fonte:
https://www.maurizioblondet.it/anche-luttwak-diventa-pacifista-ed-anche-kagan/
cito:
da Il Giornale:
“Adesso la guerra deve finire con plebisciti nelle due regioni di Donestk e Luhansk”. È la soluzione prospettata dal politologo Edward Luttwak per porre fine al conflitto in Ucraina e riportare la pace nei territori invasi dalle truppe di Mosca.
Per il saggista romeno naturalizzato statunitense, intervenuto su Twitter, per muoversi in tal senso, però, è indispensabile che sia “gli spari che i movimenti di terra debbano finire”. Una sorta di pausa per favorire una soluzione diversa dalle operazioni belliche. Stesso discorso vale per le sanzioni adottate dall’Occidente contro la Russia. “Se sono sospese – spiega l’esperto di politica internazionale – i russi rispetteranno le regole”.
A suo parere, comunque, anche nel caso in cui si dovesse scegliere di percorrere tale soluzione non mancherebbero le divisioni. “Le due parti sono già d’accordo su Nato (no), Unione Europea (sì)”. Se dovesse passare tale quadro si rischierebbe con lo spaccare un fronte occidentale, che secondo la maggior parte degli studiosi, fino a questo momento sarebbe apparso abbastanza compatto.
il suoo twitter in italiano:
Adesso la guerra deve finire con plebisciti nelle 2 regioni di Donetsk e Luhansk. Per organizzarli sia i spari che i movimenti [di truppe] devono finire. Se tutte le sanzioni sono sospese, i Russi rispetterano le regole. I 2 lati sono gia’ d’accordo su NATO (no) Unione Europea (si).
(continua)
link: https://www.maurizioblondet.it/anche-luttwak-diventa-pacifista-ed-anche-kagan/
Commento (Ing. Tufano):
Risulterà agli analisti che le trattative di PACE, in Ukraina, sono naufragate perché l’intervento degli USA è stato equivalente, con il fornire ARMI, a chi volesse spegnere un fuoco aggiungendo legname al fuoco che consumato tutto stava per spegnersi.
Il vero fatto nuovo è che è ormai evidente che la Russia si era preparata _prima della guerra_ allo shock delle sanzioni e gli USA, in particolare, (ma anche la UE sebbene ciò favorisca gli USA), .. gli USA -dicevo- sono “alla canna del gas” in relazione alla impossibilità di rifornire di armi l’Ukraina, e -in particolare- a fronteggiare la inflazione interna e rimanere la moneta di riferimento negli scambi del pianeta.
La ricetta Russia+Cina sul lato economico sta funzionando come una calamita che attrae il ferro, mentre il giochino di isolare la Russia è pura illusione perché la Cina sta contribuendo -visti i risultati favorevoli alla Cina- alla stabilità della economia Russa. Il medio-oriente sta usando la tecnica delle monete nazionali sia verso la Russia e sia verso la Cina per l’acquisto delle materie prime.
Si sta rafforzando, quindi, un mercato parallelo che sta affossando sempre più velocemente la utopia che gli USA possano continuare ad imporre il dollaro come moneta di riferimento.
E qui, gli economisti, o meglio portavoce della elite, come Soros, suggeriscono di sedersi ad un tavolo delle trattative a concordare il ritorno della Russia nel mercato Occidentale, ma in cambio di ciò vogliono garanzie per fermare il crollo del valore del dollaro e dell’euro.
I Russi potevano abbandonare la situazione in Ukraina già da tempo, e oggi evitano di andare a prendere i membri occidentali nei sotterranei di Odessa e Mariupol perché gli conviene allungare il conflitto in Ukraina, per il semplice fatto che genera un NWO favorevole al duo Russia+Cina e paesi satellite.
Tutti, però, sono abbastanza presenti al fatto .. che continuare la guerra in Ukraina .. è come volersi mettere a parlare in una polveriera con un fiammifero acceso in mano.
Infatti la guerra potrebbe facilmente estendersi ai paesi confinanti.
Basterebbe usare l’invio di armi per spostare la guerra sul territorio russo, e ciò porterebbe bombardamenti a Kiev, e poi al paese che si fa canale dei rifornimenti.
Quindi anche io consiglio al più presto di trovare un tavolo di trattative per discutere -insieme allo stop della guerra- un accordo sui commerci internazionali, e al fatto che non si possono “congelare” i diritti di proprietà di un paese, o di un privato, in una banca. Ne va della credibilità dei “pagherò” e quindi si ritornerebbe al “baratto”.