la fusione fredda è una truffa? .. [news groups it.media.tv – 27_10_2014]

Tommaso Russo, Trieste:

Ho letto la notizia originale nel sito e nella rassegna stampa della Lockeed Martin

<http://www.lockheedmartin.com/us/products/compact-fusion.html>

ed e’ confortante, perche’ mostra come il problema del confinamento del plasma continui a venir studiato e sperimentato con almeno tre tecnologie diverse (confinamento inerziale, magnetico, magnetico “compatto”), nel tentativo di realizzare un reattore in cui l’energia dissipata per ionizzazione e confinamento del plasma non sia soltanto inferiore a quella ottenuta dalla fusione (risultato “dimostrativo” gia’ ottenuto), ma ne sia anche una percentuale irrilevante (diciamo, inferiore al 5-10%, anziche’ dell’ordine del 98-99% come oggi); risultato perfettamente compatibile con le leggi della Fisica, ma che richiede una tecnologia oggi ancora da trovare).

Quello che invece e’ veramente sconfortante e’ vedere come dei deficienti si possano appropriare e stravolgere una notizia vera con la semplice *aggiunta di una parola*, che nel mondo dei cazzari convinti che l’energia gratis sia disponibile senza sforzo e che siano le multinazionali del petrolio, del gas e della fissione a rallentarne la diffusione tenendone nascosta la possibilita’, evoca tutto un mondo complottaro:

fusione FREDDA.

O COGLIONI,

(green energy journal in primis, che scrivendo “Un reattore tascabile a fusione fredda” se l’e’ *inventata*, il “partito viola” che ormai si e’ ridotto a cassa di risonanza di ogni sorta di fuffari e l’ha messa nel titolo, e Lino sedicente cibernetico che l’ha riportata pari pari nel subject):

qui si parla del *confinamento di un plasma* in grado di innescare processi di fusione, cioe’ a temperature di *decine di milioni* di kelvin.

Dove la vedete la fusione FREDDA??

La prossima volta che verra’ messo in orbita un satellite vanterete il grande successo ottenuto dalla Propulsione Non Newtoniana calcolata con la Tunze?

Ma ande’ in mona, mone…

Lino Cibernetico (ing. Pasquale Tufano) risponde:

Tommaso Russo, tu sei della categoria -laureato o no che tu sia- dei
“boccaloni” ..

Dicesi “boccaloni” quelli che contro il metodo della scienza si fidano
solo del parere autorevole.

La scienza la studiate per imparare a memoria le formule, come se
fossero formule magiche, da sapere recitare davanti ad una commissione
di esame o come formule esoteriche in una elite.

La scienza, se foste onesti ne prendereste atto, dice l’opposto:
Einstein fu deriso perché diceva che il tempo non è assoluto e dipende
nel suo scorrere dal sistema inerziale (si vedano le equazioni di Lorentz).

Ma Einstein fu accolto quando la comunità scientifica internazionale
acclarò la conferma, grazie alla sperimentazione che i paradossi
temporali dicevano il vero. In particolare sui muoni, e in migliaia di
altri esperimenti fisici, testati dentro la teoria della misura.

Non è un obbligo sapere di cosa si parla, sarete i boccaloni che
ripetono a pappagallo ciò che dicono i mass media, che sostengono ad
esempio che c’è una crisi, quando la crisi è artificialmente indotta, ma
non mi voglio dilungare su questo, dovresti sapere pure di economia e di
teorie monetarie e finanziarie.

Concludo dicendo che il dubbio scientifico -sulla fusione fredda- anche
io ce lo avevo, in particolare perché Rossi e Focardi con e-cat menavano
il can per l’aia da troppo tempo con mille scuse sulla
commercializzazione della fusione fredda.

Quindi, se avessi ascoltato il video in cui rilascio la mia intervista,

ecco il link, se volessi almeno sapere su ciò su cui ti esprimi con
iattanza:
https://www.youtube.com/watch?v=gLa04sHeoRI

avresti capito che io non parlo per sentito dire, ma per la mia laurea
in ingegneria ho realizzato la fusione fredda nel mio laboratorio e
parlo di quello che ho misurato direttamente e che non dico solo io, ma
i ricercatori seguenti (nel documento del 2002 di cui do il link a seguire):

Experimental evidence of 4He production in a
cold fusion experiment

(1) ANTONELLA DE NINNO,

(2) ANTONIO FRATTOLILLO,

(3) ANTONIETTA RIZZO

VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVV
ENEA – Unità Tecnico Scientifica Fusione
Centro Ricerche Frascati, Roma
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
(4) EMILIO DEL GIUDICE
VVVVVVVVVVVVVVVVVV
INFN Sezione Milano
Via Celoria 16, 20133 Milan (Italy)
^^^^^^^^^^^^^^^^^^

(5) GIULIANO PREPARATA
VVVVVVVVVVVVVVVVVVV
University of Milan, INFN Sez. Milano
Via Celoria 16, 20133 Milan, (Italy)
^^^^^^^^^^^^^^^^^^

EXPERIMENTAL EVIDENCE OF 4HE PRODUCTION IN A COLD FUSION
EXPERIMENT
Riassunto
In questo lavoro viene dimostrata la simultanea produzione di eccesso di
entalpia e di 4He
durante l’elettrolisi di acqua pesante su catodo di Palladio (Pd);
quando il rapporto
stechiometrico x=[D]/[Pd] eccede la soglia critica x=1. Questo effetto è
stato ottenuto su
catodi resistivi quasi unidimensionali in forma di serpentina, ricavata
da un film sottile di
spessore tra 1 e 2 micron. E’ stata dimostrata l’influenza di un
potenziale elettrico
longitudinale applicato al catodo, sul raggiungimento di elevati
caricamenti. L’eccesso di
calore è segnalato da un aumento di temperatura, misurato mediante un
elemento Peltier di
tipo commerciale tenuto in buon contatto termico con il substrato del
catodo in film sottile.
Allo scopo di rivelare le piccole quantità di 4He che ci si aspetta
siano presenti,
simultaneamente alla produzione di entalpia, come evidenza del carattere
nucleare del
processo, è stato messo a punto un metodo di analisi basato sulla totale
rimozione di tutti i
gas chimicamente attivi presenti nella miscela gassosa prodotta nel
corso dell’elettrolisi.
L’utilizzo di pompe “Non-Evaporable Getter” (NEG) permette di rimuovere
efficacemente
dalla miscela tutte le componenti non inerti, ed in special modo gli
isotopi dell’idrogeno. I
gas nobili che rimangono, soli, in fase gassosa vengono inviati
periodicamente allo
spettrometrometro di massa e qui analizzati quantitativamente.
L’osservazione di una
quantificabile trasmutazione di Deuterio in Elio prova univocamente che
alla base del
fenomeno della cosiddetta “fusione fredda” c’è un processo di natura
nucleare. Dalla quantità
di Elio prodotto nel corso dell’elettrolisi, in base alla conversione
2D→4He+23.8 MeV, si
può stimare l’energia prodotta nel processo. Tuttavia si trova che
l’energia stimata attraverso
questa conversione eccede quella valutata semplicemente in base
all’aumento di temperatura.
Questa discrepanza aumenta all’aumentare del livello di energia prodotto
e può essere
compresa considerando le condizioni di non equilibrio termico che si
verificano nelle
vicinanze del catodo e la conseguente perdita di calore per
irraggiamento da parte della
superficie calda del materiale Pd. Come caso estremo si può raggiungere
la fusione parziale
del catodo (la temperatura di fusione del Pd è di 1828 K) senza
aumentare apprezzabilmente
la temperatura dell’elettrolita e dunque senza che l’evento sia rivelato
dal metodo
calorimetrico. Il fenomeno descritto è stato riprodotto diverse volte:
il livello quantitativo
della produzione di elio nei differenti esperimenti, dipende,
ovviamente, dal livello di
caricamento di Deuterio in Palladio raggiunto nel corso dell’esperimento.

(continua)
http://www.fusione.enea.it/pubblications/TR/2002/RT-2002-41-FUS.pdf

more info:
https://6viola.wordpress.com/cold_fusion-fusione_fredda/

Quindi cerca di documentarti prima di aprire la bocca e dargli fiato,
perché il tuo parlare di cose che non conosci fa solo disinformazione e
una macchia di come la cultura possa essere nelle mani di persone che
vantano titoli come bastasse la forma esteriore e non la sostanza di ciò
che è dimostrabile in quanto ripetibile a prescindere da chi esegue una
misura se si attiene ad un protocollo formale.

Grazie a tutti per un eventuale contributo serio alla discussione.

Ing. Pasquale Tufano

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2 risposte a la fusione fredda è una truffa? .. [news groups it.media.tv – 27_10_2014]

  1. Marco Galloni QVeg ha detto:

    affascinante….si potrebbe inoltre produrre idrogeno per le automobili!!!

  2. Lino ha detto:

    L’idrogeno già si produce per le automobili ed altre applicazioni. La questione è che sul catodo, in particolari condizioni sperimentali, si produce anche fusione su singoli atomi di deuterio, e questo è un fenomeno che va studiato bene perché produce molto calore tanto da fondere il catodo. La fusione del catodo non è -a mio avviso- neanche una condizione ideale. Andrebbe studiata una soglia in cui il sistema sia stabile: senza fondere il catodo si possa produrre idrogeno ad alta temperatura e utilizzarlo in un ciclo termodinamico per produzione elettrica. Arata in Giappone ha sperimentato anche una variante in cui anziché usare una fase liquida usa una sola fase vapore e quindi gli studi sulla fusione calda potrebbero essere utilizzati per creare un confinamento magnetico. Ma questa ultima possibilità la vedo più in là da sperimentare. More info su Arata al link seguente:
    cit:
    1994-2008: gli esperimenti di Yoshiaki Arata[modifica | modifica wikitesto]
    1998: fusione fredda dalla DS Cell[modifica | modifica wikitesto]
    Nel 1998, dopo un lavoro durato diversi anni, Yoshiaki Arata e Zhang hanno confermato[71] il riscontro di un notevole eccesso di energia, proveniente da una cella immersa in acqua pesante (deuterio) (D2O) e superiore agli 80 watt (1,8 volte maggiore dell’energia utilizzata per sostenere tale reazione) per 12 giorni. I due ricercatori hanno poi affermato che l’energia emessa durante tali esperimenti era troppo grande rispetto alla modesta massa dei materiali utilizzati dentro la cella perché il risultato potesse essere giustificato come conseguenza di un’eventuale reazione di tipo chimico.
    La cella ideata da Arata, diversamente da altre utilizzate nella fusione fredda Palladio-Deuterio, è molto particolare, in quanto opera con elevatissime pressioni[72].
    Successivamente, nel 2006, il ricercatore Francesco Celani[73] dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati, ha ripetuto una parte dell’esperimento di Arata, confermando la presenza di un forte aumento di pressione all’interno di un tubo, immerso in una particolare soluzione liquida, tramite il passaggio di una corrente faradica.
    2008: la cella a gas di deuterio[modifica | modifica wikitesto]
    Successivamente Arata osservò che una notevole quantità di energia utilizzata per attivare la reazione veniva dissipata dall’elettrolita sotto forma di semplice riscaldamento. Pertanto ha successivamente messo a punto una particolare ***cella senza elettrolita*** e senza alimentazione elettrica, la quale, anche se apparentemente molto differente dalle precedenti celle, in pratica non se ne discosta molto per ciò che concerne il principio base di funzionamento[74][75].
    Arata, nel maggio 2008[76], ha comunicato alla comunità scientifica internazionale di aver terminato di perfezionare un protocollo di produzione di energia da fusione fredda, potenzialmente capace di produrre quantità rilevanti di energia. Questo protocollo[77] utilizza un sistema originale composto da particolari nano-particelle di Palladio disperse in una matrice di zirconio. Con complesse procedure di metallurgia, viene ossidato lo zirconio, ma non il palladio, in modo che quest’ultimo sia disperso all’interno di una matrice amorfa di ossido di zirconio che, se da un lato risulta permeabile al deuterio, dall’altro impedisce alle nanoparticelle di palladio di raggrupparsi.
    L’esperimento di Arata inizia ***saturando l’atmosfera della cella con deuterio***, il quale attraversa velocemente la matrice di zirconio e viene quindi assorbito dalle nanoparticelle di palladio, caricandole e quindi portandole alle condizioni critiche per le quali si innescano probabili fenomeni di fusione nucleare. Secondo Arata, una volta avviato il processo di fusione, il sistema così realizzato è capace di azionare un motore termico, senza alcun altro apporto di energia[78][79].
    2008: dimostrazione a Osaka[modifica | modifica wikitesto]
    Il primo esperimento pubblico, cui erano presenti circa 60 persone tra scienziati e giornalisti[80], aveva come fine quello di dimostrare la riproducibilità del 100% dei fenomeni di produzione di calore da parte della cella a gas di deuterio in pressione, sviluppata da Arata e dal suo collaboratore Yue-Chang.
    L’evento ha avuto luogo il 22 maggio 2008, all’Università di Osaka[81], con una dimostrazione tutta commentata in lingua giapponese.
    *************
    La cella è stata caricata con 7 grammi di speciali nanoparticelle e messa in pressione con deuterio a 50 atmosfere: iniziava immediatamente a produrre energia termica, senza nessun tipo di alimentazione elettrica.
    ************
    L’energia termica prodotta, qualche decina di watt, era sufficiente a mettere in moto un motore termico a ciclo di Stirling. Al termine dell’esperimento i presenti hanno voluto nominare tale fenomeno Arata Phenomena[82]
    L’esperimento è stato eseguito con questo protocollo:
    In un apposito contenitore a pressione, posto all’interno di un calorimetro e collegato per mezzo di una tubazione ad uno spettrometro di massa ad altissima risoluzione[83], sono stati inseriti 7 grammi di nano-particelle di palladio disperse in una matrice di Ossido di zirconio appositamente preparate dal laboratorio di Arata.
    Nella prima fase del test, nel recipiente è stato inserito idrogeno a 50 atmosfere, generando così un breve picco termico dovuto all’idratazione delle stesse, seguito poi da un lento raffreddamento, dimostrando così che in tale situazione non vi è né emissione di calore, né presenza di 4He.
    Il recipiente è stato poi svuotato, degasato e nuovamente riempito, ma questa volta con deuterio a 50 atmosfere. A questo punto vi è stato di nuovo il picco termico dovuto all’idratazione[84], ma questa volta il calore non è andato progressivamente scemando, ma è invece rimasto costante, tanto da permettere il funzionamento di un motore termico a ciclo di Stirling. Il funzionamento è proseguito per diverso tempo, in modo da poter accumulare nel sistema una sufficiente quantità di elio; successivamente è stata fatta una nuova misura del gas presente nel contenitore, e questa volta lo spettrometro di massa ha rilevato nettamente la presenza di elio mescolato con deuterio, segno evidente che il calore prodotto era dovuto ad una reazione termonucleare. Durante la reazione gli appositi rilevatori di radiazioni non hanno rilevato nessuna emissione radioattiva.
    Arata, durante la conferenza che aveva preceduto l’esperimento, aveva fatto notare che esso avrebbe dimostrato la possibilità di produzione di elevate quantità di calore attraverso una reazione di fusione fredda, ma che comunque sarebbero rimasti ancora insoluti numerosi problemi per lo sfruttamento commerciale di tale tecnologia.
    I problemi più importanti da superare sono quelli legati al mancato degasaggio dell’elio che si è formato all’interno delle nano-particelle, che con il tempo porta ad un suo costante accumulo che di fatto “avvelena” la reazione[85], ed alla necessità di ricercare un materiale meno costoso e più abbondante del palladio utilizzato per l’esperimento.
    Alcuni ricercatori[86] hanno criticato la validità della dimostrazione di Arata, soprattutto in relazione al fatto che egli non ha pubblicato i risultati su nessuna rivista scientifica soggetta a peer review (revisione paritaria).
    link:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_nucleare_fredda

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