La risposta è yes, la luce ha una forma mutevole!
Cosa succede quando è emessa una radiazione elettromagnetica?
Dopo un breve transitorio, il segnale emesso si presenta come una processione di “palline di energia” che hanno un max di intensità e un minimo, rispetto alla luminosità, poiché la luce si presenta come una serie di fotoni, quindi di “corpuscoli” quasi separati.
Dal punto di vista elettromagnetico, però, come si vede al link seguente ..
https://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_elettromagnetica
.. l’onda del campo elettrico -associato alla luce- è ortogonale all’onda del campo magnetico, e transitano -contemporaneamente- per “zero spaziale di intensità dei campi durante la oscillazione”.
In figura l’onda luminosa si propaga secondo l’asse x, (sia come onda magnetica e sia come onda elettrica) e prima di cambiare polarità transitano, per “il punto di flesso”, contemporaneamente, da cui “il punto di flesso” è una sorta di “zero spaziale di intensità durante la oscillazione” (quindi punto di minimo in modulo) secondo l’asse z per il campo elettrico e l’asse y per il campo magnetico (vedi figura al link sopra indicato).
Si può dire che si propaga una sorta di “pulsazione” che ha una sua elongazione spaziale detta anche “lambda” secondo l’asse di propagazione.
Il periodo (o intervallo temporale) di questa “pulsazione” è detto T, e la frequenza è detta f=1/T.
Se per gli enti di dimensioni stabili la associazione con cosa si intenda “velocità” è evidente:
v = (variazione dello spazio)/(variazione nell’associato tempo)
v = [x(t2) – x(t1)]/[t2-t1]; ipotesi di moto rettilineo lungo l’asse x.
La definizione di come si calcola la “velocità della luce” sarà meno evidente, poiché secondo la teoria della relatività la lunghezza dell’onda (di ciascun fotone) cambia al variare del moto relativo tra il ricevitore e la sorgente!
Nei miei studi sul calcolo della velocità della luce che emerge da un BH, supposta la velocità della luce v=c=costante nelle equazioni geodesic, poi si trova che misurando rpunto (*) abbiamo rpunto=d/ds [r].
(*)
che è la variazione di un fotone come spazio (r) dalla stella, o BH, emittente, nel tempo.
Dunque, più esplicitamente,
rpunto(s)=d/ds[r(s)]
Dove l’intervallo di tempo del moto del fotone, secondo le equazioni Amadori Lussardi, sarà perciò “ds”.
E la misura associata, all’intervallo ds, è quella dell’orologio di un osservatore solidale con il BH che vede passare il fotone.
Nel caso, allora, di un fotone che transita come una meteora attorno a un BH cambiando anche direzione del moto, allo scorrere del tempo misurato con “s”, rispetto al BH, fermo, non cambia solo la direzione del moto, ma anche la lunghezza d’onda.
Se le dimensioni del fotone fossero sempre le stesse tale rpunto, essendo costante la velocità della luce, dovrebbe essere costante.
Ma supponiamo che la lunghezza dell’onda si espanda aumentando a causa del moto relativo tra sorgente e ricevitore (siamo quindi in ipotesi di redshift) ..
Come si modificherà il computo della velocità per un ente (il fotone) che aumenta la sua elongazione?
Se prendiamo il baricentro_del_fotone_in ipotesi_di_forma_costante, avremo la “v del fotone”=costante.
Ma, “in_ipotesi_di_forma_variabile_in_allungamento” tale baricentro del shapeshifter varierà COME DISTANZA DAGLI ESTREMI DEL FOTONE SINGOLO! .. e dunque varierà la capacità di percorrere spazio. (@)
(@)
Più esattamente: la mutazione non è di tutto il treno di fotoni, ma cambia durante il percorso. Dunque la variazione dello spazio percorso muterà durante il percorso ed in modo infimo se emerge un fotone da una stella mentre in modo notevole se emerge -per evaporazione- da un BH.
Ecco perché rpunto in emersione radiale da un BH può superare notevolmente la velocità della luce ANCHE considerando il baricentro del singolo fotone veda localmente v=c: perché al variare della forma -> cambia la velocità (come elongazione che può coprire in una unità di tempo) di ogni fotone che sia mutato (°).
(°)
Nella misura di ordine superiore, però, la velocità della luce non sarà MAI esattamente costante! .. ma la sua mutazione locale sarà talmente bassa da risultare di difficile misura sulle piccole distanze e in presenza di bassi campi gravitazionali.
Quindi il fotone ha due tipologie di misura della velocità!
- rispetto alla tipologia che abbiamo chiamato “baricentrale_&_ip_forma_costante” alla ex massa m0 energy=m0*c^2 -> la velocità è (quasi) costante ..
- rispetto all’ente “mutaforma” nella modifica della sua estensione riesce a percorrere più spazio (quando sorgente e ricevitore si allontanano per il fenomeno del redshift associato all’effetto doppler relativistico).
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more info_1: effetto doppler relativistico:
https://6viola.wordpress.com/2017/09/12/composizione-relativistica-delle-velocita-oltre-orlo-esterno-di-u1physics/
more info_2:
https://6viola.wordpress.com/2017/09/18/tachyon-condensation-the-first-experimental-measure-17-9-2017/
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Lo studio precedente risolve un paradosso notevole:
- Le equazioni di Einstein, come risolte da Schwarzschild, ipotizzano costante la velocità della luce.
- Però la misura della luce nella emersione radiale da un BH se misurata con rpunto risulta superiore come ad esempio nel software mostrato nell’articolo seguente:
https://6viola.wordpress.com/2017/08/09/massa-energetica-m-on-the-concept-of-energy-mass-in-strong-fields-bh/ - sia la (1) che la (2) precedenti sono vere!(#) .. poiché l’ente in esame -la luce- è un mutaforma.(§)
(#) nota bene: la velocità della luce è quindi costante, ma in ipotesi che NON cambi forma, (o per gli intervalli che il cambio di forma non sia rilevante).
(§) nota bene: la misura tramite rpunto della luce, può essere originata nelle ipotesi di massa nulla, dunque, come caso limite delle geodesic_eq, poiché le stesse equazioni prevedono tale caso eliminando le parti dipendenti dalla massa, e quindi investigando fattori di “forma” della distribuzione della ex_massa sotto forma di energia.
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la discussione su facebook:
https://www.facebook.com/groups/robiemaria/permalink/1433526423432602/
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Ultimo aggiornamento:
7 nov 2017, ore 15.36