“Hubble/Tufano universes theory”-Mathematics

Premessa (quadro storico)

Riesamineremo “teoria degli UNIVERSI BOLLA o BUBBLE theory”, poiché è da introdurre una diversa cosmologia che ho denominato non Bubble, ma <<Hubble/Tufano teoria degli universi>>(°). Il lavoro partirà dalla proposta di Hubble e mostrerà alcune novità che riteniamo rilevanti.
(°)
“Hubble/Tufano universes theory”

La teoria per cui gli universi sarebbero più di uno, e la meccanica con cui si evolverebbero non è nuova .. basterà consultare alcuni link che metto nel seguito ..

https://it.wikipedia.org/wiki/Multiverso

cito-n-1:

<<

Teoria delle “bolle” o universo a inflazione caotica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Inflazione eterna e Falso vuoto.

“Universi a bolla”, ogni disco è un universo a bolla con costanti fisiche diverse da quelle degli altri. L’immagine illustra il concetto di come il nostro universo possa essere solo uno tra infinite bolle.

La teoria delle bolle è la teoria del multiverso solitamente più accreditata, perché più aderente ai dati e alle misurazioni.[12]

La formazione del nostro universo da una “bolla” del multiverso fu proposta da Andrej Linde, sulla base degli studi di Alan Guth sull’inflazione cosmologica[13]negli anni ’80, ed è nota come teoria dell’universo a bolle.

Il concetto dell’universo a bolle comporta la creazione di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un “universo genitore”. Alle scale più piccole (quantistiche), la schiuma ribolle a causa di fluttuazioni di energia. Queste fluttuazioni possono creare piccole bolle e wormhole. Se la fluttuazione di energia non è molto grande, un piccolo universo a bolla può formarsi, sperimentare una qualche espansione (come un palloncino che si gonfia), ed in seguito contrarsi. Comunque, se la fluttuazione energetica è maggiore rispetto ad un certo valore critico, dall’universo parentale si forma un piccolo universo a bolla che va incontro ad un’espansione a lungo termine, e permette la formazione sia di materia che di strutture galattiche a grandissima scala.

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Inoltre in questa indagine sul profilo storico, troviamo:

https://it.wikipedia.org/wiki/Inflazione_eterna#Teoria_delle_bolle

cito-n-2:

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Teoria delle bolle[modifica | modifica wikitesto]

La teoria delle bolle è parte delle varie elaborazioni sul multiverso, del quale il nostro universo sarebbe solo una delle infinite “bolle”, ed è uno dei pochi modelli di multiverso che segue completamente il modello standard della cosmologia e l’unico con evidenze significative nei dati osservativi.[3]

Questa teoria, nota anche come teoria dell’universo a bolle, è stata proposta negli anni ’80 e nel 2014 ha ricevuto alcune conferme sperimentali[3], non condivise però da molti fisici, in quanto i risultati di BICEP2 confliggerebbero con quelli raccolti successivamente dalla sonda Planck Surveyor.[4]

Come altre teorie inflazionistiche, solitamente è contrapposta alle altre principali teorie fisiche della cosmologia, ossia quelle dell’universo oscillante o modelli ciclici[5], anche se secondo alcuni, comeMichio Kaku, l’inflazione caotica si adatta alle proposte di “teorie del tutto” quali le stringhe e il Big Splat, spiegando il dopo Big Bang di questo universo e gli eventuali universi figli, mentre esse spiegano anche il “prima”, ossia l’origine di tutti gli universi.

Il concetto dell’universo a bolle comporta la creazione di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un “universo genitore” o da un unico Big Bang. Alle scale più piccole (quantistiche, come la lunghezza di Planck), la spazio ribollirebbe a causa di fluttuazioni di energia e transizioni di fase, trovandosi in un falso vuoto, in quanto in fisica quantistica, a differenza che nella teoria della relatività generale, non esiste il vuoto o il nulla, nemmeno in caso di Big Rip o morte termica dell’universo. Il fenomeno del ribollire è forse dovuto al principio di indeterminazione di Heisenberg, e uno dei suoi effetti è la schiuma quantica. Il vuoto quantistico sarebbe infatti “schiumoso” e impossibile da lacerare e distruggere.

Le fluttuazioni nel vuoto quantistico però continuano, da ciò il termine “caotica”, e possono creare piccole bolle e wormhole. Se la fluttuazione di energia non è molto grande, un piccolo universo a bolla può formarsi, sperimentare una qualche espansione (come un palloncino che si gonfia), ed in seguito potrebbe contrarsi. Comunque, se la fluttuazione energetica è maggiore rispetto ad un certo valore critico, si forma un piccolo universo a bolla dall’universo parentale, va incontro ad un’espansione a lungo termine, e permette la formazione sia di materia che di strutture galattiche a grandissima scala.

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ANALISI:

Questo breve esame del profilo storico, quindi, ci consente di dire che Hubble, e con lui io, (Tufano), siamo di avviso diverso ..

Hubble sosteneva, infatti, che l’universo U1, (il nostro, quello che sia visibile da noi, che io chiamo U1), nella sua idea di “costante di Hubble”, fosse come una bolla in espansione, ed –in parte– ciò trova coerenza nella teoria del Big Bang ..

La teoria del Big Bang, infatti, è la teoria del grande botto (esplosione) iniziale .. e quindi prevede il concetto della espansione, che nella versione moderna è detta inflazione, ossia impoverimento della concentrazione della materia ed energia che da forma concentrata si sarebbero, in poco tempo, e superando la velocità della luce, “c”, poi, distribuite in modo più esteso ..

La analogia è quindi nel concetto di espansione .. ma si ferma lì ..

Perché, secondo Hubble, la velocità delle galassie lontane è descrivibile dalla seguente equazione:

(1) H0*D=v

dove
H0 = 1/t0, t0 età dell’universo (circa 14 o 15 miliardi di anni)
D = distanza tra NOI, che siamo nel punto Po, & la galassia o la stella sotto osservazione in P1, da cui D = P1-P0
v = velocità = v(P1) – v(Po)

Si noti che la v può raggiungere anche velocità superiori a “c” .. come negli ultimi avvistamenti della galassia Z8, stimata a 30 miliardi di anni luce da noi da cui
H0*D=circa 2c (nel caso di z8) L’analisi con i calcoli la trovate al link seguente:
https://6viola.wordpress.com/2016/03/15/ecco-dove-era-la-materia-oscura-dark-matter-studio/

Come conferma l’avvistamento di galassie come la z8, e laddove altre teorie localiste di Einstein/Minkowsky falliscono nel descrivere la relazione tra velocità e spazio, invece la formula di Hubble “continua a funzionare”(!) anche con distanze superiori a 30 miliardi di anni luce ..

Le formule fino alla velocità della luce e poi per ora (*) solo con Hubble oltre la velocità della luce le trovate al link seguente:
https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift
(*)
(dopo questo articolo disporrete -infatti- di nuove formule per il calcolo della cosmologia di interi universi, Ui, laddove la linea di frontiera di ciascun universo Ui, sia collocata alla distanza in cui una galassia, o un ammasso raggiunge v=c, e l’universo adiacente si sviluppi per Ui+1 alla velocità v > c fino a v=2c: ad esempio noi siamo in U1, e dimostreremo che viaggiamo a v =c, e osserviamo oggetti come la galassia z8 che viaggiano fino al limite di vmax=2c dove vmax è rispetto a noi, e quindi la velocità assoluta, di z8, rispetto alla singolarità che origina gli Ui, sia “_S0_”(**) , vede la galasssia z8 che viaggia a v=3c)
more info di base:
https://6viola.wordpress.com/2016/03/09/teoria-universi-adiacenti-ua-0/
(**)
(il ragionamento è rispetto alla ipotesi che “_S0_ fosse pensata immobile”, ma potrebbe essere considerata, S0, il centro di una bolla in movimento che origina gli Ui)

Evidentemente la formula di Hubble non dice che la velocità degli enti ha un max in “c”, ma tanto più grande quanto più aumenta la distanza! (con il limite sperimentalmente verificato, finora, della velocità max visibile da U1= 2c, e io dimostro come mai vi sia questo limite nella teoria UA al link seguente(ç). nota bene: sebbene vi sia un “distinguo”(çç) sul concetto di elongazione della distanza spaziale e associata distanza temporale .. tra UA(di Tufano) e formula di Hubble, ma esamineremo ciò -in dettaglio- nella attuale trattazione, qui, nel seguito, laddove metteremo alla prova le varie formule disponibili a bassa e alta velocità, con lo spartiacque di v=c tra il concetto di “basso” & “alto”, si veda il seguito con la parte riguardante la “ANALISI SPERIMENTALISTA” ).
(ç) 
https://6viola.wordpress.com/2016/03/09/teoria-universi-adiacenti-ua-0/
(çç)
in breve: il “distinguo” è nel fatto che considero vero che dalla nostra galassia, sia Milky, la massima distanza osservabile è a 30 miliardi di anni luce da noi, e cioé Galassie del tipo z8, che viaggiano a v=2c. Ma ciò è causato dalle due posizioni relative, poiché se si mutassero le posizioni si vedrebbe che oltre l’universo osservabile si avrebbero altre dinamiche sinteticamente spiegate in UA di Tufano al link appena qui sopra citato.

Quindi mette, Hubble, in relazione non la velocità ipoteticamente insuperabile della luce con lo spazio, ma come aumenta la velocità .. “sia che sia inferiore e sia che sia superiore alla velocità della luce!” .. tuttavia riferendosi alle sorgenti in grado di poterlo fare (le galassie) ed -inoltre- rispetto alla coppia osservato/osservatore.

Da cui la equazione di Hubble non descrive una velocità, ma una accelerazione, almeno nel range dove la linearizzazione ci dica gli incrementi di velocità associati agli incrementi di distanza di Hubble, D, dove D compare nella formula seguente (1) che ripetiamo:

(1) H0*D=v

Per convincercene, basterà notare che gli studi di descrivere la variazione (nel tempo) del fattore di scala di uno spazio, nell’ambito delle coordinate co-moventi, studia la quantità a(t), detto fattore di scala dello spazio, e pone

(2) d/dt{a(t)} /a(t) = H(t)

Poiché la a(t) si relaziona come segue:

Rc(t)=a(t)*Rc(t0)

([d/dt{a(t)}/a(t)]|t=t0)=H0

essendo a(t0)=1, Rc(t0)=a(t0)*Rc(t0) -> a(t0) deve essere a(t0)=1

Quindi nell’intorno di t=t0, linearizzando: e tenendo conto che a(0)=0

d/dt[Rc(t)]=d/dt[a(t)]=circa [a(t0)-a(0)]/[Dt] =1/Dt=H0

 

Evidentemente -allora- la espansione del volume di una sfera è relazionabile ad una espansione del raggio della sfera e ci può dire se il nostro universo è

  • stazionario (ipotesi di raggio costante)
  • in contrazione (ipotesi di raggio in diminuzione)
  • in espansione (ipotesi di raggio in aumento)

DOMANDA N1:

Perché si attribuisce al nostro universo l’età di circa 14 miliardi di anni? (N1)

RISPOSTA:

Se si calcola quanto vale H(t=t0) = Ho, dove t0 è la nostra epoca .. (stimata circa 14 o 15 miliardi di anni) ..

.. si vede che Ho è circa costante, ed oggi stimato in un valore che è stato aggiustato -nel 2016- dalla cross/correlazione di vari metodi in circa 70 (io lo stimo 66.6).

Per vedere le mie stime si consulti il link seguente:

https://6viola.wordpress.com/2016/03/15/ecco-dove-era-la-materia-oscura-dark-matter-studio/

Ciò significa che se sostituiamo la distanza stimata della galassia Z8 nella (1)

(1) H0 * D = v

D = distanza della luce 30 in miliardi di anni da noi, da convertire in Mpc!

1 anno luce = 1 a.l. = 0,3 pc
30*10^9 (a.l.) = 30*10^9 * 0,3 pc = 9 * 10^3 Mpc = 9000 Mpc

70*(9000) (Mpc) = v (velocità di Galassia z8) =630 000 km/s = circa 2*c

dove c= 300 000 km/s = velocità della luce.

(con 66.6 la velocità di z8 è leggermente sotto “2c” da cui la mia tesi sul valore di Ho).

Ma ritorniamo alla ..

DOMANDA (N1)

Perché si attribuisce al nostro universo l’età di circa 14 miliardi di anni?(N1)

Se si stimasse il valore di espansione di H(t) come H(t=to)?

Anche con la analisi del volume H0=circa 1/Dt
(per la dimostrazione nella forma a(t) come Rc(t)=a(t)*Rc(t0) vedi sopra)

V1=volume iniziale di U1
V0=volume alla epoca attuale

ip: nella ipotesi che V1 = circa zero, allora, avremo ..
(Nota Bene: la V maiuscola indica un volume, la v minuscola indica una velocità)

Ho=d/dt{V(t)}/V(t) = [(V0-V1)/(delta t)]/V0 = circa   1/(delta t)

Ossia scrivendo Ho non in megaparsec, e in Km, ma nel sistema S.I.(metri, secondi, etc)(*)
(*)
https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_internazionale_di_unit%C3%A0_di_misura

Ho = 2.2 *10^(-18)

1/Ho=delta t = età dell’universo = 14 miliardi di anni (circa)

Essendo

1 anno = 3*10^(7) sec

14 miliardi di anni = 14*10^(9)*3*10(7)=42*10^(16) sec.

1/Ho= 1/[2.2*10^(-18)] = 0.42*10^(18)=42*10^(16) (circa)

da cui 1/Ho è circa l’inverso dell’età stimata ufficialmente per U1, il nostro universo.

(sono stati operati arrotondamenti, come è facile verificare, ma il discorso è di massima ovvero “brutale”/”rozzo” come è detto al link seguente)

La idea ora esposta non è la mia, ma è riportata fedelmente al link seguente:

https://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_dell%27universo

<<

Quindi una rozza stima dell’età dell’universo si ottiene dall’inverso del parametro di Hubble,  \frac{1}{H_0} = \left( \frac{H_0}{72\quad\text{km/(s}\cdot\text{Mpc)} } \right)^{-1} \times 13,6 \quad\text{Gyr}.

>>

OK .. quindi “Ho (DI HUBBLE)” ha addirittura “la struttura” di un tempo (*)(**), introducendo ipotesi di linearizzazione a universo stazionario .. (nel senso che R(t) = costante, laddove R(t) sia il Raggio di U1, il nostro universo, sebbene inflazionato solo nelle primissime frazioni di secondo di manifestazione di U1 da una singolarità iniziale).
(*)
(in ipotesi di spazio uniforme),
(**)
(abbandonata, questa ipotesi di spazio di U1 uniforme, solo di recente nella ammissione che le galassie lontane sono in accelerazione, ma secondo alcuni ibridicizzata dalla ulteriore ipotesi che lo spazio è sempre lo stesso, come spazio, mentre gli enti, ad esempio le galassie, lo occuperebbero alla visibilità in dinamiche diverse dalla espansione spaziale)
(nota):
(dimostreremo nel seguito che i fatti di misura sperimentale ci portano a conclusioni diverse, e però coerenti alla logica e matematica).

DOMANDA N2:

.. ma siamo sicuri che il nostro universo, U1, sia stazionario? .. non diceva la teoria del Big Bang .. che addirittura nelle fasi iniziali della espansione .. la velocità di espansione aveva superato di molto la velocità della luce? .. per quanto tempo è durata questa espansione accelerata? .. solo poche frazioni di secondo? .. e poi l’universo è rimasto al raggio attuale nei miliardi di anni successivi? .. come se H(t) sia sempre stato circa Ho tanto da potere associare all’inverso 1/Ho la stessa età dell’universo?

RISPOSTA delle teorie ufficiali finora proposte:

SI’

Nonostante che le galassie mostrino una colonizzazione dello spazio e il superamento della velocità della luce per le galassie lontane .. che secondo alcuni vi sia quindi una espansione del volume della sfera che segnerebbe i confini dell’universo “osservabile”(*).. ad oggi .. non solo il Bang non si esaurisce .. ma addirittura si espande .. e per fare tornare i calcoli del moto delle galassie manca -però- il 90% tra materia ed energia .. tanto da fare dire della materia e energia mancante .. “materia ed energia oscura” .. e il modello ancora non trova una soluzione nonostante il 90% di errore tra la teoria e la osservazione sperimentale..
(*)
è stato assegnato un premio nobel sulla dimostrazione che le galassie lontane sono in accelerazione:
https://it.wikipedia.org/wiki/Universo_in_accelerazione

cito:

<<
Questo sorprendente risultato è stato ottenuto nel 1998 da Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam Riess sulla base di osservazioni di supernove di tipo Ia in galassie lontane[1][2]. Per tali studi ai tre scienziati è stato assegnato il premio Nobel per la fisica nel 2011.

>>

Ecco, allora, che l’argomento .. per chi ha la pazienza di seguire questo discorso alquanto complesso nei suoi dettagli di ricostruzione storica e poi di critica scientifica ..

NON E’ UN ARGOMENTO BANALE .. (o di facile ironia)

Ma mostreremo nel seguito che serve applicare al MACRO-COSMOS delle considerazioni osservabili già dalla dinamica del MICRO-COSMOS!

[…]

Modello Del Flusso Cosmologico (Hubble/Tufano):

ip. 1

Si ipotizzi che dopo un breve transitorio di inflazione (*) la fenomeno genesi della espansione del cosmos non sia avvenuta ad accelerazione variabile..ma ad”accelerazione costante”(!)(**)
(*)
(che quindi ritiene ammissibile una dinamica zippata nelle primissime fase di frazioni di secondo tra lo start di uscita dalla singolarità S0 ed il seguito)
(**)
(daremo dimostrazione coerente alle risultanze sperimentali e alla matematica delle rappresentazioni nel calcolo integro/differenziale nel seguito)

.. e tale accelerazione, e relative integrazioni, sia la seguente:

cit on (equazioni della “NUOVA COSMOLOGIA”/<<“cronoprogramma alfa” delle galassie negli Ui>> nella Bolla B0, con sorgente S0)

acc° = c/t0

dove t0 = 1/Ho

vcc° = ∫ acc° * dt = (c/t0)*t

scc° =∫vcc° * dt = (1/2)*(c/t0)*t^(2)

cit off

.. e -quindi- le precedenti siano le equazioni in accelerazione, velocità, e posizione di una “bolla” che da un punto “origine” (S0) (o “singolarità iniziale”) vede espandersi la materia/energia con le leggi orarie sopra esposte, come spinte da un flusso(*) ..
che si manifesta secondo quel “cronoprogramma(**)
(*)
(a formare sfere concentriche in espansione nello spazio e nel tempo)
(**)
(per la parte principale, ma vi sono altre dinamiche “secondarie”, in quanto i flussi secondari stabilizzano il moto degli enti, sia grazie a rotazioni dell’ente sul suo asse, che della collezione di enti anche essi in rotazione, come pure di tutta la Bolla(***) che contiene gli Ui, e con moti non necessariamente di perfetta simmetria, ma di anomalie a-simmetriche che consentono la logica di orientamento, non essendo mai una stella esattamente uguale ad un’altra, né a distanze omogenee, né le galassie sempre con la stessa forma, ma solo nell’ambito di una similitudine).
(***)
Quindi la Bolla singola ha un suo spin, e partecipa, con altre Bolle Bi, ad uno spazio più ampio con l’interazione con altri enti non necessariamente a dinamica del tipo di quella che ora stiamo descrivendo, ma in cui le “forze”/”energie” che gonfiano le Bi sono in un Cosmos ancora ad un fattore di scala maggiore della dinamica qui descritta che si “limita” alla collezione degli universi Ui, dentro la singola bolla Bi, che è la nostra, B0.

TH-1 del flusso COSMOLOGICO:

<<

dopo un tempo, t = [t0*rad(2)], la galassia che al tempo t=0 era nella singolarità iniziale, prima che lo spazio si espandesse, raggiungerà la posizione D1 = c*t0

>>

dimostrazione:

scc° = (1/2)*(c/t0)*[t]^(2) = (1/2)(c/t0)*[t0*rad(2)]^(2) = c*t0 = D1

cvd.

ip.2

sia t0 = 1/Ho di Hubble

CH-1, COROLLARIO alla tesi: TH-1

<<

H(t)=H0=[(ΔV)/Δt]/ΔV=(V0/t0)/V0=1/t0

come caso particolare di

d/dt{a(t)} /a(t) = H(t)

NON perché ΔV=V0 in generale(*)
(*)
(Infatti ΔV = V0 maturato in t0, solo rispetto a Milky)

Ma perché, in particolare, si considera, con Ho, la espansione da t=0 al tempo t=t0, e quindi nell’intervallo di tempo considerato -> esiste solo il volume Vo.(**)
>>
(**)
Nella trattazione attuale V0 sarà il nostro universo, confermando la tesi ufficiale di una età di 14 miliardi di anni + 1 miliardo di anni, ma solo limitatamente alla galassia Milky, (o Milky Way, la via Lattea, in cui noi siamo).. quando ci riferiamo alla distanza D1=c*t0 dal centro della Bolla, B0, e quindi con un intervallo di tempo t0 (15 miliardi di anni) da dove siamo ora, sulla frontiera di U1, se andassimo verso il centro della bolla, Bo, a velocità della luce, c.

cvd.

TH-2 del flusso COSMOLOGICO:

se si considera la velocità acquisita dalla bolla alla distanza D1 si trova che la Galassia, sia G0=Milky, che si trovi al tempo t= [t0*rad(2)], alla distanza D1=c*t0 dalla singolarità iniziale, avrà la equazione:

H0 * D1 = v = (1/t0) * (c*t0) = c

Poiché nel nostro universo, la nostra età è stimata t0=circa 14 o 15 miliardi di anni, allora, Milky, la nostra Galassia, sta viaggiando ad una distanza spaziale dalla singolarità iniziale pari a D1=c*t0. Ed infatti la luce impiegherebbe un tempo = t0 = spazio/velocità = (c*t0)/(c) =t0 per riportarsi (alla velocità della luce) nel punto di origine.

Viceversa, poiché le galassie sono in accelerazione (costante), acc° = c/t0, la galassia non rispetta le equazioni orarie della luce, ma arriva in D1 ad una velocità maggiore della luce ed esattamente:

vcc° = ∫ acc° *dt = (c/t0)*t = (c/t0)*[t0*rad(2)] = c*rad(2)= (1.41)*c

ip.3

sia la Galassia G0=Milky, nell’origine cosmologica (singolarità iniziale) e osservi alla distanza di 30 miliardi di anni dal punto di osservazione ed in direzione evidentemente radiale un’altra Galassia, sia Z8, che come noto viaggia (dalle misure attuali) a circa 30 Miliardi di anni luce da noi, alla distanza spaziale di D2=2c*t0, ed a una velocità superiore a quella della luce di circa 2*c. (*)
(*)
(i)=nel reale: velocità v=2c, della galassia z8, rispetto a noi che la osserviamo, che -però-viaggiamo v=c, e quindi z8 viaggia rispetto al centro della Bolla, B0, a velocità v=3c.
(ii)=nella attuale simulazione: operiamo una “traslazione” nel collocare Milky in S0, & Galassia Z8 alla distanza D2=2*c*t0: rif. a Z8 da S0, Milky ha distanza zero da S0. Poiché quando osservato ed osservatore hanno velocità relative nella “stessa accelerazione costante in entrambe” (infatti: acc=c/t0 sarà la stessa per tutte le galassie in uscita da S0)” -allora- tale traslazione spaziale è corretta. Ossia qualunque sia il punto di origine da cui inizia la dinamica di “inseguimento”(da parte dell’inseguitore) del soggetto che è “partito prima”, purché valgano le (#1), (#2) seguenti: 
(#1) il delta spaziale tra le due partenze sia lo stesso valore (tra una prima traslazione e una  seconda traslazione sullo stesso flusso). (nel nostro caso la prima traslazione è sull’origine, la seconda traslazione è con la nuova origine in D1=c*t0 associata alla nostra galassia, e D3=3*c*t0 associato alla z8).
(#2) la accelerazione di inseguito ed inseguitore sia la stessa (nel nostro caso: acc(i)=c/t0, i è l’indice che è messo a parametro tra i vari soggetti che potrebbero avere accelerazione diversa, ma noi ipotizziamo costante per ogni galassia che esce da S0, e anche nella successiva evoluzione spaziale, eccettuato un breve transitorio di inflazione iniziale).
-allora-
si potrà constatare che la variazione delle velocità (tra i due soggetti: inseguito & inseguitore), una volta che il secondo è anche esso partito, vedrà
“delta delle velocità (tra inseguito ed inseguitore)” = costante .. (nel nostro caso 2*c)
perché acc (la accelerazione) = costante, rispetto ad S0, e questa  ipotesi sia stata posta come ipotesi di fondazione per entrambe e dello stesso valore!
P.S. Si consiglia di realizzare 6 grafici, per chi voglia effettuare una verifica. I primi tre sono accelerazione, velocità, spazio: relativi all’origine per il primo che parte. I secondi tre grafici, sono accelerazione, velocità, spazio: relativi all’origine per il secondo che parte in ascissa mettere il tempo.

Avremmo potuto metterci nella posizione descritta dai teoremi e corollario precedente, e cioé in D1=c*t0, associata alla posizione di Milky, e osservare (dall’osservatorio su Milky) la Galassia Z8 in D3 = 3*c*t0, ed il delta spaziale sarebbe stato lo stesso (infatti 3*c*t0-c*t0=2c*t0= D2), ma la trattazione delle equazioni “del moto delle galassie” sarebbe stata leggermente più complessa, anche se equivalente, essendo la accelerazione
acc°=c/t0=costante.(*)
(*)
(ripeteremo -però- i calcoli dopo la prima versione semplificata qui di seguito: nel caso generale).

Pertanto mettiamoci nella seguente situazione(*)
(*)
(La situazione è semplificata, e prevede -ora- una traslazione dell’osservatore (Milky) nell’origine della Bolla, B0, e la galassia z8 a distanza D2=2c*t0):

Milky in origine del cosmo:
s=0
v=0
a=0
t=0

Z8 alla distanza di
s=D2=2c*t0
v=(c/t0)*t=(c/t0)*(2t0)=2c
a=c/t0
t=2t0

TH-3 del flusso COSMOLOGICO:

se utilizziamo la formula di Hubble:

H0*D=v=H0*(D2)=2c
(1/t0)*(2c*t0)=2c

TH-3 Commento:
Dunque, per la trattazione precedente:
D2 = 30 miliardi di anni (circa) rispetta le equazioni cosmologiche di Hubble/Tufano e anche i rilievi di distanza tra Milky e Z8 ottenuti sperimentalmente in ipotesi di distanza spaziale D2=2c*t0, e velocità tra le due galassie (Milky / Z8)= v =2c, quando la distanza temporale è circa 30 miliardi di anni (pari a 2 volte t0=15 miliardi di anni).

CH-3 (Corollario):
Si noti che Z8 giunge a v=2c se parte dall’origine del cosmo, e si trova in D2=2*c*t0
Oppure che Z8 giunge a v=3c se parte dalla distanza D1, e si trova in D3=3*c*t0

DIM:
Poiché la v di Hubble è una delta di velocità che sarà rispetto ad uno zero, allora, si può prendere a riferimento l’origine e usare una traslazione per i calcoli .. e ancora -essendo formula di Hubble un delta di velocità- che vale ancora rispetto al punto di osservazione NON sulla origine del cosmo, sia, ad esempio, in D1=c*t0, e allora avremo (delta v)=3c-c = 2c come distanza di velocità(*)
(*)
(tra le posizioni D1=c*t0, e la posizione D3=3c*t0. Quindi Delta di posizioni: 2c*t0).

cvd.

Quindi Z8 (posizionata in questa prima analisi a D2=2*c*t0 dall’origine), se parte da 30 miliardi di anni luce dall’origine (*) per ritornare nell’origine, alla velocità della luce, impiegherebbe a percorrere lo spazio 2c*t0 -> un tempo 2t0, alla velocità della luce.
(*)
(è successo in passato, per la galassia z8, di avere attraversato la posizione D2, e poi si era espansa ulteriormente, ma nella attuale congettura .. stiamo esaminando solo -ora- una configurazione in cui esaminiamo la partenza da D2, di z8,e un moto, di z8, verso l’origine S0 nella Bolla B0).

Dunque Z8 rispetta le equazioni orarie associabili alle galassie, da noi denominate “cronoprogramma alfa” e vediamo che giunge al punto D2(*) a velocità maggiore di quella della luce, ed esattamente v = 2c, se utilizziamo il computo delle velocità non secondo la velocità della luce costante, ma secondo le equazioni associate alle galassie. (**)
(*)
(in realtà stiamo esaminando differenza di coordinate da D2 a zero, che però è sempre una distanza tra osservato e osservatore anche quando la stazione di osservazione è diversa da zero).
(**)
v=2c (come detto è l’incremento di velocità tra osservato e osservatore)
Infatti, in riferimento alla origine:
v=(c/t0)*t
t è tale che
s(t)=scc° = (1/2)*(c/t0)*t^(2)=D2=2c
oppure
v(t)=(c/t0)*t=2c
esplicitando t=t0*2=circa 30 miliardi di anni luce la distanza tra Milky e Z8.

DIM. validità della analisi ANCHE in ipotesi di TRASLAZIONE SPAZIALE:

Dimostriamo che la traslazione spaziale conferma la stessa analisi precedente.

(Delta v)/(Delta t)=(v3-v1)/(t3-t1)=(v2-0)/(t2-0)= costante=acc°=c/t0

v3=(c/t0)*[t3]=(c/t0)*[t0*rad(6)]
v1=(c/t0)*[t1]=(c/t0)*[t0*rad(2)]
t3=[t0*rad(6)]
t1=[t0*rad(2)]
sostituendo
acc°=(Delta v)/(Delta t)=
{(c/t0)*[t0*rad(6)]-(c/t0)*[t0*rad(2)]}/{[t0*rad(6)]-[t0*rad(2)]}=c/t0

cvd.

Complementi sulla teoria di Hubble:

Come visto solo dall’ipotesi di approssimare H0=1/t0 ne seguirebbe che la età del nostro universo sia circa 14 (o 15) miliardi di anni.

Il raggio D, della nostra “bolla”, sarebbe (in tal caso) -> H0*D=v=c.

Dove: (se includiamo nella “bolla” z8 che viaggerebbe a v=2c avremo ..)

H0*D=1/t0*D=2c .. e dunque .. D=Dmax .. dovrebbe avere valore Dmax=2c*t0, affinché si sia potuto attribuire alla galassia Z8 il valore v=2c, ma osservato da noi, su Milky, con la approssimazione di essere circa nell’origine, e z8 più esterna all’origine di noi.

Quindi se parametricizzassimo l’asse dello spazio avremmo la seguente TAB:

D1= c*t0 ; al tempo t1=t0*rad(2); alla velocità di G(D1)=c*rad(2); Gi=  Galassia in Di
D2=2*c*t0 ; al tempo t2=t0*rad(4); alla velocità di G(D2)=c*rad(4);
D3=3*c*t0; al tempo t3=t0*rad(6); alla velocità di G(D3)=c*rad(6);
D4=4*c*t0; al tempo t4=t0*rad(8); alla velocità di G(D4)=c*rad(8);

Applicare Hubble come H0*D=v, dunque, ci darà risultati coerenti con il nostro cronoprogramma, solo in ipotesi che sia H(t)=H0. E quindi all’ipotesi di linearizzare come se guardassimo z8 dal centro di una bolla.

Va distinto, va ricordato, la velocità di percorso della luce, da quella che stiamo indagando di galassie nella ipotesi che risentano di un flusso in espansione, poiché la luce avrà una sua velocità costante v=c, mentre quella delle galassie è non costante, e ciò è testimoniato dal redshift, e quindi stimata, la velocità, in accelerazione rispetto ad un centro del flusso.

In definitiva, non sarà difficile rendersi conto che sebbene nelle nostre ipotesi la accelerazione sia costante e quindi una traslazione di spazio sia INVARIANTE a ritrovare (Delta v)/(Delta t)=accelerazione .. ciò significa che la invarianza è nell’intervallo di tempo, e non spazialmente!

Da cui v(D2)=2c per una Galassia e (Delta v)=2c rispetto alla sorgente della bolla.

Ma (Delta v) non sarà più stimabile con Hubble se non nelle ipotesi che l’osservatore sia al centro della bolla e di sostituire H(t)=H0, poiché Hubble stima la velocità non della luce, ma della galassia!

Dunque è vero che anche in D3-D1=3c*t0-c*t0=2c*t0 .. Hubble ci dice che H0*D=v
.. e sostituendo H0*D=(1/t0)*D=(1/t0)*(D3-D1)=(1/t0)*(3c-c)*t0=2c ..

Ma ora la stima non rispetta più il cronoprogramma da noi proposto, che dice
v(3) = velocità di G(D3)=c*rad(6)=c*(2.4)
v(1) = velocità di G(D1)=c*rad(2)=c*(1.4)
E dunque v(3)-v(1)= c*(2.4) –  c*(1.4) = circa c

Quindi nel caso che ci sia una accelerazione, come da noi proposto, le traslazioni sono invarianti come rapporto variazione di velocità su associato intervallo di tempo, ma non è più valida la linearizzazione di Hubble, che opera rispetto ad una distanza (sia D) ed ad un tempo (sia H0=1/t0) in H0*D=v; con la sola eccezione della traslazione dell’origine di chi osserva la galassia più remota.

Questa ulteriore trattazione, ora esposta, andava -dunque- esplicitata per spiegare bene “le ipotesi di linearizzazione”, e ricade nella più ampia teoria delle coordinate “COMOVENTI”.

Abbiamo già detto, in più riprese, che il moto ha bisogno di riferimenti .. e che l’ideale è il concetto (se fosse possibile) di “stelle fisse” .. accenniamo -qui- solo al fatto che se un sistema di riferimento, S1, ha una sua misura su un secondo sistema, S2, ciò non risolve il fatto che la conoscenza del moto relativo di S1 rispetto a S2 ci dia -da solo- informazioni su cosa fa “il gruppo” S1&S2 rispetto ad altri enti, se tali enti non siano anche essi studiati rispetto ad S1&S2. Inoltre si può creare la situazione paradossale .. per cui .. tutti gli enti visibili siano categorizzati, ma il moto della sommatoria di tutti gli enti caratterizzati e categorizzati (alla sola”misura locale”) sia in moto rispetto ad un più ampio contesto .. che a noi non è noto! .. finché non ne avessimo contezza misurandolo!

Da cui, a noi sembra, che il problema di esaminare “se la luce è superata dallo spazio in espansione o dagli enti” .. è un problema di “lana caprina” .. per nascondere il fatto che non si vuole esaminare la natura delle forze applicate e dei punti di applicazione delle forze ..

Infatti il problema principale è se vi sia o meno un flusso!

E se tale flusso sia misurato rispetto a quali sistemi di riferimento.

Ecco perché è opportuno il paragrafo seguente, che entra nel merito se la quantità di informazione delle sorgenti della emissione della luce vada persa oppure no ..

Pollicino Effect and COSMOS THEORY

Pollicino e le molliche per segnare la strada del ritorno ..

PREMESSA (alla linea cognitiva, nella analisi della eziodinamica)

Non tutti conoscono la fiaba di Pollicino, però forse ci sarà utile nella

Cosmological Dynamics (z = f(v); H=H(t))

Anzitutto consigliamo la lettura, come introduzione all’argomento, dei documenti seguenti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

http://www.hs.uni-hamburg.de/jliske/pub/codex_bern.pdf

Il problema, in sintesi, è notare quanto segue:

Il redshift è la osservazione che vi sono due lunghezze d’onda in un fenomeno campione (detto in cosmologia “candela standard”): λe, λo

λe = la lunghezza d’onda con la quale un segnale è emesso

λo = la lunghezza d’onda con la quale un segnale è ricevuto

Hubble, infatti, notò che vi è uno “slittamento della lambda verso il rosso”

ovvero che la lambda, che è la lunghezza d’onda di un segnale elettromagnetico, rilevabile sperimentalmente, tende ad aumentare, ma la legge con cui lo fa non è sempre la stessa

“al variare della distanza della SORGENTE che emette il segnale”.

Tali deformazioni sono già note dalla teoria della relatività che mostrava per sorgenti che viaggiano a velocità inferiore alla velocità della luce, la relazione seguente (effetto doppler relativistico):

λo/λe = rad [1+β]/rad[1- β]

dove λo/λe = lambda osservatore / lambda alla emissione, lambda è la lunghezza d’onda del segnale.

Dove β = v/c;

essendo v = la velocità della sorgente (e non del segnale: in ipotesi di espansione cosmologica)

essendo c = la velocità della luce

Inoltre z = (λo-λe)/λe = λo/λe – 1

da cui 1 + z = λo/λe, dove z = redshift espresso come percentuale di amplificazione dell’incremento tra la lunghezza emessa ed osservata, in rapporto con quella emessa.

Fonte di conferma la tavola delle formule al link seguente <<Minkowski space (flat spacetime)>>:

https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

Ma proprio per il pregiudizio che la velocità della luce non possa essere superata, formule come quella sopra citata, posero un limite alla interpretazione della espansione del cosmo.

Finalmente, in tempi recenti(*) si concluse che la espansione cosmologica può violare il postulato che la velocità della luce sia insuperabile, anche se questo possa avvenire solo per la espansione del cosmos e non grazie ad aumento di velocità impresse su scala locale..
(*) https://en.wikipedia.org/wiki/Lambda-CDM_model

I miei lavori sulla “stroboscopia del plasma”:

https://6viola.wordpress.com/2016/02/05/stroboscopia-del-plasma-studio/

e il complementi riportati nella dinamica not_Ui:
https://6viola.wordpress.com/2016/04/15/relativistic-dynamics-space-not_ui/

.. dimostrano .. che il problema va spostato su

“analisi di “quali forze” sono le responsabili della spinta, ed in particolare se sono forze localiste/relativiste, ovvero di Einstein, in quanto .. “fanno forza sul nostro universo U1”, oppure not_Ui, ossia forze che prescindono dal supporto nello spazio Ui (U1 è il nostro universo), sfruttando -ad esempio- il 3° principio della dinamica(*): il principio di azione e reazione che agisce anche nel vuoto”.


(*)
il “casus” sfruttamento del 3° principio della dinamica non è esclusivo!
Basti pensare che una “Bolla”, B0 nel nostro modello,  contenente una collezione di Ui, (noi siamo in U1), si gonfia non solo per forze transUniverso, ma anche per forze transBolla! (la metafora: è pensare se le bolle che salgono nell’acqua che bolle, siano solo originate dal liquido, oppure ANCHE da sorgenti (e quindi cause) esterne alla “pentola”).

In sintesi, dunque, si tratta di capire che non stiamo trattando di sistemi inerziali che viaggiano a velocità costante! .. e quindi la Teoria della Relatività Generale .. ci è insufficiente .. come modello di descrizione su scala cosmologica, cioé NON è abbastanza GENERALE, in quanto su scala COSMOLOGICA, ci serve una COSMOS AND LOGIC THEORY, in cui i sistemi, ad esempio le GALASSIE, NON sono solo inerziali! .. se non come approssimazione di linearizzazione in un certo intorno limitato, che però risulta insufficiente alla descrizione delle (i) distanze, delle (ii) velocità, dei (iii) tempi su range COSMOLOGICI.

Questa conclusione infatti è la conseguenza logica del fatto che l’universo non solo nelle fasi primordiali, ma anche oggi, subisce delle derive -ad esempio su galassie e ammassi di galassie- che la relazione di Hubble mostra superare la velocità della luce.

Quindi anziché mettere la testa sotto la sabbia .. e dire che .. poiché la velocità è superata per espansione dello spazio, e non sarebbe -allora- superata per cause localiste, ci si deve domandare NON se è superata (perché è superata), ma QUANDO & COME è superata!

§§§

E quindi NON si riflette che la cosmologia ufficiale dice che .. almeno per espansione della spazio .. la velocità della luce è stata superata!
https://en.wikipedia.org/wiki/Lambda-CDM_model

Ma dal punto di vista della metrica .. dire che tra due punti P2 e P1 .. la velocità ..

v(t) = d/dt [ s(t) ](**)

non entra sul <<perché>> ha superato la dinamica la velocità, ma se lo ha fatto!


(**)
ovvero la derivata della equazione che racconta il “per COME” con la equazione dello spazio s(t)

Nonostante ciò sulla stessa wikipedia troviamo che la velocità della luce -alla data del 20 aprile 2016- è insuperabile! .. ecco la citazione ..

cit on

Velocità limite[modifica | modifica wikitesto]

Il fatto, implicito nelle equazioni di Maxwell per la propagazione delle onde elettromagnetiche e verificato sperimentalmente agli inizi del Novecento, che la velocità di un fotone (o di un’onda elettromagnetica) nel vuoto è identica per tutti i sistemi di riferimento (e pari a 299792458 m/s) ha portato alla necessità di modificare le equazioni del moto e della dinamica. Una delle conseguenze di queste modifiche (teoria della relatività ristretta o particolare di Albert Einstein) è che la velocità massima raggiungibile al limite da un qualunque oggetto fisico è quella della luce nel vuoto. Da non confondere con la velocità terminale di caduta, a volte detta anche velocità limite.

cit off

Ecco il link (estratto alla data del 29.01.2017, ore 9:17) https://it.wikipedia.org/wiki/Velocit%C3%A0#Velocit.C3.A0_limite

Ecco la foto della citazione:

Io penso che questa impostazione nella cultura della comunicazione sia un grave errore che danneggia la capacità cognitiva degli studenti che si interessano di studiare la scienza.

E necessiterebbe interrogarsi se sia un incidente (? ) involontario della ACCADEMIA .. oppure il desiderio -come è stato nei millenni scorsi- che la ACCADEMIA si chiuda a protezione dei propri “MISTERI” .. con modalità di CLASSE SACERDOTALE .. gelosa dei propri “segreti” .. onde tutelare il proprio posto nella società .. che conseguirebbe .. a modalità esoteriche.

Ma poiché -noi- intendo .. “noi” .. che amiamo la verità e non la temiamo come discesa agli inferi che tutti possano accedervi -alla verità- .. e quindi non temiamo una opera di livellamento della conoscenza .. siamo di avviso diverso .. teorizziamo .. che la ricerca della verità non è opera di un singolo .. ma una MODALITA’ transPersonale .. in cui una intera società è capace di sapere dire .. magari cose sbagliate .. ma anche di ascoltare .. e (senza necessità di violenza) e quindi -una società- si cimenta sulla logica di ogni affermazione ..

.. allora .. CONCLUDIAMO .. che “solo nella pienezza dei tempi” .. sarà possibile superare il danno di avere creato questo “concetto di LIMITE INVALICABILE”! .. (qualunque sia il limite .. e non solo sulla velocità della luce).

Una pienezza dei tempi” che necessita di tutta una società capace di guardare se “il re è nudo” .. e quindi capace di alzare lo sguardo .. almeno alla curiosità della verifica .. se ancora è la LOGICA .. a essere regina della scienza nelle procedure di verifica e ripetibilità che cerca di farsi -la verità- oggettiva nel comunicare “erga omnes”.. nella conoscenza come bene disponibile a tutti e non solo ad una élite.. 

DOMANDA:

Ma se veramente una sorgente viaggia a velocità = 2 volte quella luce, e sappiamo che i fotoni non possono viaggiare a velocità maggiore della luce .. come facciamo noi .. a vedere i fotoni emessi da z8?

RISPOSTA:

“Vediamo -in ricezione- i fotoni emessi da z8” .. POICHE’ .. sebbene la distanza tra noi e z8 potrebbe essere aumentata dopo la emissione dei fotoni, ciò nonostante, i fotoni sono autonomi dalle velocità delle sorgenti sia in allontanamento che in avvicinamento alla stazione ricevente .. e dunque viaggiano -i fotoni- alla velocità della luce che è una costante inattaccabile dalla deriva additiva o sottrattiva di una sorgente di emissione, come velocità (***) e quindi i fotoni non sono deformabili dalla sorgente in moto, RIBADIAMO COME ALTERAZIONE DELLA VELOCITA’ v=c per i fotoni emessi.(*IV)
(***)
(i fotoni hanno una velocità di navigazione autonoma dalla sorgente che li ha emessi, analogamente a chi cade in mare e nuota di suo, a prescindere dalla velocità della nave da cui è caduto),
(*IV)
[Vedremo nel seguito che però la info sulla velocità della sorgente NON va persa ugualmente, in quanto deformerà la relazione tra lambda di emissione e lambda di ricezione, sia nel caso che la velocità della sorgente sia inferiore alla velocità della luce e sia nel caso che la sorgente superi la velocità della luce! .. come testimonia -già ora- nella nostra esposizione la equazione di Hubble, poiché la equazione di Hubble, su scala localista (intorno alla espansione attuale del COSMOS) è però derivabile dalla dinamica cosmologica più generale, essendo non necessariamente H=Ho, ma in generale H=H(t)].
(*IV’)
Con ulteriore metafora potremmo paragonare le sorgenti che emettono fotoni in due diverse tipologie:
A) sorgenti che viaggiano a velocità inerziale v (localiste) in cui si può pensare il fotone come una pallina attaccata ad una molla che a sua volta è tirata da una bacchetta: lo stiramento della molla nell’andare a una velocità v=v0, vede la molla distesa in modo circa uniforme, poiché non vi è una accelerazione. (e lambda quindi è poco ampia, alla stessa maniera che la molla è poco stirata).
B) sorgenti che viaggiano a velocità che tende ad aumentare (cosmologiche, come le galassie ai confini di U1, ai cui confini gli enti tendono ad andare alla velocità della luce), e poiché una velocità in aumento si dice accelerazione, possiamo pensare -metaforicamente parlando- il fotone come una pallina attaccata ad una molla il cui stiramento non è più circa uniforme, ma risente della accelerazione e quindi tende ad avere uno stiramento maggiore -nella lunghezza d’onda del fotone- in prossimità del fotone proprio per la modalità inerziale del fotone che tende a rimanere a velocità costante, e quindi deforma -questa dinamica- la sua lunghezza (nella metafora la molla e nel reale la lunghezza d’onda), tanto più la accelerazione della sorgente impone una variazione di velocità a se stessa (per le forze cosmologiche) e nello stato relazionale con la emissione fotonica.

Inoltre in riferimento ai fotoni sull’asse tra sorgente e ricevitore, proprio a causa della espansione del cosmo, se stiamo osservando una galassia alla deriva in allontanamento, ci possiamo aspettare che il ricevitore (*V) vada incontro ai fotoni emessi, e quindi riduca ulteriormente la distanza tra i fotoni emessi e il ricevitore.
(*V)
(essendo -anche il ricevitore stesso- alla deriva cosmologica)

DOMANDA

Che significato ha allora l’espansione della lunghezza d’onda?

RISPOSTA

Qui necessita distinguere due casi diversi:

  1. Se la sorgente che emetteva ha v < c (*VI) la z = (λo – λe)/λe vede, 1 + z = λo/λe = rad [1+β]/rad[1- β] (come già sopra citato è lo studio di Minkowsky) Redshift formulae https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift
  2. Se la sorgente che emetteva ha v > c (*) la z = funzione (v) di cui già esiste lo stato di associazione tra misure rilevate e distanza tra stazione ricevente e quindi si può interpolare una equazione relazionale. Si veda la figura seguente (dalla fonte del link https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift):
    https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift#/media/File:Distance_compared_to_z.png

(*VI)
Si noti che non si sta affermando che i fotoni superano la velocità della luce, ma che le sorgenti che li emettono possano farlo, coerentemente al fatto che su scala cosmologica lo spazio può violare una espansione maggiore della velocità della luce.

§§§§

Pollicino EFFECT:

Dunque i fotoni sono come “molliche” che cadono da Pollicino (nella nota fiaba) che vede le molliche tenere traccia del suo cammino, sebbene Pollicino sia in moto, mentre le molliche cadono da lui .. e la luce emessa sia potenzialmente a velocità inferiore alla sorgente che ha emesso luce!(§) .. poiché per una velocità .. si ha necessità di spiegare il riferimento rispetto a cui si misura la velocità .. e la luce stessa sebbene a velocità costante rispetto al modello di Einstein(*), vede in una teoria cosmologica delle novità. (§§)
(*)
Il modello di Einstein è valido per v < c per le masse, e v=c per la luce come valore max.

(§)
Questo sarebbe, ad esempio, il caso di una galassia, come z8, che vista da noi viaggiare secondo Hubble a circa 2 volte la velocità della luce, emettesse fotoni anche verso di noi, e quindi fotoni alla velocità della luce, nonostante la galassia z8 viaggi, rispetto a noi, a “2c”.

(§§)
Per maggiori informazioni consigliamo di leggere le dinamiche transUniverso al link seguente:
https://6viola.wordpress.com/2016/03/09/teoria-universi-adiacenti-ua-0/
Ed anche la prima parte dell’articolo attuale:

Modello Del Flusso Cosmologico (Hubble/Tufano)

Per chi cerchi la “razio” delle apparenti APORIE sopra elencate nel Pollicino EFFECT, rifletta che la luce & la sorgente che la emette, hanno una diversità: la luce è energia, mentre la sorgente (anche se una galassia o una stella) ha forma “massiva”. Le forme massive trascendono al vincolo della luce di avere la caratteristica della costanza di velocità. Inoltre una “sorgente in forma massiva” ha però il vincolo di “apparire” tra sorgente e ricevitore come massiva solo finché v (misurata come deriva tra sorgente e ricevitore) sia inferiore alla velocità della luce. Essendo valida la seguente equazione quando la accelerazione sia di tipo transUniverso:

m=m0*rad[1-v^2/c^2]

E questo significa che la sorgente viene “visualizzata” dal ricevitore anche essa come luminosa e non più massiva, eppure visibile(*).. ma ciò permane fino al limite per cui la velocità (tra sorgente e ricevitore) non raggiunga 2c, dopo di che si perde il segnale alla rilevabilità da U1.
(*)
Perché visualizzata tramite la associata emissione fotonica che permane in v=c.

Ecco perché finora sono risultate visibili solo le galassie fino a vmax=2c.

  • Perché (i) vi è una prima trasformazione della sorgente (galassia o stella lontana) dalla forma massiva alla forma luminosa, tramite la associata emissione fotonica, e la scomparsa della rilevabilità della massa(**) quando raggiunge v=c in U1. (**) Poiché da U1 rileviamo solo segnali con velocità minore o uguale di c.
  • Perché (ii) la stessa dinamica avverrà in U2, ma al superamento in U2 della velocità della luce misurata in U2, ciò causerà la scomparsa sia della sorgente che del segnale emesso verso U1 (come segnale dei fotoni). Da cui il Pollicino Effect, ovvero lo studio del redshift, sarà utilizzabile in U1 solo per Galassie con v (misurata in U1) che abbiano v < 2c.

Dunque stiamo dicendo che i fotoni hanno un comportamento “strano” per cui non risentono della velocità additiva e sottrattiva delle sorgenti che li emettono confermando -quindi- la teoria della relatività.

Però che il postulato della velocità della luce irraggiungibile, è anzitutto violato dai fotoni stessi, visto che i fotoni viaggiano alla velocità della luce (!) .. inoltre è violato dalla materia che si trasforma in plasma e da plasma in energia, grazie alla equazione seguente, al momento che siano applicate forze not_Ui

m = m0*rad [1-v^2/c^2] (che dice che m -> 0 quando v->c)

more info:
https://6viola.wordpress.com/2016/04/15/relativistic-dynamics-space-not_ui/

.. quindi non c’è alcuna esplosione della massa cinetica (come verrebbe da pensare con gli esperimenti LHC) (*VII) a meno che non si voglia dare energia cinetica con il metodo classico dell’LHC, ma bensì una “evaporazione della massa massiva”, per ogni massa che si approssima a “c” e vede la conversione nell’equivalente e=m0*c^2.
(*VII)

http://home.cern/topics/large-hadron-collider

Infine il postulato è violato dalla velocità della Galassie, Gi, in quanto per espansione cosmologica, come si è visto con z8, sono visibili fino alla velocità (da U1), v1=2c, però attraverso la luce emessa, visto che le galassie non si fermano alla velocità v=c, ma la superano, scomparendo alla rilevabilità diretta.

C’è quindi una informazione che NON va persa al momento della emissione di fotoni da una stella: la info memorizzata nella lunghezza d’onda λ.

Poiché z = (λo – λe)/λe arriva a valori sperimentalmente verificati molto alti ed incompatibili con le formule classiche dove (nelle formule storiche) v < c, necessita capire che il TABU’ della velocità v < c, va infranto sia per via di espansione dello spazio (causa cosmologica per il tipo di forze applicate), e sia per via del diverso punto di applicazione delle forze (analisi not_Ui: si veda la teoria degli universi adiacenti e l’articolo https://6viola.wordpress.com/2016/04/15/relativistic-dynamics-space-not_ui/ ).

Nel seguito mostreremo come z possa essere relazionato -GENERALIZZATO- al metodo di Hubble in modo coerente nella rappresentazione matematica e non solo dalle misure sperimentali della misura dal cosmo di λ.

ANALISI SPERIMENTALISTA:

Ci proponiamo in questa nuova analisi (di verifica tra formule teoriche, e risultati sperimentali) di fare una verifica delle formule comunemente usate a bassa ed alta velocità, dove lo spartiacque tra il concetto di “basso” e di alto” sia la velocità della luce.

Esame della SPERIMENTAZIONE:

Partiremo dalla figura seguente:

fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift#/media/File:Distance_compared_to_z.png

P1:

Esaminiamo l’ammasso della “CHIOMA”:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ammasso_della_Chioma

Dalla scheda info:

D = distanza = 350 10^6 A.L. =350 milioni di anni luce (105 Mpc)

z = redshift = 0,0231

v = velocità radiale = 6925 km/s

n1(P1):

La formula:

z * c = v

v=0.0231 * 299792 km/s = 6925 km/s (confermata: delta errore 6930-6925=0 km/s, su dati wiki)

n2(P1):

La formula:

Ho*D=v (Hubble)

350 milioni di anni luce = 0.350 * 10^9 anni luce
1 anno luce = 0.3 pc
0.350*10^9 * 0.3066 = 0,10731 * 10^3 Mpc =107.31 Mpc

ipotesi “Ho”=65
65 * (107.31 Mpc) = 6975 km/s (circa confermata: delta errore 6993-6975=18 km/s, su dati wiki)

ipotesi “Ho”=70
70*107.31 = 7511 km/s si allontana dal valore ufficiale! (“Ho=70” è una delle stime più accreditate per Ho)

–-

n3(P1):

la formula:

z=0.0231 (ascissa grafico)


d h = 0.350 G L yrs (ordinata grafico) = 0.350 * 10^9 anni luce (G L yrs = giga light years, 10^9 anni luce)

punto = P1, nella figura wiki citata (confermata: vedi P1), cioé la figura seguente:

link

fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

n4(P1):

la formula

1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c]
Minkowski space (flat spacetime), for motion completely in the radial direction.
fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

1+z (da formula) = 1.0233 (ottenuto dalla formula precedente, con v = v ufficiale = 6925 km/s)
1+z (da misura) = 1.0231 (vedi nota seguente da wiki: https://it.wikipedia.org/wiki/Ammasso_della_Chioma)
(si noti che il red shift può essere ottenuto per acquisizione da misura: da cui possono non collimare esattamente le formule con i dati sperimentali)

  1. ^ a b NASA/IPAC Extragalactic Database, su BASIC DATA for Coma Cluster. URL consultato il 27 settembre 2011.

Da cui la velocità, e z ufficiali a “bassa velocità” (v < c) sono con errore minore di Hubble, in ipotesi di sostituire 1.0233(#) completo (vedi seguito), ottenuto da 1+z avendo sostituito v =6925 km/s

Basterà notare che da

1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c]

esplicitando v otteniamo: (formula inversa)

v = {c[(1+z)^2 – 1]}/{[1+z)^2+1]} ed eseguire la verifica che da errore inferiore:

DIM:

1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c]

1+z=rad[1+6925/299792]/rad[1-6925/299792]=rad[1.0230993488818914/0.9769006511181086]

1.0233(#) completo:
1+z=1.0233724107957506399913521430902750131

ora facendo la “formula inversa

v=6925 km/s (dato ufficiale su wiki: https://it.wikipedia.org/wiki/Ammasso_della_Chioma)

cvd.

studieremo ora “la linea di tendenza dell’errore” al variare della velocità.

Per fare ciò dobbiamo scegliere una galassia a velocità più bassa:

al link seguente:
https://it.wikipedia.org/wiki/Galassia

Abbiamo una figura che ci riassume sulla tipologia delle galassie a basso redshift:

link

fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

nell’ammasso della vergine:

https://en.wikipedia.org/wiki/Virgo_Cluster

scegliamo ad esempio la seguente Galassia:

https://en.wikipedia.org/wiki/Messier_49

Estraiamone i dati significativi:

P2:

Dalla scheda info:

D = distanza =

Distance 55.9 ± 2.3 Mly(17.14 ± 0.71 Mpc)

z = redshift = 

Redshift 0.003326 ± 0.000022[1]

v = velocità radiale = 

Heliocentric radial velocity 997 ± 7[1] km/s

n1(P2):

La formula:

z * c = v

v=0.003326  * 299792 km/s = 997.10 km/s (confermata: delta errore 997-997=0 km/s, su dati wiki)

–-

n2(P2):

La formula:

Ho*D=v (Hubble)

56 milioni di anni luce = 0.056 * 10^9 anni luce
1 anno luce = 0.3 pc
0.056*10^9 * 0.3066 = 0,0168 * 10^3 Mpc =17.1 Mpc

ipotesi “Ho”=65
65 * (17.1 Mpc) = 1111.5 km/s (circa confermata: delta errore 1111.5-997=114.5 km/s, su dati wiki)

ipotesi “Ho”=70
70*17.1 Mpc = 1197 km/s (il delta di errore peggiora rispetto alla scelta Ho=65)

Si noti che il delta di errore rispetto alla Galassia della Chioma è, ora, peggiorato, essendo diminuita la velocità (da 6925 km/s -> 997 km/s) su cui viene eseguita la stima di Hubble.

n3(P2):

la formula:

z=0.0033 (ascissa grafico)
non è stimabile sul grafico di wiki che indica la Distanza di Hubble in Giga anni luce

e non riesce a mostrare 55 milioni di anni=0.055 miliardi di anni
(del resto le ascisse, in scala logaritmica, non scendono sotto 0.01)

–-

n4(P2):

la formula

1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c]
Minkowski space (flat spacetime), for motion completely in the radial direction.
fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

1+z (da formula) = 1.003351 (ottenuto dalla formula precedente, con v = v ufficiale = 997+7)
1+z (da misura) = 1.003326 (vedi nota seguente da wiki: https://en.wikipedia.org/wiki/Messier_49)
(si noti che il red shift può essere ottenuto per acquisizione da misura: da cui possono non collimare esattamente le formule con i dati sperimentali)

da formula con 997 km/s:
1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c] = rad[1+997/299792]/rad[1-997/299792]
1+z = 1,003329

da formula con (997+7)=1004 km/s:
1+z = rad[1+v/c]/rad[1-v/c] = rad[1+1004/299792]/rad[1-1004/299792]
1+z = 1.003351

da cui la relazione tra redshift z e velocità funziona molto bene, e le formule di teoria della relatività funzionano tanto meglio quanto più ci discostiamo dalla velocità della luce, verso valori inferiori alla velocità della luce.


studio della galassia z8:

P_z8

da le scienze:
http://www.lescienze.it/news/2013/10/23/news/galassia_distante_record_telescopio_keck-1858076/

da nature
http://www.nature.com/nature/journal/v502/n7472/full/nature12657.html

che mi rinvia -in reindirizzamento automatico – alla foto seguente:



fonte originale del grafico(*):
(*)
(in cui sono indicate due Galassie esaminate nella trattazione precedente)
https://en.wikipedia.org/wiki/Redshift

revisione ore 10:35 del 17.04.2016

Grazie a coloro che vorranno commentare, e/o scriverci. Ricordo la mia casella di posta:
pasquale.tufano@libero.it


Se anche cantassi come gli angeli, ma non amassi il canto, non faresti altro che rendere sordi gli uomini alle voci del giorno e alle voci della notte.
Gibran Khalil Gibran

AGGIORNAMENTO (NEWS):


FONTE:
http://www.lescienze.it/news/2016/04/19/news/costante_hubble_mistero_energia_oscura-3055757/?ref=nl-Le-Scienze_22-04-2016

Aggiornamento 22 gennaio 2018, ore 8.09

Nello scenario presentato nell’articolo attuale, abbiamo esaminato alcune ipotesi di fondazione della cosmologia. Ed in particolare che tutte le “Bolle”=universi bolla, abbiano una unica sorgente.

In altri articoli successivi a quello attuale, però, abbiamo anche esaminato la ipotesi di fondazione di Penrose, all’interno della “Logica frattale sensibile al contesto”. In base a questo nuovo approccio la cosiddetta “singolarità iniziale” potrebbe non essere più un fatto “singolare ed oscuro” ma una tipologia “tipica” che si ripete a varia ordini di scala diversi. Nel caso dell’urto di un elettrone e di un antielettrone genera un fotone ed un antifotone (e cioé due fotoni entangled) e quindi prevede una fase prima di espansione e poi di stabilizzazione del cosmo micro o macro che sia. Tale “meccanica” è all’interno di una altra teoria, che abbiamo chiamato BH a massa distribuita ed è abbinabile anche agli universi bolla, come il nostro, U1. Consigliamo quindi la lettura a partire dal seguente articolo e i successivi da quella data, per formarsi una idea del fatto che la galassia z8 potrebbe sì essere esterna a Milky Way, ma in un altro universo bolla, che non si espande all’infinito ma dove le “bolle” raggiunta una dimensione critica, tendo a stabilizzarsi secondo la logica di un BH a massa distribuita. Del resto abbiamo ripetuto l’esame del redshift nell’articolo della “condensazione dei tachioni” che anche citiamo qui di seguito che mostra come z8 appartiene ad un altro universo bolla, in cui la luce trae le sue caratteristiche che ci pervengono, anche da una deriva delle bolle, e una diversa densità del cosmo tra le bolle, come ipotesi da esplorare in una cosmologia più ampia di quella oggi chiusa in U1.

ultima revisione: 22 gennaio 2018, ore 8.28

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