Deterministic Orbit of H (Hydrogen): TUFANO’s 3rd theorem [*Mathematics*]


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(L’orbita dell’elettrone nell’atomo di idrogeno a partire dal raggio r=0.528*10^-10 m)

Antefatto (23 maggio 2019):

il presente articolo è (nella prima stesura) del 1 dicembre 2016. Voglio lasciare la stesura iniziale e solo dopo corredarla degli avanzamenti, poiché -secondo me- è interessante vedere lo sviluppo storico di come ho esposto la attuale teoria:

  1. prima presupponendo l’azione delle sole forze di Coulomb.
  2. poi lo studio principalmente dovuto alla questione dei modelli k_Fermat in cui si “osserva” che una massa (nel nostro caso quella dell’elettrone) tende a trasformarsi in sola energia più si avvicina alla velocità della luce. Per la trattazione k_Fermat si veda il link seguente:
  3. Einstein’s Theory of General Relativity: reverse engineering [k_Fermat solution]
    https://6viola.wordpress.com/2018/06/21/einsteins-theory-of-general-relativity-reverse-engineering-k_fermat-solution/
  4. Infine, ad oggi, la questione della radiazione di fondo in cui è immerso il nucleo di un atomo: ciò garantisce un livello “mareale” su cui “oscilla” l’andamento orbitale dell’elettrone che tende a stabilizzarsi né a precipitare e né a fuggire a causa del fatto che sebbene la forza principale sia di Coulomb, il perdere massa tenderebbe a fare svanire la attrazione di tipo Coulomb. Su ciò si legga la parte finale al 23 maggio 2019, nell’attuale articolo.

1 dicembre 2016:

Ci vogliamo chiedere, ora che abbiamo studiato le geodesic_equation [Einstein’s Orbit(*1)], su scala cosmologica MACRO (nel dominio del MACRO_cosmos), se possano essere applicate a un livello di scala che finora è stato considerato precluso alla teoria di Einstein: su scala cosmologica MICRO (nel dominio del MICRO_cosmos).
(*1)
in ordine temporale:
(Unificazione delle Forze Fondamentali):
https://6viola.wordpress.com/2016/03/25/unificazione-delle-forze-fondamentali/
1° Tufano’s Theorem:
https://6viola.wordpress.com/2016/10/23/new-time-theorem-tufanos-theorem-mathematics/
2° Tufano’s Theorem:
https://6viola.wordpress.com/2016/11/10/einsteins-orbit-theorem-of-the-net-tufanos-second-geodesic-theorem-mathematics/

Prologo:

Il primo fatto nuovo introdotto dagli articoli di Tufano sopra citati è che le “orbite”, a livello macrocosmos, non sono più deducibili solo da un discorso approssimato grazie a Keplero, ma tracciabili automaticamente da un “software” ripreso dal lavoro di Amadori/Lussardi che questi autori presentavano in forma incompleta, e poi reso funzionante da Tufano, grazie alla esplicitazione delle condizioni di Cauchy.

Per esaminare la documentazione di Amadori (fisico) e Lussardi (matematico) si veda il link seguente:
https://www.matematicamente.it/appunti/relativita/

Il secondo fatto nuovo è che Keplero, però, ci serve per uno studio non banale delle condizioni iniziali, poiché le semplificazioni di pensare che una massa possa ruotare di una orbita circolare / anziché ellittica, è appunto una semplificazione. Quindi nonostante noi stiamo per scendere dal nostro mondo U1, sistema S1, al mondo sub_atomico, sistema S2, anche nel mondo subatomico l’orbita dell’elettrone non sarà circolare.. ma ellittica!(*0)
(*0)
Si veda la quinta parte (delle dimostrazioni seguenti) per un dettaglio su ciò.

ANTEFATTO al 3rd Theorem:

Necessita chiarire, da subito, che le ipotesi che saranno sviluppate nel seguito, e cioé che la forza prevalente sia la Forza di Coulomb è soddisfacente.

Infatti è vero che in generale oltre le forze elettrostatiche agiscono forze elettrodinamiche e cioé anche la forza di Lorentz (che per la componente del campo magnetico B, “induzione magnetica B”) è
https://it.wikipedia.org/wiki/Forza_di_Lorentz

FL= q( v x B), ed in totale F=qE+q( v x B)

dove
q=carica elettrica che si muove a velocità v
v=velocità della carica
B=campo prodotto da fenomeno esterno

.. per un totale di tutte le forze maggiori, includendo le gravitazionali ..

Ftot= Fn+Fcu+FL

dove
Fn= Forza gravitazionale (di Newton)
Fcu=Forza di Colomb
FL=Forza di Lorenz ..

.. ma è altrettanto vero
1) che come sarà mostrato a velocità orbitali ordinarie (circa 2000 km/s) Fn << Fcu quando v= circa 2000 km/s). (Esattamente Fcu=circa 0.08*10^-6 N, Fg=circa 3.64*10^-49 N).
2) che la FL agisce solo su cariche in moto! Ovvero anche se si considera che la movimentazione dell’elettrone sia in grado di generare un campo B (immaginando l’elettrone come una corrente in una spira) tale campo ha efficacia solo su altre cariche in moto, e non sul protone che, come posizione, è statico(!) .. rispetto al moto orbitale dell’elettrone.

Diverso sarebbe se considerassimo la molecola H2, in cui si può dimostrare che con due protoni ruotanti -rispetto ad un baricentro- il campo prodotto dalla corrente degli elettroni ha una efficacia, anche se bassa, sul moto della rotazione dei due protoni.

Quindi passiamo ad una esposizione in forma breve delle nostre tesi, e seguirà subito dopo la trattazione che ne dimostra la validità:

TUFANO’s 3rd theorem:

Ip1:

Sia la manifestazione elettromagnetica un epifenomeno di forze elettromagnetiche:

Tale tipologia si dica: “forza gravitazionale di tipo 1“, o di Coulomb.

(1) F_cu=(1/4*p*eps)e^2/r^2

Ip2:

Sia la manifestazione gravitazionale ordinaria di Newton espressa dalla formula

(2) F_n=G*m*M/r^2

“forza gravitazionale di tipo 2“, o di Newton.

Ip3:

Sia la forza gravitazionale relativistica espressa grazie alle relazioni di Einstein/Schwarzschild, tramite le geodesic_equation.

In particolare:

Nel MACRO-cosmos, noi assumiamo che

Ec(cinetica) = (1/2)*m*v^2; if v << c Eg(gravitazionale con r > raggio atomico) = G*m*M/r

Bilanciando (nel caso orbitale, in cui energia cinetica si bilancia con gravitazionale):

1/2v^2=GM/r

Se v -> c le espressioni di Ec & Eg si modificano, ma nonostante ciò Schwarzschild trova una soluzione che pone  “rg=2GM/c^2” come se si potesse sostituire v=c & r=rg nella espressione precedente, e con ciò si potesse ottenere una soluzione delle geodesic equations con:

Quindi

1/2c^2=GM/rg

Da cui mettendo in evidenza rg:

(3) rg=2GM/c^2

fonte di conferma (dove rg, è indicato con rs)

https://it.wikipedia.org/wiki/Raggio_di_Schwarzschild

Nel micro-cosmos, noi assumiamo che
se si usa la scala sub atomica, si avrà la seguente notazione:

(3)’ rg’=2*G’*mp/c^2

G’=vedi TH1, TH2, TH3 (nel seguito)
mp=massa del protone
c^2=velocità della luce al quadrato

Ip4:

Sia la manifestazione gravitazione su scala sub_atomic la seguente, concomitante alla F_n

(4) F_t=(G’*mp*me)/r^2=Fcu, vedi la (1)

“forza gravitazionale di tipo 4“, o di Tufano.(*”’)
(*”’)
La F_t, quindi, non è una forza che si aggiunge a quelle “classiche”, ma .. una diversa “lettura ” dell’azione del campo di Coulomb, in cui sono esplicitate le masse grazie ad una nuova G, detta G’. Il valore della forza di Coulomb, sarà lo stesso valore numerico della forma storica. La novità è esplicitare G’ per una nuova espressione delle geodesic_equation ora utilizzabili su una diversa cosmologia.

TH:

Si può dimostrare che, nelle ipotesi precedenti,

TH1: (4.1) rg’=(2*G’*mp)/c^2

dove rg’ sarà il raggio di Schwarzschild, nelle geodesic_equation su scala sub atomica.
dove rg’, quindi, è un raggio di Schwarzschild relativo all’atomo di idrogeno
dove G’ è definito in TH2 seguente
dove mp = massa del protone.

Inoltre G può essere sostituito, nella scala subatomica, con

TH2: (4.2) G’=[1/(mp*me)*(4*p*eps)]*e^2

Da cui si ottiene la orbita deterministica dell’elettrone:
di massa, me, attorno al nucleo dell’atomo di idrogeno di massa mp.

TH3: (4.3) F=(G’*me*mp)/r^2

La precedente, quindi, con G’ dato dalla (4.2), simulerà la forza gravitazionale grazie alla forza effettiva di Coulomb.

TH4: (4.4)

Le geodesic_equation usufruiranno delle tesi precedenti e mostreranno (nel grafico del software):

  1. MODELLO in PERIELIO: si vedrà una orbita ellittica, anziché circolare (anche se “quasi circolare”), con la partenza dell’elettrone da “fermo” con bassissima eccentricità, pari a circa 0.0022=Ecc= c/a. Si tenga conto che la più bassa eccentricità nel sistema solare è quella del pianeta Venere pari a Ecc=0.0067 circa. Usufruiremo di questa orbita ellittica, a Ecc=circa 0.0022 “creata in automatico”(!) dalla partenza da fermo (grazie al modello matematico), per migliorare il modello successivo detto in afelio, introducendo le velocità areolari, e quindi con una velocità iniziale orbitale diversa da zero (ma dalla posizione in afelio), sebbene non sia errato pensare un elettrone che si aggancia al protone a velocità circa zero. Ma ciò pone l’elettrone in t0=0 in posizione di perielio, anziché di afelio. E quindi non ci consente (secondo il nostro schema standard già utilizzato per il macrocosmo) -se non mettendoci in afelio- di sfruttare la partenza grazie alle velocità areolari. Saranno date entrambe le orbite frutto dei due software e le basi di dati.
  2. MODELLO in AFELIO: (simulazione del 26.11.2016) confermando la stessa Ecc=circa 0.0022, ma con una partenza in afelio e una microregolazione grazie alla introduzione delle velocità areolari, con G’, ed rg’, vedremo che dopo circa 25600 iterazioni di calcolo (prima simulazione: con angolo di campionamento pari a 1°grado di 360°), in cui ogni iterazione campiona lo status del sistema in (1) posizione di x(t) ed di y(t), (2) il tempo trascorso, (3) il raggio, (4) la velocità, (5)la accelerazione, si ha (nel modello) la condizione di superamento della velocità della luce(!). Ciò naturalmente significa solo che per v > c il modello è inattendibile. Ma ci da anche una condizione limite in cui viene raggiunto rg come raggio minimo, oltre il quale l’elettrone non riesce “ulteriormente a cadere” ma non a causa del modello, ma di fatto: poiché per il tipo di moto si satura la velocità max una volta raggiunta la velocità della luce.
  3. La stabilità della orbita al raggio r=rg= 5.6*10^-15 m, può solo essere indicata dal modello del software come punto di raggiungimento della velocità critica. E può però essere dimostrata -come stabile- ANCHE per altra via! .. Poiché il raggio di Schwarzschild è calcolabile a prescindere dal nostro modello software che lo riconferma come rg’=2*G’*mp/c^2 (calcolo nello spazio normato sub_atomico), ma lo stesso valore numerico -> rg=rg’ <- si ottiene nello spazio normato sopra la scala dell’atomo: usando 1/2*me*c^2=[1/(4*pi*eps)]e^2/rg, poiché (con Schwarzschild) 1/2*me*v^2=U(r)=G’*me*mp/r -> 1/2*me*c^2 = U(r) = G’*me*mp/rg =G’me*mp/rg=Fcu*r cvd. numericamente: (1)”spazio sub atomico” rg’=2(15*10^28)(1.6*10^-27)/(8.9*10^16)=circa 5*10^-15 [m]; (2)”spazio macro” rg dalla formula seguente (esplicitando rg) -> 1/2*me*c^2=[1/(4*pi*eps)]e^2/rg sostituendo me=9.1*10^-31 kg; c^2=8.9*10^16; pi=3.14; eps=costante dielettr.=8.8*10^-12; e=-1.6*10^-19 C;
  4. Ulteriore orbita di ORDINE SUPERIORE (simulazione del 27.11.2016) grazie all’aumento di frequenza del campionamento. Tale attività riducendo l’angolo di campionamento da 1° grado di 360° gradi ad 1° grado diviso 60*60=3600, e cioé in secondi di arco, pari a  0.0000048481368110954 rad=1″, ci permetterà di espandere l’ultimo filmato di foto che mostrano il transitorio dell’approssimarsi alla velocità della luce per la stima del raggio a cui avvenga e che nell’articolo “UNIFICAZIONE delle forze fondamentali” avevamo stimato a 5.6*10^-15 metri circa.
    http://www.themeter.net/angoli.htm

Tale orbita, dell’atomo di idrogeno (H), approssimativamente ellittica (*0′), sarà implementabile tramite le condizioni di Cauchy, esplicitate in modo dettagliato (compreso il software e i grafici generati dal software), nella quinta parte della seguente dimostrazione.
(*0′)
(nella realtà una curva aperta, poiché le geodesic_equation di Einstein realizzano -diversamente da Keplero- curve aperte).

DIM:

La dimostrazione sarà suddivisa in più parti:

prima parte:

dimostrazione della consistenza della ipotesi 4:

Necessita dimostrare, anzitutto, che sia vera la

(4) F_t=(G’*mp*me)/r^2

Ciò è immediato, poiché la (4) vede F_t=F_cu.

Uguagliando, infatti la (4)  che è una forma che esprime ancora e solo la forza di Coulomb, sebbene con nuovo formalismo che consente di “utilizzare” la energia elettromagnetica come energia gravitazionale, otteniamo:

F_t=(G’*mp*me)/r^2=F_cu=(1/4*p*eps)e^2/r^2

Da cui si ha la uguaglianza se e solo se:

(4.2) G’=[1/(mp*me)*(4*p*eps)]*e^2

cvd.

seconda parte:

Perché l’elettrone non precipita sul protone?

Dunque si può utilizzare la Forza di Coulomb dandole una forma compatibile con la funzione gravitazionale, grazie alla espressione G’, dovuta a Tufano. Il merito della esplicitazione non è principalmente nella equivalenza che evidenzia due masse che sono quelle ufficiali stimate quando la velocità orbitale è quella di “ingresso nell’orbita”!

Poiché questo calcolo già esiste in letteratura e mostra e conferma la seguente terna di valori:

(me0, re0, v0)

re0=circa 0.528*10^-10 m

v0=circa 2000 km/s

me0=circa 9*10^(-31) kg (me=massa dell’elettrone)

.. ma nel _fatto_ che consente di esplicitare una “nuova cosmologia” in cui le leggi della fisica non vedono la gravità_classica, quella di Newton/Einstein, a svolgere la forza del legame orbitale, ma i campi elettromagnetici.

.. se però si lascia nella forma dei campi elettromagnetici, non si può evidenziare come possa essere descritta una orbita sfruttando le geodesic_equation!(*2)
(*2)
Si veda il software di simulazione nel seguito di questo articolo per tale esplicitazione.

Creando uno spazio astratto S2, (sub_atomico), in cui G sia sostituito da G’, ed rg sia sostituito da rg'(@), non ci interessa che sia la forza apparentemente solo elettrostatica a svolgere il lavoro, ma solo la “struttura”! .. che diviene quella di Einstein se si da lo stesso strutturalismo di Einstein, in cui _devono_ essere esplicitate le masse in gioco, e con una G’=”_nuova_costante_di_gravitazione_universale_(sub_atomic)”, quindi questa volta di un nuovo universo, U_sub_atomic, che sarà G’.
(@)
Si veda anche la Th4: (4.4) comma 3.

La struttura da noi proposta diviene quella di Einstein, dicevamo, se si da lo stesso strutturalismo di Einstein/Newton: in cui _devono_ essere esplicitate:

  • le masse in gioco
  • la distanza tra le masse
  • G’=”_nuova_costante_di_gravitazione_universale_(sub_atomic)

E’ quindi -la impostanzione attuale- un cambio di cosmologia.

Che sembra separare le leggi del macro_cosmos, da quelle del microcosmos, ma NON è così!

Infatti la trascurata, per ora, F_n, forza di Newton, non è obsoleta, ma solo trascurabile finché v << c!

In particolare, come si può desumere dallo studio della stroboscopia del plasma, non va pensato che una massa (qui nello studio di H è la massa dell’elettrone) sia ad aumentare di massa per l’aumento di velocità.

Ma viceversa la misurabilità della massa, di una qualunque massa, si comporta come una “vela di una nave che diviene sempre più piccola -come vela- man mano che il vento -della forza applicata- la porta prossima alla velocità della luce”, se la forza è da U1 come punto di applicazione della forza.

Ciò fa sì che la massa non si espande, ma si espande la energia cinetica applicata per spingerla, e che però trova sempre meno superficie “sulla vela” a cui essere applicata.

Quando v=c, da U1, non vi è più massa che possa essere spinta, ovvero ulteriormente accelerata/accelerabile, poiché m0=0 se misurata da U1, indicando m0 la massa dell’elettrone a riposo.

Ec=circa [m0/rad(1-v^2/c^2)]*c^2(*); .. è quindi una energia cinetica che si espande  ..
(*)
(esattamente Ec=(m-m0)*c^2 dove m=m0/rad(1-v^2/c^2) .. ma per grandi energie cinetiche vale la approssimazione .. Ec=circa [m0/rad(1-v^2/c^2)]*c^2)

.. ma –_NON_si espande– la massa misurabile ..
(che aumentasse di v->c) da U1, sia m’, che è ..

m’=m0*rad(1-v^2/c^2) che quindi diviene zero quando v=c.

La  funzione di attrarre quando v=circa 2000 km/s è svolta egregiamente dalla forza di Coulomb, ma la forza di Coulomb non sarebbe in grado di descrivere la dinamica relativistica che è possibile, INVECE, descrivere grazie allo “spazio astratto=sub_atomic_space” (*)
(*)
In sub_atomic_space però G va sostituito con G’, ed rg con rg’. Non si calcoli rg con rg=2GM/c^2, ma con rg’=2G’mp/c^2 anche se c’è modo di dedurlo nello spazio macro con il metodo illustrato in Th4:(4.4) comma 3.

Cosa mostra la sperimentazione matematica?

Che l’elettrone ha sì la sua orbita stazionaria alle condizioni di input/output (i/o al moto orbitale) nelle misure ordinarie ..

.. ma cosa succede subito dopo essere nella sua orbita circa stazionaria alla velocità di 2000 km/s e al raggio re0=0.5*10^-10 m?

Succede, come mostra la simulazione software, che basta una lieve alterazione(#) dei parametri dell’orbita perché
(#)
Sul concetto di “lieve alterazione” va precisato che ponendo “rpunto0=0” come condizione di Cauchy di inizializzazione del software si sta dicendo che la velocità “radiale” al moto è zero in t=t0. Ciò è una sorta di osservazione della “risposta libera” di un sistema in cui non si ipotizza un input di perturbazione se non abbandonare il sistema all’azione gravitazionale svolta dal campo elettrostatico di Coulomb. Sarà già la soluzione dell’orbita descritta con le geodesic_equation (implementata alle differenze finite) -dopo il primo giro- a dire che il raggio -pur senza velocità radiale alla “partenza t=t0” acquisisce velocità radiale  (dopo avere descritto 360° gradi) per la gravità di tipo elettrostatico e di potere -allora- “calibrarne la entità” (dopo il primo giro) in assenza di altre forze esterne, e grazie alle velocità areolari su una orbita ellittica.

  1. l’elettrone sia facilmente estraibile dall’orbita ordinaria
  2. l’elettrone “tenda a precipitare sul nucleo”.

Sul punto (1) precedente:
Che un elettrone possa assorbire un fotone e passare ad una orbita maggiore è cosa nota in letteratura, e anche che poi lo stato preferenziale sia ri-emettere il fotone e portarsi alla orbita precedente, e -quindi- più verso il nucleo del protone.

Sul punto (2) precedente:
La simulazione software mostra che una lieve oscillazione dei parametri di ingresso nel verso di fare perdere quota all’elettrone mostra una traiettoria di precipitare sul nucleo che attrae l’elettrone e con un modo a vortice, verso un raggio di minore lunghezza (sarà detto, tale raggio più interno, re(new), o re_new, o rg, nel seguito).

TUTTAVIA, ed invece, la stabilità dell’orbita di un elettrone è cosa nota dalla letteratura fisica, sebbene alcuni autori come ing. Leonardo Rubino teorizzano una orbita stabile più interna a quella ufficiale.(*2′)
(*2′)
Vedremo nella quinta parte della dimostrazione (qui di seguito) che, in realtà, (affinché si abbia una orbita di tipo gravitazionale che tenda all’equilibrio con una prevalenza a cadere verso un raggio minore: re_new) la orbita non è circolare, ma ellittica (e la forma non è chiusa, ma aperta, come nel macrocosmos, anche se cambiano i valori di eccentricità typ).

Quindi il modello di Einstein ha due limiti:

limite del macro_cosmos:

Ci accompagna nel macro-cosmos fino ai limiti del nostro universo e si ferma, nella capacità di descrivere quando v=c, poiché non ci mostra gli enti (ad esempio i tachioni) quando si dovessero muovere a v > c.

limite del micro_cosmos:

Ci accompagna nel micro-cosmos fino ai limiti dell’atomo poiché la gravitazione con G non è implementabile (se non modificata vs Tufano’s sub_Cosmos) con le geodesic_equation.

Ci accompagna su scala sub_atomic, quindi, solo se modificata grazie allo spazio astratto di Tufano (Tufano’s sub_Cosmos) che consente di utilizzare le geodesic_equation anche su scala sub atomica se si sostituisce G -> G’, e si sostituisce rg -> rg’.

Ma si ferma di nuovo il modello di Einstein, quando nella matematica implementata con le forze di Coulomb v > c dandoci una situazione irreale, poiché superando la velocità della luce il modello di Einstein fallisce anche nella caduta sul protone, mostrando una divergenza anziché una saturazione, la stessa saturazione che non solo si osserva sul fatto che l’orbita dell’elettrone su un atomo di idrogeno non precipita sul nucleo, ma anche la stessa saturazione che impedisce di fare raggiungere la velocità della luce c alle particelle dotate di massa a cui si applichino forze in modo ordinario (ossia con campi solidali con U1: il nostro universo, anziché sfruttando il 3° principio della dinamica).

cvd.

Quindi c’è un effetto di “saturazione” la cui dinamica esamineremo nella terza parte seguente, ecco perché l’elettrone, nel reale, NON precipita.

terza parte:

Sulle dinamiche di saturazione in scala sub_atomic:

Come anticipato da Tufano nell’articolo “UNIFICAZIONE DELLE FORZE FONDAMENTALI”
https://6viola.wordpress.com/2016/03/25/unificazione-delle-forze-fondamentali/

.. forse qualcuno si sarà scordato che F_n esiste! .. sebbene sia trascurabile quando l’elettrone gira a circa 2000 km/s attorno al nucleo di un atomo di idrogeno!

NON ce ne siamo -però- scordati noi!(*iv)
(*iv)
rimane il fatto che NON è il campo gravitazionale il “motore” sulla dinamica di moto verso il protone, sebbene quale che sia la tipologia de forza applicata una massa che viaggia a velocità sempre maggiore soddisfa la (3.g) seguente.

Cosa ci dice la fisica di una particella in accelerazione quando la velocità comincia a raggiungere quella della luce?

Non è forse vero(?) che vale

(3.g) m=m0/rad[1-v^2/c^2]

Non è forse questa una dinamica di saturazione?

Noi affermiamo che la orbita più stabile per un elettrone non è quella di ingresso ai valori standard ufficiali misurabili perché sul “bordo” input/output di immissione ed estrazione.

Ma quella deducibile dalla equazione seguente:

(3)’ rg’=2G’mp/c^2

E’ una equazione attribuibile a Schwarzschild e citata nella Ipotesi numero 3 dell’attuale teorema.

Normalmente, se il livello di scala è sopra quello dell’atomo

la saturazione è mostrata dalla formula seguente

(3.c) m=m0/rad[1-v^2/c^2]

Però se sostituiamo nella (3.c) con v=v0=2000 km/s, M=mp,

otteniamo che m=circa m0 .. e quindi una “massa a riposo” non deformata da velocità relativistiche ..

.. TUTTAVIA se mettiamo m=m0, M=mp=mp0 nella

E=m*c^2={m0/rad[1-v^2/c^2]}*c^2={m0/rad[1-rg/r]}*c^2

se r->rg nella matematica si ha una esplosione energetica, e nel reale una saturazione che impedisce che la energia continui ad aumentare, oltre al fatto che una massa che tende alla velocità della luce tende a perdere di misurabilità della parte massiva, che diviene immisurabile in U1, e solo “massa virtuale” rispetto ad U1(*), figurando in E=m0*c^2 solo come la massa m0 che era disponibile _prima_ della conversione energetica.
(*) Si intende con U1 il nostro Universo.

Dunque cosa ne è della massa me dell’elettrone?

Secondo Einstein, come è noto, diviene solo un valore numerico che compare in E=me*c^2, essendo ogni ex massa solo un valore numerico dopo la trasformazione in energia.

Ma nell’interim?

Nell’interim se la massa fosse “agita” (e cioè tramite forza*spostamento) applicando la forza da U1( il nostro universo) NON sarebbe possibile MAI superare la velocità della luce.

VICEVERSA, ed invece, se l’interim è svolto

  • tramite il 3° principio della dinamica applicando la forza dalla corpo in moto
  • tramite forze trans-universo come nel caso della struttura atomica

si osserverebbe che la massa misurabile da U1 diminuisce man mano che ci si approssima alla velocità della luce e grazie alla formula seguente nel caso “me”:

m’=me*rad(1-v^2/c^2)

Ossia la m’=massa misurabile da U1, diminuirebbe nella sua conversione da forma massiva a forma energetica. (espandendosi come energia e diminuendo come residuo massivo m’).

Quindi l’elettrone in un raggio minore, rg’, non è scomparso, ma è in un equilibrio energetico che da U1 consente di misurare solo la sua forma energetica pari a

E=me*c^2

Dove me=ex massa, che compare solo come valore numero dopo la trasformazione della massa in energia.(*)
(*)
Con una analisi iperfina della saturazione, si può misurare -inoltre- che se la massa dell’elettrone, me, scomparisse del tutto non vi sarebbero ragioni per cui la carica elettrica associata alla massa possa continuare a essere attratta dal protone di carica opposta! Dunque si creerà un equilibrio dinamico in cui

  1. se la massa tende a scomparire riacquista un moto “libero”
  2. se la massa riacquista un moto “libero” diminuisce di velocità rotazionale e quindi riacquista massa ma ciò gli crea dei vincoli di non potere fuggire alla attrazione.
  3. tutto ciò consente che l’ingresso di un fotone in un atomo trova un “residuo massivo” su cui agire con le modalità dell’effetto Compton e fare cambiare di orbita ad un elettrone. more info su Compton: https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Compton

Tale trasformazione, inoltre, è reversibile: poiché un elettrone può essere estratto dal suo “equilibrio preferenziale” causato da equilibri non solo localisti, ma cosmologici, grazie al principio di Mach.

E dunque se si applicasse un campo di “estrazione dall’equilibrio preferenziale” osserveremmo una massa misurabile dell’elettrone, associata a una minore velocità di traiettoria in U1.

quarta parte:

Tuttavia, in riferimento alle energie,  Schwarzschild teorizza che la energia cinetica al raggio r=rg sia

(1/2)*me*c^2=G’*me*mp/rg’=U(r)

Tanto è vero che pone

rg’=2G’*mp/c^2

E quindi

otteniamo un valore di r=rg’=5.6*10^-15 m << 0.5*10^-10 m=r0

ci sono due modi di ottenere r0 matematicamente, in modo deterministico:

primo metodo:

mvr=h/2pi
pi=3.14

attribuendo m=m0, v=v0 ed estraendo r=r0

secondo metodo:
La forza sui moti circolari stabili è F, Fcu quella di Coulomb:

da F=m*(v^2/r)=m*an=Fcu=[1/(4*pi*eps)]*e^2/r^2

entrambe danno lo stesso valore di r=r0, ma soprattutto dal secondo metodo si capisce che stiamo considerando la orbita esterna dell’atomo di idrogeno(*), quella che si potrebbe dire di “aggancio” in cui un atomo di H diviene -se perde un elettrone- H+.
(*)
Come vedremo nella quinta parte (seguente) anziché -però- l’orbita essere circolare, ci servirà di simulare una orbita ellittica (per una analisi di ordine superiore in cui si esamini il moto orbitale a “curva aperta”, che si stabilizza ad un raggio minore: re_new).

quinta parte:

Si abbia presente, per seguire la trattazione, la figura seguente ripresa da wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Leggi_di_Keplero

Per la precisione, noi supporremo la massa centrale, il sole (nel nostro caso il protone) a sinistra ed il verso di rotazione della massa piccola (nel nostro caso l’elettrone) in senso antiorario.

Dalla prima legge di Keplero:

otteniamo una relazione (che è una applicazione del teorema di Pitagora) che ci servirà:

a^2=c^2+b^2

Ecc=c/a

Dalla seconda legge di Keplero:

otteniamo la seguente relazione

r x mv=costante

In particolare, grazie a Planck, nel nostro caso abbiamo:

m0*v0*r0=h/2π

da cui
v0=0.2192567575501895*10^7=circa 2192 km/s

Infatti:

(4)

r0=0.528*10^-10 m
m0=me0=me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg
h=6.6*10^(-34) J s

G=6.67428*10^-11
M(Protone)=M_ufficiale=1.672621*10^(-27) Kg

v=[h/(2π)]/[m0*r0]

v=[(1.054571*10^-34)]/[(9.109382*10^-31)*(0.528*10^-10)]

v=[1.054571/4.809753696]*10^-34/10^-41=0.2192567575501895*10^7=2192 km/s da Plank!

dimostrazione alternativa di come si trova la v0:

Vogliamo mostrare che v0 si può ottenere sia da alfa che da omega seguenti:

(alfa) Fcu+Fg=m0*v0^2/r0

(omega) m0*v0*r0=h/2π

dove
m0=massa elettrone
Fcu=forza di Coulomb
Fg=forza gravitazionale
v0=velocità di ingresso nell’orbita che vogliamo calcolare
r0=raggio di ingresso nell’orbita=circa 0.528*10^-10 m

DIM:
G=6.67428*10^-11
M(Protone)=M_ufficiale=1.672621*10^(-27) Kg
me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg
r0=0.528*10^-10 metri

Fg=[(6.67428*10^-11)*(9.109382*10^-31)*(1.672621*10^-27)]/[0.528*10^-10]=[101.69295842031809016*10^(-69)]/[0.528*10^-10]^2

Fg=[101.69295842031809016*10^(-69)]/ [0.278784*10^-20]=364.77329552742657455234*10^-49=

Fg=3.6477329552742657455234*10-47 N (ingresso nell’orbita)

Quindi può sembrare inutile aggiungere qualcosa a Fcu (visto che Fcu=0.08*10^-6 N) nella eguaglianza, poiché Fg=3.64*10^-49 anche volendo supporre Fg+Fcu=m*v^2/r

Da cui

Fcu=circa m*v^2/r

Però si può verificare se scrivendo Fcu come segue ..

Fcu=8275500931090753070221885404659354398095622080*10^(-47) N

con Fcu+Fg=Ftot alterata=

Ftot=(8275500931090753070221885404659354398095622080.0+3.6477329552742657455234)
*10^-47 N =8275500931090753070221885404659354398095622083.6477329552742657455234*10^-47 N

ci restituisca un valore simile a quello di Plank!

v^2=Fcu*r/me

v=rad[Fcu*r/me]=

v=rad{[0.0827550093109075307022188540465935439809562208*10^(-6)]*[0.528*10^-10/me]}=

v=rad[0.0436946449161591762107715549366013912219448845824*10^-16/me]

v=
rad[0.0436946449161591762107715549366013912219448845824*10^-16/9.109382*10^-31]

v= rad[0.0047966640235483786068881022814282452115791043324783*10^+15]

rad[479.66640235483786068881022814282452115791043324783*10^10]

21.90128768713926237596092708074992190200192932114871*10^5

2190*10^3 m/s=2190 km/s dalla espressione Fcu

(avendo però trascurato la alterazione dalla forza aggiuntiva gravitazionale)

Esplicitiamo anche la espressione di Planck

mrv=h/(2π)

v=[h/(2π)]/[m*r]

v=[(1.054571*10^-34)]/[(9.109382*10^-31)*(0.528*10^-10)]

v=[1.054571/4.809753696]*10^-34/10^-41=0.2192567575501895*10^7=2192 km/s da Planck!

calcolo “c1″(valore numerico di G’):

Dunque esplicitiamo G’ in forma numerica:

(4.2) G’=[1/(mp*me)*(4*p*eps)]*e^2=

G’={[1/(4π*ε0)]}*{e^2/[mp*me]}

π=3.1415926535897932
ε0=8.85418781762*10^-12 [F/m]
e=−1,602 176 53(14) × 1019 C

1/(4*π*ε0)=0.008987551787368572232596848392*10^(+12)

G=6.67428*10^-11
mp=M(Protone)=M_ufficiale=1,672621*10^(-27) Kg
me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg
r0=0.528*10^-10 metri

me*mp=(1,672621*10^(-27) Kg)*( 9.109382*10^-31 kg)=15.236543630222*(10^-27)*(10^-31)=

me*mp=15.236543630222*10^-58

1/(me*mp)=1/(15.236543630222*10^-58)

G’=[89.87551787368572232596848392*10^(+8)]*(e^2)/[15.236543630222*10^-58]

G’=(5.89868148937766767221383539574*10^66)*(e^2)

G’=15.141736259640073364207633307634983759202957766*10^(66-38)=15*10^28

e^2=(1.60217653)(1.60217653)*10^-19*10^-19

e^2=2.5669696332828409*10^-38

Si noti infine che ora grazie alla forma polare della equazione della ellisse è possibile indicare

sia

rpunto0=(r1-ro)/ds

sia

fipunto0=(f1-f0)/ds

Lo stesso valore di “ds” sarà calcolato grazie alla relazione areolare:

http://www.ba.infn.it/~abbresci/Didattica/SlideGravitazione.pdf

ds=tx1°_new=[(r0^2)*(rad)]/(2*vA)=

dove tx1°_new è l’intervallo di tempo tra t0=0 e il primo clock in cui è stata divisa (con il campionamento la ellisse)

FORMALIZZAZIONE DEL CALCOLO
PARAMETRI DI CAUCHY

Elenco dei SOFTWARE & Modifiche “nel passaggio dei parametri!”

  1. partenza da fermoOp-H-23-11-2016-a.php (1° caso)
  2. partenza in movimentoOp-H-26-11-2016-c.php (2° caso)
  3. partenza con angolo 1°/3600Op-H-27-11-2016-b-.php (3° caso)

Esposizione subito dei parametri di INPUT alle geodesic_equation
Dimostrazione a seguire che giustifica la scelta delle varie simulazioni

ELENCO COMPLETO
dei dati di input

1° caso: (partenza da fermo)

[v] partenza da fermoOp-H-23-11-2016-a.php (1° caso)

ip1: la orbita è circa un cerchio, r=r0=0.528*10^-10 m
ip2: la v orbitale è circa costante = v0 =circa 2192 km/s (da Planck)
ip3: r0=0.528*10^-10 m grazie a m0*v0*r0=h/(2pi)
ip4: m0=massa elettrone=me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg

SET parametri x il software (1° caso):

1)$ds=0.420298658493788062681E-18; [sec] vedi DIM_A(1)
2)$fi0=0.0; [rad]
3)$rg=5.635898190548777272350846569754155646521468851537079496E-15; [m] vedi DIM_B(1)
4)$r0=52.8E-12; [m]
5)$ni=1500;
6)$t0=0.0; [sec]
7)$rpunto0=0.0; [m/s] vedi DIM_C(1)
8)$fipunto0 =4.15259296389147344186209E+16; [rad/s] vedi DIM_D(1)
9)tpunto0=1; vedi DIM_E(2)
10)$c=2.99792E8;

DIM_A(1)

$ds ?

Tempo_orbitale_tot=T0

T0=N*ds
T0=C0/v0

ds=(C0/v0)*(1/N)

C0 ?

C0=2*pi*r0
pi=3.14

(1)
r0=0.528*10^-10 m

(2)
C0=2*(3.14)*(0.528)*10^-10=3.3175218421908217*10^-10 m

m0*v0*r0=h/(2pi)

(3)
m0(ufficiale)=massa elettrone=9.109382*10^-31 kg

(4)
h/pi(ufficiale)=costante di Planck=1.054571726*10^-34 [J*s]
https://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_Planck

v0=[h/(2pi)]*[1/(m0*r0)]=

v0=[1.054571726*10^-34]*[1/(4.809753696*10^-41)]

(5)
v0=0.2192569084934698*10^7 m/s= circa 2192 km/s

v0=circa 2192569 m/s

Ora possiamo calcolare

dalla (2) & (5)

T0=C0/v0=3.3175218421908217*10^-10 m / 0.2192569084934698*10^7 m/s

(6)
T0=15.1307517057763702565*10^-17 [sec]

(7)
N=360
Ipotesi di campionamento ogni grado di 360 gradi

.. da cui i radianti associati ad 1° sono
(2*pi)/(360)= (x rad)/1

(8)
x rad(di 1°)=(2*pi)/360=0.0174532925199432958 [radianti]

dalla (6) & (7)

ds=T0/N=(15.1307517057763702565*10^-17)/360

(9)
ds=0.0420298658493788062681*10^-17 [sec]

cvd.
Nota Bene:
In realtà l’intervallo di tempo prescelto sta seguendo le ipotesi che la velocità sia circa costante. Sebbene ciò non sia esattamente la fattispecie su tutta la orbita le condizioni iniziali assoceranno ad un intervallo di campionamento ds verosimile solo sul primo campionamento. Il perfezionamento dei parametri orbitali sarà restituito dai dati di output in particolare per la ipotesi di input di “partenza da fermo”.

DIM_B(1)

$rg ?

(10)
(4.1) rg’=(2*G’*mp)/c^2

(11)
M=massa del protone=M_ufficiale=1.672621*10^(-27) Kg

G’ ?

calcolo valore numerico di G’:

Dunque esplicitiamo G’ in forma numerica:

dalla (4.2) G’=[1/(mp*me)*(4*p*eps)]*e^2=

G’={[1/(4π*ε0)]}*{e^2/[mp*me]}

π=3.1415926535897932
ε0=8.85418781762*10^-12 [F/m]
e=−1,602 176 53(14) × 1019 C

1/(4*π*ε0)=0.008987551787368572232596848392*10^(+12)

G=6.67428*10^-11
mp=M(Protone)=M_ufficiale=1,672621*10^(-27) Kg
me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg
r0=0.528*10^-10 metri

me*mp=(1,672621*10^(-27) Kg)*( 9.109382*10^-31 kg)=15.236543630222*(10^-27)*(10^-31)=

me*mp=15.236543630222*10^-58

1/(me*mp)=1/(15.236543630222*10^-58)

G’=[89.87551787368572232596848392*10^(+8)]*(e^2)/[15.236543630222*10^-58]

G’=(5.89868148937766767221383539574*10^66)*(e^2)

G’=15.141736259640073364207633307634983759202957766*10^(66-38)=15*10^28

dove

e^2=(1.60217653)(1.60217653)*10^-19*10^-19

e^2=2.5669696332828409*10^-38

dalla (10)

(10)
rg’=2G’M/c^2

c=2.99792E8;

c^2=8.9875243264E16

rg’=circa 2*(15*10^28)*(1.672621*10^(-27) Kg)/(8.9875243264*10^16 m/s)^2

(12)

rg’=5.635898190548777272350846569754155646521468851537079496*10^-15 [m]

cvd (ore 10.50 del 23-11-2016)

DIM_C(1)

$rpunto0 ?

rpunto=(r1-r0)/ds

r0 dalla (1)

r0=0.528*10^-10 m

r1 ?

in ipotesi di cerchio perfetto (partenza da fermo)

r1=r0

rpunto=(r1-r0)/ds=0

cvd

DIM_D(1)

$fipunto0 ?

fipunto0=(f1-f0)/ds

f1=1°grado
f0=0

dalla (8)
f1=x rad(di 1°)=(2*pi)/360=0.0174532925199432958 [radianti]

dalla (9)

(9)
ds=0.0420298658493788062681*10^-17 [sec]

fipunto0=(f1-f0)/ds=0.0174532925199432958/0.0420298658493788062681*10^-17

fipunto0=0.415259296389147344186209*10^17

$fipunto0 =4.15259296389147344186209E+16; [rad/s]

cvd

DIM_E(1)

ip. v=0

Essendo:

(E1.1) t=(tau).(1/rad[1-v^2/c^2])

(E1.2) dt=(dtau).gamma=(dtau).(1/k)

(E1.3) gamma=(1/rad[1-v^2/c^2])

(E1.4) k=1/gamma=rad[1-v^2/c^2]

dalla (E1.2)

(E1.5) dt/dtau=gamma=tpunto0

(E1.6) tpunto0=(dt/dtau)=(1/k)

1/k=1 if v=0.

*-*

2° caso: partenza grazie a velocità areolari, dedotte da forma ellisse.

(partenza lenta, ma su ellisse, anziché su cerchio, grazie alla forma di ellisse del caso precedente: generata in automatico)

[v] partenza in movimentoOp-H-26-11-2016-c.php (2° caso)


ip1: la orbita è ellisse, a=0.52919635*10^-10 m, b=0.5291949977087841*10^-10 m
ip2: la v orbitale NON è circa costante = v0 =circa 2192 km/s (da Planck)
utilizzeremo il concetto di velocità areolare nel seguito!
ip3: la distanza protone vs elettrone ancora indicata con r0, ora in afelio,
r0 (simulazione attuale)=a+c=r=r0=0.5303927*10^-10 m 
ip4: m0=massa elettrone=me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg

SET parametri x il software (2° caso):

@1)$ds=0.4222032959941254370964150198827831201633473E-18; [sec] vedi DIM_A(2°caso)
@2)$fi0=0.0; [rad]
@3)$rg=5.635898190548777272350846569754155646521468851537079496E-15; [m] vedi DIM_B(2°caso), idem DIM_B(1° caso)
@4)$r0=53.03927E-12; [m]
@5)$ni=30000;
@6)$t0=0.0; [sec]
@7)$rpunto0=-43.3524670019782505099469015469179468222167499999; [m/s] vedi DIM_C(2°caso)
@8)$fipunto0 =4.133859845610050897607488924539494656739E+16; [rad/s] vedi DIM_D(2°caso)
@9)tpunto0=1; vedi DIM_E(2°caso), idem DIM_E(1° caso)
@10)$c=2.99792E8;

misure da autocad on (2° caso)

Nota Bene: ricordando che la figura del caso 1 aveva
dpe=r0’=0.5280000*10^-10 m della simulazione precedente
e dunque afelio a sinistra della figura ..
(la quale cosa noi, invece, convertiremo con afelio a destra e rotazione antioraria nella trattazione attuale).

ip1: la orbita che stiamo implementando è circa una ellisse (ripresa dal caso 1 come disegnata dalle geodesic equation a partire dall’elettrone da “fermo”).
dati della simulazione precedente:
lunghezza in perielio=dpe=0.5280000*10^-10 m
lunghezza in afelio=daf=0.5303927*10^-10 m
2a=dpe+daf=(0.5280000+0.5303927)*10^-10 m = 1.0583927*10^-10 m
lunghezza semiasse maggiore a
a=(0.5280000+0.5303927)/2*10^-10 m=0.52919635*10^-10 m
r0(simulazione attuale)=daf=a+c=0.5303927*10^-10 m ( c=daf-a=0.5303927*10^-10 m – 0.52919635*10^-10 m = 0.00119635*10^-10 m

Ecc=c/a=(0.00119635*10^-10 m/0.52919635*10^-10 m)=

Ecc= 0.0022606920852723

Si noti che nel caso del sistema solare
Ecc(Venere)=0.0067
Ecc(Nettuno)=0.0085 sono le min eccentricità

calcolo di b

essendo

a^2=b^2+c^2

b=rad[a^2-c^2]

a^2=0.2800487768533225*10^-20 m^2
c^2=0.0000014312533225*10^-20 m^2

b=0.5291949977087841*10^-10 m


r0 (simulazione attuale)=a+c=r=r0=0.5303927*10^-10 m
ip2: la v orbitale NON è circa costante = v0 =circa 2192 km/s (da Planck)
utilizzeremo il concetto di velocità areolare nel seguito!

ip3: m0=massa elettrone=me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg

misure da autocad off (2° caso)

DIM_A(2°caso)

$ds ?

prima stima (meno accurata di ds)

Tempo_orbitale_tot=T0

T0=N*ds
T0=C0/v0

ds=(C0/v0)*(1/N)

C0 ?

C0=2*pi*r0
pi=3.14

(1)
r0=0.528*10^-10 m

(2)
C0=2*(3.14)*(0.528)*10^-10=3.3175218421908217*10^-10 m

m0*v0*r0=h/(2pi)

(3)
m0(ufficiale)=massa elettrone=9.109382*10^-31 kg

(4)
h/pi(ufficiale)=costante di Planck=1.054571726*10^-34 [J*s]
https://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_Planck

v0=[h/(2pi)]*[1/(m0*r0)]=

v0=[1.054571726*10^-34]*[1/(4.809753696*10^-41)]

(5)
v0=0.2192569084934698*10^7 m/s= circa 2192 km/s

v0=circa 2192569 m/s

Ora possiamo calcolare

dalla (2) & (5)

T0=C0/v0=3.3175218421908217*10^-10 m / 0.2192569084934698*10^7 m/s

(6)
T0=15.1307517057763702565*10^-17 [sec]

(7)
N=360
Ipotesi di campionamento ogni grado di 360 gradi

.. da cui i radianti associati ad 1° sono
(2*pi)/(360)= (x rad)/1

(8)
x rad(di 1°)=(2*pi)/360=0.0174532925199432958 [radianti]

dalla (6) & (7)

ds=T0/N=(15.1307517057763702565*10^-17)/360

(9)
ds=0.0420298658493788062681*10^-17 [sec]

cvd.
Nota Bene: metteremo in simulazione un valore di ds più attendibile grazie alle velocità areolari, e quindi il caso attuale ci è servito solo come termine di confronto.

stima più accurata dei parametri (segue)

**-**

il semiasse maggiore dell’orbita H: (vedi “misure in autocad”, già elencate nel 1° caso)

((1))
a =0.52919635*10^-10 m

Dalla matematica di una qualunque ellisse sappiamo però che
https://it.wikipedia.org/wiki/Ellisse

((2))

Ecc=c/a=0.0022606920852723

a^2=c^2+b^2

Dunque nota Ecc, possiamo calcolare c. E da c possiamo calcolare b.

b=rad[a^2-c^2]

sostituendo i valori:

Ecc =0.0022606920852723

((3))

c=E*a=0.00119635*10^-10 m

((5))

b=0.5291949977087841*10^-10 m

quindi il semiasse minore è quasi dello stesso ordine di grandezza di quello maggiore.

se r0 è il raggio dall’elettrone al protone (alla massima distanza, detto r0 in apogeo):

((4))

r0=a+c=0.5303927*10^-10 m

si noti che con 2a & 2b si può disegnare “la scatola” entro cui sarà la orbita che il software ci dovrebbe restituire.

stima meno accurata tx1°=ds=0.0420298658493788062681*10^-17 [sec]
(vedi sezione precedente)

Ma tenendo conto delle velocità areolari si può migliorare questa stima:

In particolare la matematica associata è al link seguente:

http://www.ba.infn.it/~abbresci/Didattica/SlideGravitazione.pdf


DIM_A(2°caso)

CALCOLO DI tx1° CON LE VELOCITA’ areolari:

tx1°_new=(r0^2*rad)/(2*vA)

infatti

r0=

0.5303927*10^-10 m

rad=1°=in radianti=0.0174532925199433

vA=Area_tot/tempo_orbitale.

Area della ellisse:

A=\pi ab.

3.14*(0.52919635*10^-10 m)*(0.5291949977087841*10^-10 m)=

0.87979468359428193548314932804454176*10^-20 [m^2]

T0=15.1307517057763702565*10^-17 [sec]

vA=0.87979468359428193548314932804454176*10^-20/
15130.7517057763702565*10^-20 =
0.00005814613184475219092813447574809232 [m^2/sec]

sostituendo e calcolando:

tx1°_new =(r0^2*rad)/(2*vA)=

tx1°_new= (0.28131641621329*10^-20*0.0174532925199433)/
(2*0.00005814613184475219092813447574809232) =

tx1°_new= 0.004909897702832670440791506457*10^-20/
0.00011629226368950438185626895149618464

ds (migliore)= tx1°_new= 42.22032959941254370964150198827831201633473*10^-20 sec.
=0.04222*10^-17 sec

la precedente stima (meno accurata era)

ds(meno accurata)=0.0420298658493788062681*10^-17 [sec]

Abbiamo quindi completato la dimostrazione del seguente valore:
dim(1):
*$ds=42.22032959941254370964150198827831201633473*10^-20 sec.;

si veda anche il link seguente per more info (su le convenzioni temporali):
https://6viola.wordpress.com/2016/10/12/orbit-of-mercury-measure-theory/

DIM_D(2°caso)

dim(2):
*$fipunto0=
4.133859845610050897607488924539494656739*10^+16 [rad/sec]

fatta la scelta di ds = 42.22032959941254370964150198827831201633473*10^-20 [sec] come “tempo di campionamento” a partire dal punto iniziale in apogeo, con raggio quindi

*$r0=53.03927E-12 m

Essendo:
fipunto0=(f1-f0)/ds

dove:
f0=0

((12))
f1=rad=1°=in radianti=0.0174532925199433 [rad]

dividendo otteniamo:
fipunto0=(0.0174532925199433 [rad])/ (42.22032959941254370964150198827831201633473*10^-20 [sec])

((13))
*$fipunto=0.0004133859845610050897607488924539494656739*10^+20 [rad/sec]

confrontando con il caso 2:

4.133859845610050897607488924539494656739*10^+16 [rad/sec] stima sul caso 2

4.15259296389147344186209E+16; stima sul caso 1

cvd.

DIM_C(2° caso)

dim(3):
*$rpunto0=-43.3524670019782505099469015469179468222167499999 [m/sec];

Poiché

rpunto0=(r1-r0)/ds

Sostituendo in

r1=r(fi1)=L/(1-E*cos(fi1))

dove:

((12))
fiC=Xrad=pgreco/180 = 0.0174532925199433

((15))

L=b^2/a

b=semiasse minore

dalla ((5))

b =0.5291949977087841*10^-10 m

b^2=0.2800473456000000088*10^-20 m^2

dalla ((1))

a=0.52919635*10^-10 m

Sostituendo nella ((15))

((20))

L=0.2800473456000000088*10^-20 /0.52919635*10^-10 m

L=0.5291936454210238010901*10^-10 m

fi1=già((12))=1° grado=FiC=Xrad=pgreco/180 = 0.0174532925199433
L=già((20))=0.5291936454210238010901*10^-10 m
E=Ecc=già((2))=0.0022606920852723*10^-10 
r0=53.03927E-12=0.5303927E-10
ds=42.22032959941254370964150198827831201633473E-20 [sec]

Otteniamo

r1=r(fi1)=L/(1-E*cos(fi1))=

r1=(0.5291936454210238010901*10^-10 m)/(1-0.0022606920852723*cos(0.0174532925199433))=

r1=0.53039251696445542288220908815450771190777262611324266*10^-10 m

(r1–r0)=-0.00000018303554457711779091184549228809222737388675734*10^-10 m
(si noti che il raggio è diminuito!)

rpunto0=(r1-r0)/ds=(-0.00000018303554457711779091184549228809222737388675734*10^-10)/
(42.22032959941254370964150198827831201633473*10^-20 [sec])=

rpunto0=-0.00000000433524670019782505099469015469179468222167499999*10^-10 [m/sec]= circa -43 m/s

*$rpunto0=-43.3524670019782505099469015469179468222167499999 [m/sec];

cvd.
Nota Bene (27.08.2017):
Nonostante analiticamente $rpunto0=circa-43 m/sec. sia stato proprio il valore inserito nel software di simulazione detto Op-H-26-11-2016-c.php Fig.3
.. nel graficare l’output prodotto dal software continueremo (nel caso dell’atomo di H) con la convezione di avere l’angolo zero nel primo quadrante cartesiano e quindi il senso antiorario nello spostarci da 0° gradi vs 90° .. vedremo ancora sull’angolo zero il perielio (la distanza minore orbitale) e sull’angolo a 180° l’afelio (la distanza maggiore orbitale).
Ciò non toglie che dalle condizioni iniziali proposte, l’evoluzione dell’elettrone nella sua orbita attorno al nucleo di H sia in caduta e Op-H-26-11-2016-c.php Fig.3 termini ad i=25600, per poi passare al software successivo la interpolazione.

DIM_E(2°caso)

dim(4)
*$tpunto0=1;

poiché:

la velocità orbitale media in ipotesi di Planck (circonferenza)

v0_media= circa 2000 km/s

poiché:

la “velocità di r” orbitale nell’intervallo iniziale è ancora più bassa

rpunto=-43 m/s

La fase iniziale di tpunto0 non è condizionata da alterazioni temporali, da cui possiamo lasciare

$tpunto0=1

Nota Bene: non si confonda la velocità della massa orbitale (nel nostro caso un elettrone) che è circa tutta tangenziale (come vettore) alla orbita, con l’altra velocità detta “velocità di r=rpunto”.
Infatti alle differenze finite (r1-r0)/Dt=rpunto0
Oppure r1=r0 + rpunto0*Dt

3° caso:
ULTERIORE ORBITA DI ORDINE SUPERIORE

[v] partenza con angolo 1°/3600Op-H-27-11-2016-b-.php (3°)

nella versione finale, del software attuale (1°/3600), anziché inizializzare la partenza del software da t=0.0, abbiamo preferito inizializzare con “passaggio dei parametri” avvenuto dal software precedente (e cioé Op-H-26-11-2016-c.php). Il miglioramento è notevole. Poiché si giunge con passo di maggiore estensione alle condizioni critiche in breve tempo di calcolo, e poi (dopo il passaggio dei parametri) si diminuisce di elongazione solo -prelevando i parametri- poco prima delle condizioni critiche per passarli al “successore”. La impostazione è stata iterata fino a 1°/(3600*3600*3600) ma l’aumento del fattore di scala, o meglio dello zoom di espansione dei movimenti, ha solo confermato il tx di raggiungimento del raggio min pari a rg=5.6*10^-15 metri al tempo tx=circa 1.081*10^-14 sec. (naturalemente con maggiore numero di cifre significative man mano che lo zoom aumenta). Nella esposizione attuale ci limiteremo a riportare la casistica fino al 3° caso attuale, aggiungendo un ulteriore caso per mostrare la saturazione proprio al valore atteso. (Questo ultimo caso sarà indicato tramite risultati su tabella alla fine della trattazione).

ip1: la orbita è ellisse, a=0.52919635*10^-10 m, b=0.5291949977087841*10^-10 m
ip2: la v orbitale NON è circa costante = v0 =circa 2192 km/s (da Planck)
utilizzeremo il concetto di velocità areolare nel seguito!
ip3: la distanza protone vs elettrone ancora indicata con r0, ora in afelio,
r0 (simulazione attuale)=a+c=r=r0=0.5303927*10^-10 m 
ip4: m0=massa elettrone=me(elettrone ufficiale)=9.109382*10^-31 kg

SET parametri x il software (3° caso):

#1)$ds=0.01172786933317024510449413879244524298837E-20; [sec] vedi DIM_A(3°caso)
#@2)$fi0=0.0; [rad]
#@3)$rg=5.635898190548777272350846569754155646521468851537079496E-15; [m] vedi DIM_B(3°caso), idem DIM_B(2° caso)
#@4)$r0=53.03927E-12; [m]
#@5)$ni=900000;
#6)$t0=0.0; [sec]
#@7)$rpunto0=-0.0001229099631941721581023611360312319544827633 [m/sec]; [m/s] vedi DIM_C(3°caso)
@8)$fipunto0 =4.133859845610050897607488924539494656739E+16; [rad/s] vedi DIM_D(3°caso)
@9)tpunto0=1; vedi DIM_E(3°caso), idem DIM_E(1° caso)
@10)$c=2.99792E8;

NOTA BENE:
tutti i parametri precedenti sono da aggiornare prima della programmazione:
VEDI “ATTENZIONE_N1!” (nel seguito)

(simulazione del 27.11.2016) grazie all’aumento di frequenza del campionamento. Tale attività riducendo l’angolo di campionamento da 1° grado di 360° gradi -> ad 1° grado diviso 60*60=3600, e cioé in secondi di arco, pari a  0.0000048481368110954 rad=1″, ci permetterà di espandere l’ultimo filmato di foto che mostrano il transitorio dell’approssimarsi alla velocità della luce per la stima del raggio a cui avvenga e che già nell’articolo “UNIFICAZIONE delle forze fondamentali” avevamo stimato a 5.6*10^-15 metri circa.


DIM_A(3°caso)

CALCOLO DI tx1° CON LE VELOCITA’ areolari:

tx1°_new’=(r0^2*rad’)/(2*vA)

infatti

r0=

0.5303927*10^-10 m

rad=1°=in radianti=0.0174532925199433

rad’=1°/3600=in radianti=0.0000048481368110954

vA=Area_tot/tempo_orbitale.

Area della ellisse:

A=\pi ab.

a=0.52919635*10^-10 m
b=0.5291949977087841*10^-10 m

#A=3.14*(0.52919635*10^-10 m)*(0.5291949977087841*10^-10 m)=

#A=0.87979468359428193548314932804454176*10^-20 [m^2]

#T0=15.1307517057763702565*10^-17 [sec]

#vA=0.87979468359428193548314932804454176*10^-20/
15130.7517057763702565*10^-20 =
#vA=0.00005814613184475219092813447574809232 [m^2/sec]

sostituendo e calcolando:

#tx1°_new’ =(r0^2*rad’)/(2*vA)

#r0=0.5303927*10^-10 m

#ro^2=0.28131641621329*10^-20 m^2

#tx1°_new’= (0.28131641621329*10^-20*0.0000048481368110954)/
(2*0.00005814613184475219092813447574809232) =

#tx1°_new’= 0.000001363860473009086062524937866*10^-20/
0.00011629226368950438185626895149618464

ds’ (migliore)= tx1°_new=

ds'(migliore nella scala di 1°/3600)=
0.01172786933317024510449413879244524298837*10^-20 sec.


=0.1*10^-21 sec

Abbiamo quindi completato la dimostrazione del seguente valore:
dim(1):
*$ds=0.01172786933317024510449413879244524298837*10^-20; [sec]

DIM_C(3°caso)

dim(3): 
$rpunto0=-?[m/sec];

Poiché

rpunto0=(r1-r0)/ds

Sostituendo in

r1’=r(fi1′)=L/(1-E*cos(fi1′))

dove:

((12))
fiC=Xrad=pgreco/180 = 0.0174532925199433

fiC’=Yrad=[pgreco/180]*1/3600=rad’=1°/3600=in radianti=0.0000048481368110954

((15))

L=b^2/a

b=semiasse minore

dalla ((5))

a=0.52919635*10^-10 m, b=0.5291949977087841*10^-10 m

§b =0.5291949977087841*10^-10 m

b^2=0.2800473456000000088*10^-20 m^2

dalla ((1))

a=0.52919635*10^-10 m

Sostituendo nella ((15))

((20))

L=0.2800473456000000088*10^-20 /0.52919635*10^-10 m

L=0.5291936454210238010901*10^-10 m

§fi1’=già((12′))=1° grado/3600 =1°/3600=in radianti=0.0000048481368110954
§L=già((20))=0.5291936454210238010901*10^-10 m
§E=Ecc=già((2))=0.0022606920852723*10^-10 
§r0=53.03927E-12=0.5303927E-10

Otteniamo

r1’=r(fi1′)=L/(1-E*cos(fi1′))=

r1’=(0.5291936454210238010901*10^-10 m)/(1-0.0022606920852723*cos(0.0000048481368110954))=

0.53039269999998558528011913984803141528765805975025605*10^-10 m

Nota Bene:
cos(0.0000048481368110954)=0.999999999988

◊r1’=0.53039269999998558528011913984803141528765805975025605*10^-10 m

◊r1”(stima old) = 0.530392699999986306342967600031001817970141180487061587

◊(r1’–r0)=0.00000000000001441471988086015196858471234194024974395*10^-10 m
(si noti che il raggio è diminuito!)

ds’=$ds=0.01172786933317024510449413879244524298837E-20;

◊rpunto0=(r1′-r0)/ds’=(0.00000000000001441471988086015196858471234194024974395*10^-10)/
◊ç1 ($ds=0.01172786933317024510449413879244524298837E-20; [sec])=

◊ç2 §rpunto0=-0.00000000000122909963194172158102361136031231954482763259*10^10 m/s

◊ç3 §rpunto0=-0.0122909963194172158102361136031231954482763259 m/s

◊ç §rpunto0=circa -12 mm/s (segue)

Elenco dei SOFTWARE & Modifiche “nel passaggio dei parametri!”

partenza da fermoOp-H-23-11-2016-a.php

partenza in movimentoOp-H-26-11-2016-c.php

partenza con angolo 1°/3600Op-H-27-11-2016-b-.php

VARIAZIONE_N1:
la applicazione del valore di rpunto0 nel software Op-H-27-11-2016-b-.php

Poiché il software ottiene il passaggio dei parametri dal software precedente .. e cioé
Op-H-26-11-2016-c.php

  • il valore di ds qui calcolato è confermato in Op-H-27-11-2016-b-.php
  • il valore di rpunto0 che sarebbe molto blando (se 1°/3600 partisse dall’inizio), essendo diminuito sia l’angolo e sia ds, in realtà è dedotto dall’ultimo campione rilasciato dal predecessore di  Op-H-27-11-2016-b-.phpOp-H-26-11-2016-c.php

il valore vero, avendo campionato fino a i=25600

rpunto0(i=25600)=-8376146.9764205; [m/s] = circa 8 milioni di m/s

ATTENZIONE N1!

Sul passaggio dei parametri tra un software e quello di ordine superiore:

Nel cambio di fattore di campionamento, la inizializzazione non sarà dunque la stessa.

Si dovrà andare a leggere (ad esempio) in H-26-112016-c.php come listato di output all’altezza della “divergenza” quali sono i valori _prima_ che la “divergenza” avvenga! e quindi su un modello ancora attendibile: Nel caso attuale ciò è possibile all’indice
i=25600

“parametri estraibili” (come si vede dalla foto nel seguito dei dati di output) sono:

fi1=482.56389774639
r1=2.7511128838434E-12
t1=1.0808443443057E-14
rpunto1=-8376146.9764205
fipunto1=1.5319641164557E+18
tpunto1=1.0011848065712

Dunque calcoleremo ugualmente i valori di partenza per ciascun software, ma nella fase della programmazione la inizializzazione vedrà ad esempio

t0=t1=1.0808443443057E-14
ossia il valore “estratto”, qui “t1”, diverrà il valore dello status t0 di inizializzazione all’inizio del codice php, ponendo in scrittura:

t0=1.0808443443057E-14 nel programma che riceve i parametri (di ordine superiore, nel senso che segue uno zoom rispetto al software predecessore).

DIM_D(3°caso)

dim(2):
*$fipunto0=
4.133859845610050897607488924539494656739*10^+16 [rad/sec]

fatta la scelta di

ds’=0.01172786933317024510449413879244524298837*10^-20 sec.

come “tempo di campionamento” a partire dal punto iniziale in apogeo, con raggio quindi

*$r0=53.03927E-12 m

Essendo:
fipunto0=(f1-f0)/ds

dove:
f0=0

((12))
f1’=rad=1°/3600=in radianti=0.0174532925199433 [rad]

rad’=1°/3600=in radianti=0.0000048481368110954

dividendo otteniamo:
fipunto0=(0.0000048481368110954 [rad])/ (0.01172786933317024510449413879244524298837*10^-20 [sec])

((13))
*$fipunto=0.0004133859845610050897607488924539494656739*10^+20 [rad/sec]

4.133859845610050897607488924539494656739*10^+16 [rad/sec]

cvd.

SOFTWARE:

Il lancio del software (versione Op-H-26-11-2016-c.php) con 1° grado di 360° sul primo passo di campionamento ha dato ottimi risultati fino a 25600 iterazioni.

Dopo di ciò il passo di campionamento supera i limiti del modello, e ciò si riconosce principalmente dal fatto che è superata la velocità della luce. E a sua volta il modello in poche interazioni da valori inconsistenti.

A questo punto c’erano due modi di avvicinarsi ai valori critici senza saltare subito a condizioni critiche:

  1. dividere l’angolo di campionamento da 1° di 360°, da subito, ad esempio con 1°/3600
  2. anticipare le condizioni critiche, e poi, fare un “passaggio dei parametri” con un cambio di scala con effetto zoom solo locale! (Op-H-27-11-2016-b-.php).

Naturalmente abbiamo scelto questo secondo schema sia per non allungare i tempi di calcolo (come e tipico dei software di ricerca di condizioni particolari che operano a “passo variabile”) e sia perché la espansione ci serve solo per visualizzare i valori del raggio minimo, e la velocità associata ed avere conferma di

  • re (min)=circa 5.6*10^-15 metri
  • ve(r=re_min)= circa c = velocità della luce.

Anticipiamo che con i due software, sopra citati, il tempo di orbita si è stabilizzato intorno

tx=1.08*10^-14 [sec]

Ma servirà un terzo software a cui passare i parametri del secondo.

In totale (finora)

il primo software arriva a i=25600 campionando 1° (di 360°) come inizializzazione. Le condizioni critiche sono con

Op-H-26-11-2016-c.php=
(itot=25 600; tx=1.0808*10^-14 [sec]; r=2.75*10^-12 [m])

il secondo software arriva a i=61177 iterazioni totali campionando 1°/3600 come inizializzazione tra il primo ed il secondo. e raggiunge lo stesso valore di tx=1.08*10^-14 sec] non mutando tali cifre significative, e con un raggio di r=6.99*10^-15 [m].
Riassumendo:

Op-H-27-11-2016-b-.php=
(itot=61 177; tx=1.0812*10^-14 [sec]; r=6.99*10^-15 [m])

quindi molto vicino al “valore atteso” di r=5.6*10^-15 [m].

In coda metteremo i risultati ottenuti fino a 1°/(3600*3600*3600) senza esporre tutti i calcoli come stiamo facendo ora.

Fig.1 (codice):
software per il tracciamento della prima Orbita (partenza da fermo)

H-11-2016-a (1° caso) inizia da t=0.0 (senza passaggio dei parametri da un predecessore)

Fig. 2-a (orbita associata a Fig.1, “partenza da fermo“): (1° caso)
i cerchi più piccoli partono dallo zero a destra e sono ogni 10 iterazioni
i cerchi più grandi ribattono il percorso come stabile dopo 90, 450, 810, 1170 iterazioni, etc.

H-23-11-2016-a.php (orbita):

(click x zoom)

Fig. 2-b
software che campiona a 1° di 360° (partenza in movimento): (2° caso)
è stato lasciata la figura precedente come riferimento
per mostrare sia la partenza in perielio (da fermo), colore magenta
per mostrare anche la partenza in afelio (in movimento), colore                                                     
segue (nelle figure successive) uno zoom per mostrare come il 2° passaggio della
“partenza_in_movimento” sia una ellisse “aperta” ..

H-26-11-2016-c.php (Orbita nera):


foto link

(click x zoom)

Fig. 2-b-zoom-1:


foto link

Fig. 2-b-zoom-2:

Fig. 2-b-zoom-3:

Fig. 2-b-zoom-4:

Fig. 3 (codice) (2° caso)
software Op-H-26-11-2016-c.php (primo software di partenza “in movimento”)

Fig. 4 (codice) (3° caso)
Op-H-27-11-2016-b-.php (primo software che prende i parametri dal “predecessore”):

infatti parte (vedi il ciclo for) da i=25601

DATI OUTPUT

Op-H-23-11-2016-a-0 (caso 1)


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Op-H-23-11-2016-a-1: (caso 1)


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Op-H-26-11-2016-c-0 (caso 2) prossimità condizioni critiche


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Op-H-26-11-2016-c-1: (caso 2) prossimità condizioni critiche


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Op-H-26-11-2016-c-2: (caso 2) prossimità condizioni critiche


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Op-H-26-11-2016-c-3: (caso 2) prossimità condizioni critiche


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Op-H-27-11-2016-b-0: (caso 3) dati dal preedecessore


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Op-H-27-11-2016-b-1: (caso 3) esplorazione


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Op-H-27-11-2016-b-2: (caso 3) esplorazione


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Op-H-27-11-2016-b-3: (caso 3) esplorazione fino a condizioni critiche


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Nome Software Indice
inizio / fine
t_stop r_stop Angolo iniziale
H-26-11-2016-c.php i-start=0
i-stop=25600
1.0808*10^-14 [sec] 2751.11*10^-15 [m] 1°/360
H-27-11-2016-b.php i-start=25601
i-stop=61177
1.0812*10^-14 [sec] 6.99214*10^-15 [m] 1°/3600
H-29-11-2016-a.php i-start=61178
i-stop=61183
1.0812631648626*10^-14 [sec] 5.630609664375*10^-15 [m] 1°/(3600*60)

In quanto sopra è stato dato il codice del software e i dati di output fino a
H-27-11-2016-b.php

Manca il codice dell’ultima riga della tabella precedente e cioé H-29-11-2016-a.php che riporto qui di seguito e che può essere studiato nei dati di output (una volta che sia lanciato) in modo analogo

H-29-11-2016-a.php (codice)


foto link

La mia sperimentazione software, ha esplorato anche 1°/(3600*3600*3600), e si potrebbe andare ancora oltre. Ma i dati di output, compatibilmente con la precisione di calcolo e le difficoltà di disporre di maggiore estensione di memoria ed hardware dedicato, riconferma quanto già sopra riportato.

Spero che questo contributo che offro a chi sia in grado di apprezzare gli scenari che si aprono dopo questa nuova cosmologia ci consenta di farci una idea nuova della realtà non semplicemente probabel.

[…]

.. nei rifiuti del mondo, nasce
un nuovo mondo: nascono leggi nuove
dove non c’è più legge; nasce un nuovo
onore dove onore è il disonore…
Nascono potenze e nobiltà,
feroci, nei mucchi di tuguri,
nei luoghi sconfinati dove credi
che la città finisca, e dove invece
ricomincia, nemica, ricomincia
per migliaia di volte, con ponti
e labirinti, cantieri e sterri,
dietro mareggiate di grattacieli,
che coprono interi orizzonti..

[…]

Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo, 1961

COMPLEMENTI, ED ULTERIORI SPECIFICAZIONI
(SUL PERCHE’ l’elettrone abbia una orbita stabile ad r=0.528E-10 metri, oppur euna orbita più interna ad r=5.6E-15 metri).
(modifiche inserite in data 23.10.2017, ore 8.54)

La struttura elettronica protone + elettrone, va vista come una “macchina” che non solo ha
l’input_1
a “cadere” dell’elettrone sul nucleo protonico.

Essa struttura .. ha anche
l’input_2
a “diminuire la caduta”, grazie alla forma estesa delle equazioni di Schwarzschild nella modalità di Fermat, da noi chiamata k_Fermat nella sua forma più generale.

Essa struttura .. ha anche
l’input_3
a “modificare la caduta”, grazie alla uscita del neutrone dal nucleo di un atomo di H che crea una forza espansiva applicata sulla carica elettronica interna al neutrone e crea il decadimento beta dalla distanza min (5.6E-10 metri) alle orbite ordinarie ufficiali.

Essa struttura .. ha anche
l’input_4
a “modificare la caduta”, grazie al vento solare del protone che assorbendo energia dalla luce, se la assorbisse, e quando la assorbisse, creerebbe una spinta ad uscire applicata sulle cariche elettroniche spostandole ad orbite stazionarie di raggio fisso, oppure di raggio multiplo a secondo di quanta energia radiativa assorbe e con che timing.

(modifiche inserite in data 26.10.2017, ore 12.31)
pubblicazione nuovo articolo con more info:
https://6viola.wordpress.com/2017/10/23/decadimento-beta-beta-decay-in-deterministic-theory/

il 2 dicembre 2016, ore 8:40, dopo la pubblicazione (1-12-2016) su facebook, la discussione al link seguente:

https://www.facebook.com/groups/568196636593283/permalink/1192780830801524/?comment_id=1193229957423278&notif_t=group_comment&notif_id=1480619673252123


foto link

lunghezza di Planck:

https://it.wikipedia.org/wiki/Lunghezza_di_Planck

lunghezza di Compton:

https://it.wikipedia.org/wiki/Lunghezza_d’onda_Compton

dimostrazione della formula della lunghezza di Planck:

http://scienzapertutti.lnf.infn.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1401:0223-come-si-ricava-la-lunghezza-di-planck&catid=142&Itemid=347

Aggiornamento alla discussione precedente sempre il 2-12-2016


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il testo di Konishi sopra citato:


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Ed ora le ragioni (nella discussione che segue tratta da facebook) del perché la Accademia non esamina che la scienza non dipende dai pareri autorevoli, ma dall’esame dei fatti. Poiché è canone della scienza che ogni verifica sia ripetibile a prescindere da chi esegue la misura.

fonte:
https://www.facebook.com/groups/568196636593283/permalink/1193722720707335/


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da facebook “Baggianate Quantistiche” del 3-12-2016, ore 8:52

il fisico Valerio Formato vuole in qualche modo contribuire all’articolo di Tufano:


foto link

.. ringraziamo Formato ed abbiamo provveduto a correggere l’errore.

Sarebbe bello, però, che i fisici si esprimano anche sulla fisica .. e non solo sulla correttezza grammaticale .. infatti ci rimane il dubbio di una scarsità di argomenti ..

Non io, comunque, ho il culto narcisistico di quello che affermo, e non mi è difficile ammettere quando e se mi dovessi sbagliare .. perché il mio obbiettivo non è la dominanza, ma lo scire, che è la radice etimologica della parola scienza ..

Mi avventuro, inoltre, nella lingua inglese, perché -oggi- per sudditanza psicologica le persone pensano che la lingua italiana non meriti attenzione .. poiché è nella indole prevalente la sudditanza pur di arrampicarsi a posizioni privilegiate .. ottenute grazie al modo passivo di accettare le affermazioni autorevoli perché propalate da chi “sta in alto” ..

Pur di potere raggiungere _tutti_ quindi gli provo a parlare nella _loro_ lingua (inglese: come modalità di sudditanza) .. anche agli italiani, (prevalentemente solo nei titoli), perché altrimenti NON ci sarebbe il dialogo .. a causa della _loro_ sudditanza psicologica, anche se non è sempre, perché vi sono eccezioni ..

Le eccezioni sono in particolare quando si sa stare al merito delle questioni .. e non mettere “lo scemo del villaggio” a zimbello di quelli che gli fanno gli scherzi .. per dimostrare così la propria superiorità ed il proprio diritto di esistere ..

Sarà -dunque- la storia e non la grammatica a giudicare la scienza, e chi voglia fare un discorso degno di nota è sempre in tempo ad usare un linguaggio che non alluda ad atti sessuali(*) per significare un diritto di esistere .. perché tale diritto andrebbe riconosciuto a tutti ..
(*)
studiare, per “more info”(ndr: maggiori informazioni), cosa significa in italiano la parola “inculare” (citata da Valerio Formato nella foto precedente e che io riporto per “diritto di cronaca” e per studio della “psicologia di massa”).

4 dicembre 2016, ore 9:03


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4 dicembre 2016, ore 16:03

“tutto molto interessante”!


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Aggiornamento 23 maggio 2019:

metto in esplicito, su questo blog, i link sopra indicati:

link1: modello di Bohr:
https://it.wikipedia.org/wiki/Modello_atomico_di_Bohr

trattazione di Konishi: vedi sopra alla data 2-12-2016

link2: studio Dirac:
Dirac equation: New Solution [May 17, 2018] flow with input/output (h-theorem)
https://6viola.wordpress.com/2018/05/17/dirac-equation-new-solution-may-17-2018-flow-with-input-output/

link3: studio k_Fermat:

Einstein’s Theory of General Relativity: reverse engineering [k_Fermat solution]
https://6viola.wordpress.com/2018/06/21/einsteins-theory-of-general-relativity-reverse-engineering-k_fermat-solution/

Alcune conseguenze NOTEVOLI:

  • Pasquale Tufano Vi dirò una questione per cui Heisenberg aveva torto sui modelli e aveva ragione sullo sperimentalismo:
    confrontate le 2 espressioni seguenti:
    secondo Heisenberg:
    (1) Dx*Dp > hsecondo De Broglie:
    (2) lambda*p=hNon notante nulla di strano?Heisenberg con la espressione (1) sta dicendo che se cerco la posizione di una particella commetto un errore Dx di posizione. Inoltre commetto un errore Dp sulla quantità di moto (dove p=quantità di moto=m*v), h è una costante che compare nella energia di un fotone emesso nel cambio di orbita:
    Essendo E=m0.c^2=h.f; dove m0 era la energia della particella quando v=0, completamente convertita in energia quando v=c.Non è forse vera -dunque- la (1)?Sì, è vera, ma nella misura! poiché se la minima quantità di interferenza è un fotone introducendo una perturbazione fotonica altero la misura della posizione ad esempio su un elettrone.–Ora esaminiamo la (2)
    Non è forse lambda la distanza tra un fotone ed il successivo fotone?
    Non è forse p la quantità di moto del fotone con v=c?

    Quindi -prima di essere misurato- il fotone moltiplicando p per la sua “elongazione”=lambda non è affetto da errore nel suo modello “teorico”!

    Quindi la (2) è il modello della “particella” non perché è misurata, ma senza essere perturbata!

    La dimostrazione matematica di ciò è la seguente:
    Si scriva

    (2)lambda*p=h

    se fosse vera la (2)
    tesi:
    dovrà risultare la equazione di Einstein e quella di Planck confermate!

    DIM:
    (3) lambda.f=c; f=1/T infatti spazio (lambda) / tempo (T) = velocità

    (4) p=m*v

    in ipotesi di trasformazione da massa ad energia:
    m=m0
    v=c

    (5) p=m0*c

    Ora sostituiamo la (3) nella (2) e scriviamo come la (6)

    (6) (c/f)*p=h

    Ora sostituiamo la (5) nella precedente ed indichiamola come la

    (7) (c/f)*m0.c=h

    Eseguo le semplificazioni e scrivo come la

    (8) E=m0*c^2=hf

    che sono la equazione di Einstein e di Plank per un quantum fotonico di energia ottenuto dalla “vaporizzazione” di una massa m=m0.

    cvd.

    Modifica o elimina questo commento
  • Pasquale Tufano prendo un testo universitario che cita la espressione di De Broglie ed il fatto che è stata verificata essere vera sperimentalmente:
    Modifica o elimina questo commento
  • Pasquale Tufano Un’altra questione che ha creato “equivoci” su questo particolare argomento della conversione tra massa vs energia è la seguente:

    Si può dimostrare (metterò una dimostrazione in allegato da un testo di fisica su ciò) che

    (a) m=m0/sqrt(1-v^2/c^2); dove sqrt è una radice quadrata.

    Si può inoltre dimostrare che

    (b) Etot=m.c^2; dove il valore di m è dato dalla (a)

    Ciò può trarre in inganno nel pensare che

    tesi1:
    con v -> c la massa di una particella tenda ad aumentare fino ad esplodere ad infinito!

    tesi2:
    mi propongo di dimostrare che la tesi1 è falsa.


    DIM:
    Etot=energia totale associata ad una particella m0

    (1) Etot=Ec+m0.c^2=m.c^2

    dove
    (2) Ec=energia cinetica=m.c^2 -m0.c^2=(m-m0).c^2

    Ora passiamo alla _fisica_ ..
    DOMANDA:
    cosa succede ad una singola particella dotata di massa m0 man mano che la velocità aumenta?

    la (1) quando v=0 sarà:
    (1)’ Etot’=m0.c^2

    la energia cnetica con v=0?
    (2)’ Ec’=(m-m0).c^2=0; il che significa che m=m0 quando v=0

    In definitiva con v=0 tutta la energia è solo di tipo “massivo” e la energia cinetica non esiste, poiché v=0.

    Se stiamo accelerando 1 sola particella con un campo esterno ..
    DOMANDA:
    Quale sarà la espressione della (1) e della (2) con v = c?

    (1)” Etot”= m0.c^2

    Però pur rimanendo la energia totale -della particella- immutata, la componente radiativa e la componente massiva saranno da scorporare:

    E_p=Energia_potenziale=[m0.sqrt(1-v^2/c^2)].c^2=m_p.c^2
    E_r+E_p=Etot”=m0.c^2
    E_r=m0.c^2 -E_p=m0.c^2 -[m0.sqrt(1-v^2/c^2)].c^2
    E_r=m0[1-sqrt(1-v^2/c^2)].c^2=m_r.c^2

    Da ciò abbiamo le due aliquote
    m_p=massa potenziale=massa ancora massiva
    m_r=massa radiativa=massa già convertita in energia radiativa

    Quale sarà -allora- la variazione di energia cinetica nel passaggio da
    v=0 -> c?

    usando la
    (2)” Ec”=(m-m0).c^2

    m=m0/sqrt(1-v^2/c^2)

    NON stiamo descrivendo -con la (2)- una singola particella di massa m0.

    Ma stiamo descrivendo una situazione MACRO_sys: ovvero di più che 1 singola particella!

    Proviamo a trascurare la energia della singola particella m0

    Ec=circa m.c^2

    Quindi più aumenteremo i campi esterni che aumentano Ec .. e più crescerà Ec senza mai raggiungere un max essendo

    Ec2-Ec1= Delta Ec= (m2-m1).c^2=[Delta m].c^2

    Delta m = Delta Ec/c^2

    Ovvero le masse implicate aumenteranno (fino a quelle disponibili) proporzionalmente ai campi applicati e misurabili anche attraverso Ec, a meno di una costante.

    Quindi l’aumento di massa non è del gonfiarsi di massa di una o un numero finito di “particelle”.

    Ma l’aumento di massa (per la sperimentazione macro_sys) è il coinvolgimento di sempre più particelle ad assorbire un incremento di campi applicati mettendo in moto sempre più particelle.

    Da cui l’effetto di saturazione osservato e osservabile qualunque sia la grandezza dei campi applicati.

    sperimentazione micro_sys:

    Viceversa, la max energia assorbibile da 1 sola particella sarà la sua conversione in Etot=m0.c^2 che sarà tutta di tipo cinetico, se la forza applicata sarà da un laboratorio.

    Il fenomeno dei tachioni, invece, sarà ottenibile solo applicando la forza sull’ente stesso (particella, o astronave) in base al 3 principio della dinamica, poiché il punto di applicazione di una forza ne cambia la dinamica.

    cvd.

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fonte, su facebook, della discussione ultima qui sopra:
https://www.facebook.com/groups/robiemaria/permalink/2149005725217998/

AGGIORNAMENTO 13 LUGLIO 2019, ore 19.46:

Nei moti centrali:
(1) F= m*an
dove:
(2) an=v^2/r

secondo Bohr:

r x p = costante = momento angolare

(3) m*v*r=n*h/(2*pi) = costante
(4) ciò discende dal fatto che si suppone la v, r, m costanti

allora m*v*r=costante

Inoltre

(5) lambda*p=h (De Broglie)

quindi si può scrivere:
(6) mvr=(h/lambda)r

if mv=h/lambda, grazie alla (5)
(sostituendo p=mv nella (5) e portando lambda a denominatore si ottiene la (6) se si moltiplicano entrambe i membri per r)

(6)’=mvr=(h/lambda)r=[h/(v/f)]r, grazie a v=lambda.f -> lambda = v/f(*)
(*)
https://it.wikipedia.org/wiki/Lunghezza_d%27onda

inoltre w=velocità angolare=2.pi/T=2pi.f; w.r=v=v_TG

quindi

(6)”=mvr=[h/(v/f)]r=[h/(w.r/f)]r=(h.r)/[(2pi.f).(r/f)]=h/(2pi)

che è il caso n=1 in

mvr=(n.h)/(2pi)

cvd.

In https://6viola.wordpress.com/2016/12/01/deterministic-orbit-of-h-hydrogen-tufanos-3th-theorem-mathematics/
si vede che la v_TG è ciò che tende a mantenere la inerzia (ad uscire)

ed inoltre la forza di Coulomb ciò che tende ad opporsi alla fuga per la tangente.

Quindi c’è un bilanciamento, grazie a Coulomb tra forza centrifuga e centripeta.

da cui la “accelerazione _risultante_”=a -> vede a=0

e l’elettrone rimane in moto orbitale a v=vTG=costane nel modello di Bohr/Planck.

In realtà il modello è più elaborato, poiché la variazione di velocità cambierebbe la massa con v -> c

e però questo fatto diminuirebbe la forza di Coulomb perché affinché vi sia attrazione necessita che esista una massa e una carica.

Dunque il risultato oscilla tra la perdita di massa e la riacquisizione di massa.

Infine il nucleo protonico irradia debolmente perché tende ad assorbire e riemettere energia con una dinamica del tipo BH, laddove il combustibile è nel vuoto che non è del tutto vuoto e cadendo nel protone realizza un flusso e deflusso: un livello mareale.

Da cui l’orbita è più interna del valore ufficiale, ma non genera la caduta sul protone per i fenomeni anzidetti.

Aggiornamento 19 ottobre 2019, ore 11.39:

Grazie alla mia sperimentazione nella valutazione dell’orbita di un fotone attorno ad un BH .. si veda su ciò il link seguente:

Relativistic plasma jets in black holes [mathematics]

https://6viola.wordpress.com/2017/11/23/relativistic-plasma-jets-in-black-holes-mathematics/

si può apprezzare che ..

  1. un fotone che fosse in orbita stazionaria attorno ad un BH (black hole) purché il suo raggio sia ad una distanza r > rs, dove rs sia il raggio di Schwarzschild_modificato(*) .. ne seguirebbe che avrebbe una andamento ANTIGRAVITAZIONALE!
    (*)
    deve essere modificato perché quello classico non vale per la luce essendo dedotto da ipotesi non relativistiche. La modifica porta che va sostituita la costante 1, alposto del 2 del raggio classico rs’=2GM/c^2. Il rs_modificato=GM/c^2. La dimostrazione matematica di ciò è reperibile al link seguente:
    https://6viola.wordpress.com/2017/12/27/th_electron_spin-deterministic-value-physics/
  2. un fotone che fosse in orbita stazionaria attorno ad un atomo di idrogeno inteso come un BH .. PURCHE’ “_esterno_ al BH=atomo di idrogeno”, ne seguirebbe che avrebbe una andamento ANTIGRAVITAZIONALE!
  3. Abbiamo già visto che il raggio di Schwarzschild, r_H, di un atomo di idrogeno coincide con la massa di una atomo di idrogeno nella trattazione precedente! Ma va considerato che un elettrone ha una massa e -quindi- non è un fotone!
  4. Tuttavia grazie alla teoria k_Fermat, si veda il link seguente:
    Einstein’s Theory of General Relativity: reverse engineering [k_Fermat solution]
    https://6viola.wordpress.com/2018/06/21/einsteins-theory-of-general-relativity-reverse-engineering-k_fermat-solution/ .. tuttavia -dicevo- un elettrone dotato di massa si può trasformare (aumentando di velocità) in un fotone! .. dove la energia sarà energy=m0.c^2, dove m0 è la massa dell’elettrone quando v=0.
  5. Ergo dai punti precedenti si vede che come massa_equivalente (nel senso di sostituzione della gravità con la forza centrale di Coulomb) un elettrone dalla massa influenza la massa_equivalente che abilita la forza di Coulomb. E se sparisce la massa, per v -> c, sparisce anche la massa_equivalente. La condizione finale v_TG=c però non si verifica .. perché la componente della forza centrale aumenta o diminuisce la velocità dell’elettrone che vede
    v(vettore velocità)=v1+v2
    scomposto come
    v1= proiezione normale all’orbita;
    v2=proiezione TG, tangente all’orbita.
    Se infatti aumenta la velocità v1, diminuisce v2, ed inoltre c’è una perdita di misurabilità della massa. La perdita di misurabilità della massa aumenta v2=v_TG procurando -però- un aumento della misurabilità massiva. Tutto ciò è simulabile -via software- purché

    • si fissi il raggio di Schwarzschild su una distanza r minore del rs_H
    • si utilizzi la formula di k_Fermat che trasforma ma massa in energia nel caso macro_cosmo, adattando -nel caso microcosmo- la massa ordinaria del macrocosmo a massa_equivalente nel modello di Columb. cvd.

Semplificando:

  • la perdita di massa è una forza che fa perdere la forza centrale (Coulombiana), sia F1.
  • la acquisizione di massa è una forza che aumenta la forza centrale, sia F2
  • se si perde massa, si perde forza F1 e si tende a “partire per la tangente”.
  • se si parte per la tangente ciò genera aumento di massa, e quindi a “non più partire per la tangente”.

F2: La forza pseudo gravitazionale (in realtà di Coulomb) è dovuta alla carica elettrica finché esiste una massa.

F1: La forza inerziale alla fuga, quindi antigravitazionale, è dovuta alla perdita di massa se aumenta la velocità a cadere sul protone.

Quindi F1 & F2 sono forze antagoniste!

Il risultato?

Un comportamento oscillante nell’orbita dell’elettrone.

Aggiornamento 9 ottobre 2020, ore 15.03:

Rispetto all’ultimo aggiornamento di cui sopra .. c’è da fare -ragionando in “logica frattale sensibile al contesto”- la seguente DOMANDA:

“Perché un elettrone dovrebbe trasformarsi velocemente quasi totalmente in energia orbitando attorno ad un protone nel modello di un atomo di idrogeno(?) .. ed invece la massa risucchiata da un BH riesce ad esercitare e completare la incorporazione di ulteriori masse che le fossero prossime?”

RISPOSTA:

Quando abbiamo riconfigurato matematicamente la forza di Coulomb alla struttura delle equazioni di Einstein, abbiamo generato tra protone ed elettrone un “campo gravitazionale equivalente” .. a quello di un BH che esercita una vera forza gravitazionale! MA CIO’ NON E’ UN VERO CAMPO GRAVITAZIONALE!

Infattiì abbiamo visto che -prima di schiantarsi sul nucleo un elettrone- raggiungerebbe la velocità della luce.

Poiché raggiungere la velocità della luce converte quasi totalmente (se v < c) una massa nella corrispondente energia, va quindi considerato che un fotone ha un comportamento tachionico, e quindi antigravitazionale, quando la situazione riguarda un BH.

Ora una massa non sa se il campo che agisce su di lei è un vero “campo gravitazionale” .. oppure un “campo gravitazionale equivalente”!

.. poiché la trasformazione da massa massiva a massa energetica è legata alla velocità impressa rispetto al nostro universo, U1.

Da ciò apprendiamo che vi sono 2 tipologie di tachioni:

  1. Quelli prodotti per antigravitazione ordinaria. (esempio typ è un fotone attorno ad un BH se il raggio è maggiore del raggio di Schwarzschild).
  2. Quelli prodotti per antigravitazione generata da un “campo gravitazionale equivalente”! (esempio typ è un elettrone attorno ad un protone poiché la forza di Coulomb è molto più forte di un campo gravitazionale ordinario e approssimarsi alla v -> c (in tempo breve) trasforma la massa massiva in radiativa, e ciò diminuisce le cariche elettriche e l’azione verso il centro delle forze centrali).

In dettaglio:

La differenza di situazione interessa un fatto notevole:

Una massa ordinaria non fa in tempo a raggiungere la velocità della luce se orbita intorno ad un BH poiché la gravitazione è molto più piccola della forza di Coulomb in rapporto al percorso comparato.

Abbiamo già visto ciò quando abbiamo stimato la gravitazione su un elettrone e la forza di Coulomb su un elettrone.

Dunque la “incorporazione” di una massa m << M è un fatto usuale in un MB di massa M.

Viceversa la “incorporazione” di una massa me di un elettrone in un protone NON si realizza .. poiché prima di essere “incorporato” l’elettrone tenderebbe a trasformarsi in tachione e quindi “respinto” dal cadere sul protone. (il condizionale è d’obbligo: poiché un elettrone non raggiunge nel moto orbitale la velocità della luce. La può raggiungere però nel caso dello scontro tra elettrone ed antielettrone, ad esempio.)

ultimo aggiornamento:

27 luglio 2022, ore 13.23

 

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