetta è stata già applicata a ferro e fuoco in America Latina e non ha funzionato; e nemmeno nella sconvolta Europa di questi giorni. Con questo accordo l’unica certezza sarà l’aggravamento della crisi e, di conseguenza, l’accentuazione dell’aggressività nordamericana sullo scenario mondiale. “Socialismo” per i ricchi, mercato per i poveri Il dibattito sul possibile default USA ha completamente oscurato uno scandalo finanziario di proporzioni inedite:
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Il 21 luglio scorso (ndr: 2011) è stato reso noto il risultato dell’audit integrale realizzato dall’Ufficio Governativo per la Rendicontazione (Government Accountability Office, GAO la sua sigla in inglese) sulla Riserva Federale (Fed), la banca centrale degli Stati Uniti, il primo che viene effettuato su questa istituzione da quando è stata creata nel 1913 (1). I risultati sono stupefacenti: in un periodo di poco più di due anni e mezzo, tra il 1º Dicembre del 2007 e il 21 luglio del 2010, la Fed ha concesso prestiti segreti a grandi corporazioni e imprese del settore finanziario per un valore di 16mila miliardi di dollari, una cifra maggiore del PIL degli Stati Uniti che nell’anno 2010 è stato di 14.500 miliardi di dollari e più alta della somma dei bilanci del governo federale degli ultimi quattro anni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Federal_Reserve_System
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^Non solo questo: l’audit ha rivelato anche che 659 milioni di dollari sono stati regalati ad alcune delle istituzioni finanziarie beneficiate arbitrariamente da questo programma perché amministrassero il multimilionario salvataggio delle banche e corporazioni predisposto come meccanismo di “uscita” della nuova crisi generale del capitalismo. Di questo gigantesco totale circa 3mila miliardi sono stati destinati a soccorrere grandi imprese ed entità finanziarie in Europa e Asia. Il resto è stato orientato al salvataggio di corporazioni statunitensi, guidate dalla Citibank, la Morgan Stanley, Merrill Lynch e la Bank of America, tra le più importanti. Tutto questo mentre la crisi aggravava a livelli senza precedenti la disuguaglianza economica nella popolazione statunitense affondando sempre più ampi settori sociali nella povertà e la vulnerabilità sociale. Naturalmente, questa informazione si è guadagnata appena uno spazio completamente marginale sulla stampa finanziaria, sia quella internazionale che quella nordamericana, o sui grandi mezzi di comunicazione degli Stati Uniti. Sono notizie che, come ricorda Noam Chomsky, non devono essere apprese dal grande pubblico. Le sorprendenti rivelazioni di questa relazione dovrebbero dare avvio a una discussione su vari temi di grande importanza. Uno, la distribuzione estremamente disuguale degli sforzi richiesti per affrontare la crisi. Finora questi sono stati sostenuti dai lavoratori, mentre le grandi fortune personali o corporative così come i fenomenali guadagni dei più ricchi sono stati beneficiati con le riduzioni delle tasse e i salvataggi multimilionari decisi da George W. Bush e ratificati da Barack Obama nel recente accordo. Due, sugli inesistenti -o sommamente deboli e inefficaci- meccanismi di audit e controllo democratico sulle politiche e decisioni di un’istituzione cruciale per l’economia nordamericana e il welfare della sua popolazione come la Fed.. Tre, sulla discutibile compatibilità esistente tra un’ordine che si autoproclama democratico e lo statuto giuridico e istituzionale della Fed come entità autonoma che non ha l’obbligo di rendere conto di fronte ad alcuna istanza di controllo democratico. In relazione a quest’ultimo punto la Fed ha manifestato la sua predisposizione a “considerare molto seriamente” le raccomandazioni del GAO, ma non essendo un’istituzione governativa non può essere forzata ad accettarle. Nonostante il suo carattere privato il Presidente (Chairman) della Fed e i sette membri del suo direttivo sono designati dal Presidente degli Stati Uniti e soggetti alla loro successiva conferma da parte del Senato. Ma contrariamente a quello che pensa la stragrande maggioranza della popolazione nordamericana la Fed non è un’agenzia del governo federale ma una corporazione privata. In termini politici è il partito del capitale finanziario. La sua autonomia è così ampia che non si uscirebbe di un millimetro dalla legalità se le sue autorità decidessero di disattendere le raccomandazioni del GAO o ribellarsi apertamente contro di esse. Non esiste, per la Fed, l’obbligo democratico di rendere conto alla comunità ed essendo in soggetto di diritto privato non deve rispettare neanche quanto dispone la Legge sulla Libertà d’Informazione, la cui giurisdizione si comprende solo le istituzioni pubbliche. Situazione aberrante: una cifra equivalente al totale del debito statunitense che ha messo gli Stati Uniti sull’orlo del default è stata sborsata in salvataggi fraudolenti, segreti e molto convenienti per i prestatori e dannosi per il contribuente, con il cui denaro una banca centrale “indipendente” come la Fed ha finanziato tutta questa operazione. C’è da chiedersi: indipendente da chi? Cospirazione del silenzio? Lo scandalo rivelato dall’audit non ha avuto quasi nessuna ripercussione negli Stati Uniti. Il “Chairman” della Fed, Ben Bernanke, ha fatto orecchie da mercante e ha dichiarato che in momenti in cui si temeva un default di questo Paese l’importante era preservare la credibilità della Fed e del sistema monetario statunitense. Nonostante il GAO sia un organismo di appoggio ai lavori del Congresso le reazioni dei deputati e dei senatori di fronte alla divulgazione della relazione sono state del più assoluto e immorale silenzio. Per quanto siamo riusciti a saperne una delle pochissime voci dissonanti è stata quella del senatore Bernie Sanders, dello Stato del Vermont. Sanders è una mosca bianca non solo nel Congresso ma nella politica statunitense: è un politico che si dichiara socialista e che è stato eletto come candidato indipendente in alleanza con il partito democratico, l’unico modo di superare l’asfissiante bipartitismo imperante negli Stati Uniti. Eletto come senatore nel 2007 con il 65 % dei voti, un alluvione elettorale molto poco frequente nella politica di questo Paese, è stato sostenuto da diversi movimenti sociali e piccole organizzazioni politiche del Vermont. Sanders ha reagito con durezza quando è stata resa pubblica la relazione.(2) Riportiamo qui sotto alcuni dei paragrafi più rilevanti della dichiarazione emessa dal suo ufficio stampa, che praticamente non è stata diffusa da nessun media degli Stati Uniti, e che dice quanto segue: 21 luglio 2011. “Il primo audit integrale della Riserva Federale ha scoperto nuovi sorprendenti dettagli su come gli Stati Uniti hanno elargito la sciocchezza di 16mila miliardi in prestiti segreti per salvare banche e imprese statunitensi e straniere durante la peggior crisi economica dopo la Grande Depressione”. Un emendamento proposto dal Senatore Bernie Sanders alla legge di riforma di Wall Street -approvata esattamente un anno fa questa settimana- aveva ordinato all’Ufficio Governativo per la Rendicontazione (Government Accountability Office) di realizzare questo esame. “Come risultato di questo audit ora sappiamo che la Reserva Federal ha somministrato più di 16mila miliardi di dollari in assistenza finanziaria totale ad alcune delle più grandi corporazioni e istituzioni finanziarie negli Stati Uniti e nel resto del mondo”, ha detto Sanders. “Questo è un chiarissimo caso di socialismo per i ricchi e puro individualismo tipo ‘si salvi chi può’ per gli altri.” [Chiarimento: la Government Accountability Office (GAO) è un’agenzia indipendente e non di partito che lavora per il Congresso degli Stati Uniti. La missione del GAO è quella di investigare sul modo in cui il governo federale dispone dei dollari dei contribuenti. Il capo del GAO è il Controllore Generale degli Stati Uniti, ed è designato per un periodo di 15 anni dal Presidente sulla base di una lista di candidati predisposta dal Congresso. Il capo attuale del GAO è Gene L. Dodaro, che era stato nominato dal Presidente Barack Obama nel settembre 2010 e prorogato in carica nel dicembre dello stesso anno dopo essere stato confermato al suo posto dal Senato. (Nota di A. Boron)] Tra le altre cose l’audit ha stabilito che la Riserva Federale “è priva di un sistema sufficientemente valido per trattare casi di conflitti d’interesse, nonostante esistano seri rischi di abusi in questo senso. in pratica secondo questo audit la Riserva Federale si è astenuta dal dichiarare conflitti d’interesse favorendo dipendenti e contrattisti privati in modo che potessero mantenere i loro investimenti nelle stesse corporazioni e istituzioni finanziarie che ricevevano prestiti d’emergenza.” “Per esempio, il Direttore esecutivo della JP Morgan Chase svolgeva funzioni nel Direttivo della Riserva Federale di New York mentre la sua banca riceveva più di 390 miliardi di dollari in aiuti finanziari da parte della Riserva Federale. Inoltre la JP Morgan Chase agiva come una delle banche di compensazione per i programmi di prestiti d’emergenza della Fed.” “Un’altra scoperta inquietante del GAO è quella relativa al 19 settembre del 2008 quando il signor William Dudley, presidente della Riserva Federale di New York, ha ricevuto una deroga per permettergli di conservare i suoi investimenti nella AIG (American International Group, un leader mondiale in campo assicurativo) e GE (General Electric) mentre queste compagnie ricevevano fondi di salvataggio.. Una ragione per cui la Fed non ha obbligato Dudley a vendere le sue azioni, secondo l’audit, è stato perché questo avrebbe potuto dare l’immagine di un conflitto d’interessi”. “L’indagine ha rivelato anche come la Fed esternalizzava a contrattisti privati come JP Morgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo la maggioranza dei suoi programmi di prestiti di emergenza. Queste stesse imprese ricevevano anch’esse migliaia di miliardi di dollari della Fed per prestiti concessi a tassi d’interesse vicini allo zero.” I principali beneficiari di questi prestiti –concessi tra il 1º dicembre 2007 e il 21 luglio 2010- sono i seguenti:Citigroup: $2.500.000.000.000
Morgan Stanley: $2.040.000.000.000
Merrill Lynch: $1.949.000.000.000
Bank of America: $1.344.000.000.000
Barclays PLC (United Kingdom): $868.000.000.000
Bear Sterns: $853.000.000.000 Goldman Sachs: $814.000.000.000
Royal Bank of Scotland (UK): $541.000.000.000
JP Morgan Chase: $391.000.000.000
Deutsche Bank (Germany): $354.000.000.000
UBS (Switzerland): $287.000.000.000 Credit Suisse (Switzerland): $262.000.000.000
Lehman Brothers: $183.000.000.000
Bank of Scotland (United Kingdom): $181.000.000.000
BNP Paribas (France): $175.000.000.000 Wells Fargo & Co.: $159.000.000.000
Dexia SA (Belgium): $159.000.000.000 Wachovia Corporation: $142.000.000.000
Dresdner Bank AG (Germany): $135.000.000.000
Societe Generale SA (France): $124.000.000.000
Tutti gli altri $ 2.639.000.000.000
Totale: $ 16.115.000.000.000 (1)
(1) La versione completa della relazione della GAO può essere consultata in:
(vedi pag 131)
http://www.gao.gov/new.items/d11696.pdf
Fonte : http://alainet.org/active/48439,
ripubblicato in www.rebelion.org
Traduzione Andrea Grillo
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Aggiornamento 4 luglio 2013, ore 12:35
Il caso Data Gate?
Ricostruzione storica di “ImolaOggi” in cui ci sarebbe anche una sorta di “Abolizione del segreto bancario”, ma unilaterale e solo a favore di chi spiava:
http://www.imolaoggi.it/?p=55025
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