(continua)
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Pasquale Tufano
La soluzione è studiata nella robotica:
Il posizionamento di un braccio robotico -infatti- non può raggiungere qualunque punto nello spazio senza un errore.Ciò è dovuto al fatto che gli attuatori non permettono un incremento piccolo a piacere di movimento.Ergo lo spazio è navigato in modo quantico.
Da cui nello spostarci da un punto A ad un altro diverso punto B non percorriamo infiniti punti intermedi.
Bensì sia un braccio robotico che un umano procedono per incrementi NON puntiformi ma “alle differenze finite”.
Come pure la soluzione delle equazioni di Einstein è possibile solo alle differenze finite.
Infatti lo spazio 4 dimensioni è a 4 dimensioni solo se non esistono vincoli tra la base dei versori.
Ma la soluzione di Schwarzschild con
(1) t=tau/sqrt(1-v^2/c^2)
Introduce un vincolo tra lo spazio ed il tempo (tramite la velocità che lega spazio e tempo), da cui la base dei versori non sarebbe indipendente a meno di non quantizzare lo spazio.
La verifica è semplice:
Nella (1) t è funzione di v(t) (tramite la radice quadrata sqrt)
Il solo modo per non creare un loop software in cui
v(t) è dipendente da t
e contemporaneamente ..
t è dipendete da v(t)è porre una costanza in ogni intervallo di campionamento.
in tale intervallo si useranno valori medi, e quindi si spezza il loop di incalcolabilità.
Le condizioni iniziali (di Cauchy) saranno r=r0, t=t0, v=v(t0)
cvd.
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Nel software di Amadori(fisico) e Lussardi(matematico) nella soluzione di Schwarzschild delle equazioni di Einsteint1 = t0 + tpunto0*ds
tpunto1 = tpunto0 + tduepunti*ds
r1 = r0 + rpunto0*ds
rpunto1 = rpunto0 + rduepunti0*dsquesta sopra è l’interpolazione su un movimento rettilineo in coordinate polari.
Se nello spazio (ma su un piano di rotazione di un pianeta)
va aggiunto
fi1 = fi0 + fipunto0*ds
fipunto1 = fipunto0 + fiduepunti0*dsnella foto allegata il software completo di Amadori e Lussardi (condizioni di Cauchy di Tufano)
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Pasquale Tufano
del resto .. condivido la tesi di Heisenberg che valga
(1) Dx.Dp > h
in ipotesi, però che il quantum min sia
(2) energy = m0.c^2=h.f
dove m0 era la massa del fotone _prima_ di raggiungere la velocità della luce.
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Quindi la misura anche minimamente interferente genera errore di misura.
Ma tale imprecisione NON è congenita, ma strutturale a pensare gli enti esistenti solo in seguito a una misura.
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Infatti in un modello apodittico, come quello di De Broglie, anziché avere la (1) abbiamo la seguente:
(3) lambda.p=h
dove è da notare che le grandezze sono senza errore perché non sono misurate, ma ipotizzare avere
lambda=lunghezza d’onda della “particella”
p=m.v=quantità di moto della particella
h=costante di Planck.—
Solo in tale epistemologia si può dimostrare che la (3) è senza errore di misura visto che la sua formulazione non è conseguente a una misura, ma ad un modello predittivo.
La dimostrazione è la seguente:
(4) c=lambda/T=lambda.f
(5) lambda=c/f
(6) p=m0.c; quando v=c (poiché non è impossibile che una massa raggiunga la velocità della luce: ad esempio un elettrone di massa m0 scontrandosi con un anti_elettrone di massa m0 realizzano due fotoni).
Nella situazione dell’elettrone trasformato in fotone vale la (2), dove m0 non è più misurabile come massa ma come energia. Ed il valore m0 va letto prima della trasformazione, in particolare quando la velocità dell’elettrone rispetto al laboratorio è circa v=0.
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Sostituendo la (5) e la (6) nella (3) avremo:
(7) (c/f).(m0.c)=h
da cui
(8) m0.c^2=h.f
che è sia la espressione di Einstein che di Planck per la energia ottenibile per una massa m=m0.
cvd.
More info in allegato sulle trasformazioni di una massa al variare della velocità.
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